31 luglio 2009

smaltimento ferie

Oggi è stato l'ultimo giorno di lavoro. Ora un intero mese di vacanza e rientro lunedì 31 agosto.
Uno degli ultimi compiti è stato quello di redigere il piano di smaltimento delle ferie residue per tutta la struttura. Ci sono alcune mie colleghe infatti che hanno accumulato decine e decine di giornate di ferie e il direttore alla fine si è stufato, ci ha preso tutti quanti e obbligato a fare un piano di smaltimento. Compito mio quello di tirare le somme senza che si sovrappongano assenze totali nello stesso settore.
Essendo stato riassunto dal 1 giugno non ho praticamente ferie maturate. Eppure mentre ero in partenza per Dublino mi fu detto che dovevo fare anch'io tutto il mese di agosto.
Ma no, guarda io faccio anche 3 settimane, davvero, non c'è problema. No, la società chiude per cui un mese anche te come tutti.
La morale è presto detta, finirò l'anno con un saldo negativo e questo mi verrà detratto sulla busta paga di dicembre.
E poi mi devo preoccupare dei piani di rientro di chi ha anche più di 30 giorni di ferie accumulate. Ma dei vostri surplus datemene un po' a me!

29 luglio 2009

mi immagino

A volte mi immagino sdraiato su un divano mentre sto conversando abbracciato con il mio uomo (sì, la mia immaginazione arriva a tanto).
Nel bel mezzo di parole e carezze ecco che per curiosità mi domanda seriamente del rapporto tra me e la musica degli U2.
E mi vedo tutto preso a parlare contento, mentre mi infervoro, mi arrabbio, mi sorprendo ancora pieno di commozione, mentre sorrido alle mie stesse stranezze.
Dall'altro giorno so che potrei rivoluzionare il discorso che altrimenti farei partire dal 1983. Adesso so che potrei iniziare invece dal 24 luglio 2009. E raccontare di come nello spazio di una giornata definibile quale bella, intensa, emozionante, irripetibile, io sia morto e rinato. Nulla di trascendentale in effetti, nessuna nuova vita si è aperta, sono pur sempre qui con la mia vita e le mie esperienze di prima. Ma quando la realtà arriva a superare il desiderio più recondito ecco che ci si sente completamente differenti.
Condizioni difficili da verificarsi anche solo singolarmente si sono sommate per produrre il miglior concerto a cui abbia mai assistito. Scaletta grandiosa, posizione sotto il palco invidiabile, loro che erano in forma strepitosa. Ne esco sempre arricchito dalla musica ma venerdì 24 è stata una sensazione immensa, e io non ho il carattere per sopportare gli eccessi. Nemmeno quando sono fantastici. In questo senso dico che sono morto, ad un certo punto -uscendo dallo stadio- ho avvertito l'alt che davo a me stesso. Dovevo chiudere i contatti con le mie sensazioni. Non riuscivo più a capirmi.
Solo la mattina dopo agli Hanover Studios ho ripreso a sentirmi vivo. E' stato il vento, quel vento teso che mi è entrato in testa e mi ha confuso la mente. Era quello di cui avevo bisogno, una bella sferzata fresca.
Giungo alla fine delle mie immaginazioni e mi accorgo che sono rimasto solo sul divano. Se ne è andato senza che me ne accorgessi. Forse lo ha fatto per sempre. Sono sempre stato giudicato strano da molti mentre invece io mi ritengo spesso banale. Alla fine se ne è andato quando avevo sfogato quanto avevo dentro di bello. E non ha saputo coglierlo, neanche una piccola parte. Ha visto solo le mie stranezze. Allora mi dico che è meglio così, che non abbia ascoltato fino in fondo. Se ne sarebbe andato lo stesso, però portando via con sé la mia bellezza.

Poco a poco sto pubblicando le foto del 24 luglio. Un paio di esse, anche se non ancora caricate, sono venute bene. Forse era destino che in una giornata come quella pure la combinazione tra catorcio di digitale HP e il sottoscritto dovesse finalmente funzionare. Tornateci entro domani, per una volta lo consiglio.

27 luglio 2009

il bello e il brutto: Dublino e SF

Bad things
Le file da giudizio universale ai controlli sicurezza dell'aeroporto di p...merda. Avvallamento sulla pista e conseguenti ritardi medi di 3 ore sono l'accoglienza ricevuta all'arrivo. Siamo passati solo perché a voce qualcuno ben oltre l'orario di partenza ha berciato Dublino, per Dublino a destra. Una volta dentro sul tabellone si è scoperto che eravamo già alla last call; chi ha visto il primo avviso di imbarco è stato bravo.
Vedere che siamo in pochi ad aver rispettato le dimensioni per il bagaglio a mano. Certi mostri di valigia che parevano il doppio del mio.
La stanza al guest house faceva pena, vivibile solo perché ero da solo.
Finire inevitabilmente in O'Connell Street. Qualsiasi meta uno abbia.
Scoprire che la Oyster beer bevuta è fatta anche con l'acqua delle ostriche la ha resa ancora più schifosa di quel che mi era sembrata.
Voler risparmiare quei 5-4-3-2 euro sul mangiare e insistere dentro Temple Bar per ore.
Il mal di schiena e il mal di piedi. Ma soprattutto il mal di schiena. Domenica ho odiato le strade acciottolate di Temple Bar come difficilmente ho odiato qualcosa.
Non riconoscere il terminal partenze dell'aeroporto mentre l'autobus si ferma, farlo proseguire per poi far mente locale che non necessariamente doveva fermare nello stesso punto in cui lo presi all'arrivo, visto anche che il 41 non fa capolinea all'aeroporto e che stava proseguendo oltre.
La faccia dell'autista all'accorato appello del tipo Excuse me, I've lost my bus stop, it was the airport... mi ha dato il pieno senso del mio sconforto.
Fare il volo di ritorno con lo steward che annuncia al pubblico che o viene fuori chi ha fumato in bagno o saranno costretti a trattenere tutti i passeggeri fino all'arrivo della polizia. Casualmente l'annuncio è stato fatto solo in italiano.

Good things
L'ospitalità di mrs. Catherine compensava alquanto le possibilità di alloggio. Fantastiche le sue facce quando a colazione le dicevo che volevo solo caffè e pane tostato (latte, burro e marmellate erano già sul tavolo). Insomma, mi vedeva troppo magro e non si capacitava che non mangiassi le sue sausages. Ma io quello che prendevo in una mattina lo mangio in genere a casa in una settimana. Il secondo giorno ha tenuto a precisare che potevo chiederle tutto il pane tostato che volevo. Il terzo giorno ne ha portato di più di sua iniziativa.
Il vento di Dublino. Anche se freddo, anche se ha scatenato un po' di nevralgia, è comunque un vento salvifico.
Il Croke Park.
Vedere una vera organizzazione con centinaia di stewards per gestire l'afflusso e poi il deflusso del pubblico. Non azzardatevi a correre che venite ripresi contemporaneamente da 10 guardie.
Non azzardatevi ad attaccare briga con qualcuno per il pigia pigia perché non avrete la possibilità di finire qualunque frase più o meno offensiva: gli stewards di prima ti piombano addosso e in 2 secondi ti spiegano che o stai calmo o vai fuori.
Il pit.
Essere nel pit.
Sapere di essere nel pit già verso le 12 perché, anche se i cancelli apriranno alle 16,30, la fila comunque veniva fatta scorrere piano piano per far riempire il piazzale antistante lo stadio e all'ingresso di questo vedersi mettere un timbro sulla mano.
Vedere Numero6 che zompa allegramente sulla versione tamarra di Crazy tonight. Alla seconda serata gli è pure sfuggito un: ma sì, ma va bene così.
Gli ululati fatti insieme sul ritornello di IALW durante la seconda serata.
Sentire un breve snippet di Rock the casbah dei Clash alla fine di Sunday Bloody Sunday.
Trovarsi in un pub verso le 14 e venire a sapere che uno del gruppo ha due biglietti del prato ancora da sistemare per la seconda data, cioè per le ore 21. Avere uno sconto e farsi pure il concerto di sabato.
Passare parte del secondo concerto accanto ad una coppia di ubriaconi irlandesi, con lui che nasconde una bottiglietta di whiskey, lei che da quanto è ciucca si allontana per andare a vomitare e tornare più contenta di prima. Hanno tenuto a precisare che erano dei veri irlandesi, e soprattutto non dublinesi. Tutto il mondo è paese, si vede.
Passare by night sopra Parigi nel volo di ritorno.
Il ragazzo, sfortunatamente tedesco, che stava nella fila accanto alla nostra durante l'attesa per l'apertura dei cancelli di venerdì. Il suo viso e i suoi occhi. Starsene per almeno 4 ore appoggiato alla transenna che ci separava. Ma si sa, il mal di schiena mi prende facilmente e ho bisogno di appoggiarmi.
Assistere al secondo concerto, quello di sabato, sotto la pioggia. The Unforgettable Fire sotto la pioggia, un'antitesi da urlo.
Chiedersi se dopo il concerto di venerdì 24 abbia un senso mantenere il proprio nick BadFire sul newsgroup di IFMU2. Ma la questione non ha poi importanza, vista la naturale fine a cui sono andati incontro i newsgroup.
Andare in pellegrinaggio in Windmill Lane e agli Hannover Studios.
Ermanno, Claudio, Lele, Paolo e Alberto.

Haute Categorie
Vedere The Edge che alza lo sguardo dalla tua parte e sorride. E innamorarsi, di nuovo, di quel volto.
Avere Bono che ti cammina sulla passerella che sta girando sulla tua testa quando inizia a cantare Until.
Until
The Unforgettable Fire
Bad
Ultraviolet
Tutte nella stessa set list del 24 luglio per il miglior concerto a cui abbia mai assistito.
Doversi dire che no, non posso esprimere un giudizio, prima devo decantare quanto ho visto e ascoltato.

22 luglio 2009

SF on tour - Irish leg

E alla fine venne il momento di spiccare letteralmente il volo e andarsene nella terra degli elfi, ehm, in Irlanda (che poi, erano elfi, folletti o gnomi? boh).
Domani nel pomeriggio me ne parto da quella cittadina a circa 20 km a nord da casa mia (mi scordo sempre il nome) alla volta di Baile Atha Cliath o Dublino che dir si voglia. Guest house in posizione strategica tra il centro e il Croke Park, niente popò di meno.
No, non è una vacanza. Solo che venerdì 24 nel tempio degli sport gaelici ci sarà la prima tappa irlandese del tour dei 4 cialtroni dublinesi. Anche se sono già stato a Milano la tentazione nel periodo delle prevendite vinse su tutto e, grazie al c..o di chi dopo 5 minuti dall'inizio delle vendite online riuscì a prendere i biglietti, eccomi domani arrivare per la prima volta nell'isola verde.
Prevista pioggia per almeno due giorni sui tre di permanenza. Sono però riuscito a infilare nel piccolo-trolley-dimensioni-bagaglio-a-mano un paio di scarpe di ricambio. Sono di tela così come quelle che indosserò, ovviamente.
Curioso che per Milano mi occorsero due giorni di ferie. Per Dublino ne basterà uno e mezzo, domani mattina infatti sarò in ufficio.
Torno domenica a mezzanotte. Fate i bravi. A me hanno già augurato di prendermi la suina (o maiala che dir si voglia) così non mi faranno tornare. Quanto mi vogliono bene qui, eh? Ecco, se del caso sperateci anche voi ma non contateci.

in termini tolkeniani

In termini sufficientemente tolkeniani, l'Italia è la Terra di Mezzo nel suo complesso, in bilico tra passato e futuro (incerto), o è proprio Mordor?
E così continuando, intraprendendo un viaggio nella terra degli Elfi secondo voi si arriverebbe sempre in Irlanda?

20 luglio 2009

Man on the moon

Son trascorsi 40 anni da quel giorno, quando sì, diventammo grandi perché facemmo un balzo che ci permise di smettere di osservarci l'ombelico e di iniziare a guardare l'universo da più vicino. Quando si lascia casa per la prima volta si è spaventati ma accidenti com'è bella la Terra vista da lontano.
Auguri a chi partecipò a quell'impresa, auguri a noi che siamo qui a festeggiare, auguri a chi compie gli anni in questo bel 20 luglio.


18 luglio 2009

banalmente a saldi

Dopo tempo immemore, forse più di 5 anni, oggi pomeriggio ho acquistato un paio di scarpe. Voglio dire, sono entrato in un negozio vero, non le classiche eccezioni riguardanti acquisti in super offerta ai supermercati di scarpe da ginnastica che un anno sì e uno forse mi si sfondano in punta. Proprio in un negozio, quello che finisce per eox.
Sì, nulla di ché, quelle che mi garbavano pensavo avessero il prezzo pieno sul quale applicare lo sconto del 30%. No, era già scontato. Vedi a non andare praticamente mai a fare sciòpping nemmeno in tempo di saldi? poi mi confondo. Ovviamente quelle belle sono rimaste lì, e ho ripiegato su un altro paio, più banale. Più da SF-ai-saldi insomma.

17 luglio 2009

gavettoni di m

Stamani per andare a pranzo stavo pedalando all'imbocco di via Grande. L'incrocio, abbastanza trafficato per molte ore al giorno, fa sì che chi viene da sud possa girare in via Grande senza passare dal semaforo; succede abbastanza spesso che pur dovendo dare la precedenza le macchine sfreccino allegramente, molti senza -apparentemente- guardare.
Me ne stavo proprio lì in quel punto quando con la coda dell'occhio destro ti vedo un qualcosa di bianco che si stava avvicinando velocemente. Uno di quegli istanti in cui il cervello riesce a cogliere anche le frazioni nelle quali è composto. Ho avvertito che in realtà erano due cose bianche, escludendo quindi contemporaneamente che potesse essere un auto.
Non ho capito, se non alla fine, che direzione avessero questi oggetti bianchi. All'udire due forti splash consecutivi sull'asfalto ho compreso: erano due cacate di gabbiano in rotta di collisione, o quasi, con la mia bici.
Con la mia consueta e ridicola flemma ho continuato a pedalare testimoniando solo con un lieve movimento della testa che sì, avevo capito.
Se quei gavettoni mi avessero preso mi avrebbero rovinato. Sul serio. Mi avrebbero ricoperto e, soprattutto, ricolorato all'istante la maglietta color ruggine in avana.
Non mi esercito troppo spesso sui se e sui ma, però stavolta mi sono proiettato nella testa un breve film dove, nonostante la gavettonata, riprendevo velocemente la pedalata flemmatica senza dar adito a nient'altro che non fosse un grido: gabbiani di merda!

15 luglio 2009

finirò mai?

Pare una neverending story. A essere sinceri lo è. Solo per rendervi partecipi dei contorni di quello che ho provato. From me to you:


puff puff

Ma dello scirocco di questi giorni ne vogliamo parlare? No eh, è meglio di no?
Forse avete ragione. Magari un domani assai lontano ne potrei perdere la memoria di quanto sto sudando.

13 luglio 2009

contro ogni bavaglio alla rete



Questo blog domani, martedì 14 luglio, aderirà all'iniziativa di Diritto alla Rete contro ogni bavaglio legislativo ad Internet in Italia.

11 luglio 2009

le urla interiori, la morte sociale e una sorta di sopravvivenza

In tre parole The Unforgettable Fire. Sintesi musicale, in parte con il testo e in tutto con la musica, di tanti miseri episodi simboli di una vita che si è rivelata molto diversa dalle intenzioni. Certi ostacoli sono sempre lì da doversi superare, altri già lasciati alle spalle. Il bello è che quella che cattura l'attenzione è sempre la parte mezza vuota del bicchiere, quasi che ci fosse una sete atavica di vitalità che lotta incessantemente contro i timori e le paure sorte da più parti nel tempo. La parte mezza piena è solo un insieme di esperienze al quale attingere qualche volta ma sul quale contare poco, quasi che le cose una volta raggiunte perdano parte del loro valore. Il trovarsi a lottare tra queste due visioni a volte è ridicolo, a volte invece lacerante. Riemergono ancora ogni tanto le urla mai gridate e la voglia di nascondersi da tutto e da tutti; e con esse le domande sul perché tanti anni fa siano state fatte queste scelte invece che i loro contrari. Le risposte ci sono ma non complete. Il valore di The Unforgettable Fire sta proprio nell'aver segnato una strada in mezzo a questo bivio.
Mi ha insegnato ad urlare e ad esserci. E' stato straniante sentirla live l'altro giorno. Ero solo perché dovevo esserlo, quasi che fosse un appuntamento con me stesso. Tutto qui. Io sono tutto qui.


Ice
Your only rivers run cold
These city lights
They shine as silver and gold
Dug from the night
Your eyes as black as coal

Walk on by
Walk on through
Walk 'til you run
And don't look back
For here I am

Carnival
The wheels fly and the colors spin
Through alcohol
Red wine that punctures the skin
Face to face
In a dry and waterless place

Walk on by
Walk on through
So sad to besiege your love... oh hang on
Stay this time
Stay tonight in a lie
I'm only asking but I
I think you know
Come on take me away
Come on take me away
Come on take me home
Home again

And if the mountain should crumble
Or disappear into the sea
Not a tear, no not I

Stay in this time
Stay tonight in...
Ever after, this love in time
And if you save your love
Save it all

Don't push me too far
Don't push me too far
Tonight
Tonight
Tonight

10 luglio 2009

foto e contorni circolari

Viaggiare sul Freccia Rossa a 300 km orari è una cosa grandiosa. Pensare che sia il top delle ferrovie italiane anche per quanto riguarda le frequentazioni è da sciocchi, un'accozzaglia di genti così nemmeno sui vecchi espressi a lunga percorrenza l'ho vista.
Gente senza prenotazione, gente che stava stravaccata per terra vicino alle uscite, venditore abusivo, personale passato due o tre volte che pareva guardare da tutt'altra parte, e dei passeggeri regolari se ne salvavano pochi in termini di modesta eleganza. Non sono uno che a queste cose ci fa troppa attenzione ma quando la sciatteria abbonda, ancor prima di notarla con lo sguardo, avverto una sensazione di fastidio. Bah, io sono rimasto basito fino all'arrivo a Milano.
Scendiamo in albergo (perché sì, noi valiamo!!) -è lo stesso, vero, anche se aveva solo 1 stella?- dove danno, a me a alla TUF sister, la stanza numero 7. Il destino di TUF è con noi. Facciamo un giretto in centro. Mai vista una concentrazione di trentenni e soprattutto quarantenni dai volti sì molto belli ma talmente curati da apparire finti. Strafighi di plastica.
Distratto da siffatte bellezze meneghine non mi accorgo se non dopo aver sceso tutte le scale che siamo di nuovo in metro. Va bé dai andiamo allo stadio.
All'ombra si stava anche bene, al sole era caldo. Tanti, tantissimi bagarini. Pochi minuti prima del concerto lo stadio non era del tutto pieno; durante il concerto ci ho rifatto caso e lo era. Chissà quante persone hanno acquistato il biglietto a prezzi stracciati a concerto già iniziato.
Io avevo l'ingresso n. 3 e la sister il n. 4. Dopo pochi minuti trova il modo di intrufolarsi tra la folla della sua entrata e poi inizia l'assalto all'apertura dei cancelli per il prato. Solita disorganizzazione italiana. Le avevo assegnato un'incombenza: una volta dentro che guardasse se il settore verde era all'ombra oppure no. Dopo mezz'ora aprono anche da me, mi arriva il messaggio che l'ombra incombe, attendo che la fila si esaurisca e poi entro.
The Claw mi accoglie appena termino di salire le scale. Madonna che mostro di palco!
E se non mi si crede basta vedere le foto, ora ci sono tutte.
Durante l'attesa del concerto non succede nulla di particolare. Però è curioso che esista ancora gente che ha la pretesa di restare in un posto non suo in un settore dove tutti i posti sono numerati.
Dopo il concerto sono andato al ritrovo degli U2ers di IFMU2 al bar fuori dallo stadio. Saluti a mezzo newsgroup e poi via di corsa verso l'ultimo treno della metro.
Milano di notte, anche nelle strade prive di traffico, ha un rumore di sottofondo da far paura. Ma se ne rendono conto o l'abitudine riesce a far digerire anche questo?
La mattina seguente il programma ci porta al parco Sempione e poi da Typesetter che ci porta da un giappo. Il brodo che hai preso, mi viene detto, se bevuto quando è bollente diventa un potente rinfrescante in giornate calde come questa. Ah sì? Proviamo.
Sono morto dal caldo prima, durante e dopo il brodo. Però dai, finalmente da un vero giappo ci sono stato.
Sul treno per il ritorno, un banale Intercity stavolta, dei ragazzi nel nostro scompartimento parlano del provare il Freccia Rossa, anche perché, dicono, lì sopra non c'è gentaglia.
Mi sono voltato verso il finestrino con la chiara sensazione che si fosse chiuso un cerchio.

il titolo di Fire

Premessa. Avendo fatto The Unforgettable Fire e una versione da urlo di Ultraviolet non so neanche da dove cominciare per questo post. Per le cose di contorno, il viaggio e il resto magari farò un post separato. Qui di seguito un tentativo di post.

Entro nello stadio e ti vedo The Claw, il nome scemo dato al palco. Una cosa informe e gigantesca. Di sicuro progettata da ingegneri. Sono subito contento dell'aver cercato a marzo un biglietto in un altro settore rispetto a quello assegnatomi col primo acquisto. Seppure laterale la vista del palco e della passerella è totale.
Un po' di critiche, vai.
All'inizio sentivo solo i bassi. Almeno fino alla quarta canzone la voce di Bono era molto lontana, poi la cosa è rientrata, pur nei limiti dell'inesistente acustica di San Siro.
I tentativi di traduzioni simultanee sullo schermo dei discorsi di Bono sono falliti miseramente. Molto meglio che parli in inglese lentamente, che se vuole ci riesce, per far comprendere al pubblico le sue parole.
Certo che vedere lo stadio venire giù per la prima volta su Boots è roba da chiodi. Solo perché ci hanno fatto il singolo? No, c'è sempre stato un qualcosa che non mi lega agli U2ers più giovani. C'era pure qualcuno che ha pensato bene di sfruttare il momento per concentrarsi a cambiare le pile alla digitale, tanto c'è Boots. Colei che ha fatto ciò non può che avere il mio amore.
La versione di Crazy è stata orrenda, tamarra e disgustosa. Pure il suo ritornello, che è l'unica cosa che comunque mi garbava, era irriconoscibile.
IALW, ebbasta, vi prego. Era stata sepolta col suo primo ed ultimo tour, l'Elevation tour, e ora te la rispolverano? Ma allora fatemi sentire per la prima volta lo sgorbio di Babyface, almeno avremmo avuto un'anteprima mondiale.
Continuo? Ma sì dai, ancora una. Ebbasta Pride. Già quattro anni fa la dichiarai inascoltabile. Possibile che Bonino caro non legga questo blog?
Il concerto vero.
Di seguito a Angel of Harlem hanno iniziato quello che forse era nelle intenzioni un semplice ritornello e mi sono invece ritrovato ad ascoltare la migliore versione live di Stand by me di sempre. La risposta, cercata e trovata, del pubblico è stata eccezionale e vedere Bono fermarsi e togliersi gli auricolari per ascoltare meglio, lui, dà il senso del momento insieme alla vista della sorpresa sul suo volto. Curioso che nella set list presente sul sito ufficiale sia scomparsa.
Party Girl dedicata alla figlia di Bono, Eve, che sale sul palco per festeggiare il suo 18esimo compleanno, con tanto di champagne, è stata bellina bellina.
Poi ad un certo punto hanno attaccato The Unforgettable Fire.
MLK mi ha portato via, sollevato dalla brezza.
Ho già scritto che verso metà concerto hanno fatto TUF?
Walk On, e il suo a singing bird in an open cage non smetterà mai di prendermi allo stomaco.
E poi è ancora più bella dopo aver ascoltato TUF.
Verso la fine è arrivata UltraViolet. Madonna che versione. Bella, immensa. Baby baby baby (2) Light my way. Fu amore al primo ascolto, e dura ancora oggi.
Ma d'altronde prima avevano suonato TUF. No via, stasera proprio non ci riesco a parlarne. Magari rimando a un altro post.

Quello che mi colpisce di più, da sempre, è che non mancano mai le occasioni in cui con semplici mosse diano un senso al loro impegno. Fino a quando questo gruppo continuerà a mandare sugli schermi, durante una Sunday Bloody Sunday che ormai è datata -fosse solo per motivi anagrafici-, scritte in lingua farsi su sfondo verde per denunciare quanto succede in Iran, fino a quando troverò in mezzo al concerto messaggi registrati di un Desmond Tutu sulla ricchezza dell'umanità, fino a quando troverò dediche cantate, scritte, a gesti per onorare ed incoraggiare l'altro premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, o fino a quando sentirò dediche di One a Berlusconi precedute però da un discorso di questo tenore: "It is well known that I have had some differences with your prime minister over promises that were made and not kept to the world's poor. Italians have given so many gifts to the world... modern physics.. the renaissance.. the piano... the gift of song... from Puccini to Luciano Pavarotti to Jovanotti. In the next few days, at the G8, your leader will decide where he stands on the gift of life for people far beyond your shores. If you think he should do what he promised for the poorest and most vunerable in Africa, you need to let him know because he is not increasing aid as he said he would. He is slashing it. Do you think he should do what he promised? He still can. Tomorrow. Thursday. Friday. We'll be waiting to see if he does. I write songs... Berlusconi gets to write history... it's not too late for his chapter to end with dignity... I want to dedicate this song for him... it's called ONE", ecco io fino ad allora continuerò a fregiarmi del titolo di Fire.

09 luglio 2009

Diritto alla Rete

Mi sono iscritto a Diritto alla Rete, e subito dopo averlo fatto il sito è crashato (nota ironica: lo so, sono stato io; nota seriosa: già sotto attacco?).
Leggersi gli scopi, l'iniziativa prevista per il 14 luglio e quant'altro possa interessare. E poi di conseguenza decidere se aderirvi o no.

Via Stoney.

e intanto il mondo là fuori va avanti

No, non intendo il solito riferimento all'Italia oramai ferma su qualsiasi piano la si voglia osservare. Certe cose non hanno grandissimo seguito neanche in società molto più aperte culturalmente parlando.
Eppure ogni tanto bisogna smettere di guardarsi l'ombelico; il farlo rientra nella natura umana.
Novità pubblicata in questi giorni è che si sta mappando la Via Lattea, e dopo la prima fase di rilevazioni sono già migliaia gli agglomerati di polvere cosmica finora sconosciuti che sono stati scoperti.
C'è un mondo lì fuori tutto per noi, e spesso invece chiudiamo gli occhi davanti a certe meraviglie per starcene nel nostro rassicurante e triste buio.

08 luglio 2009

06 luglio 2009

SF on tour - Lombard leg

Ho fatto solo poco fa mente locale, obnubilato dal concerto a San Siro, che domani viaggerò per la prima volta su un Freccia Rossa a 300 km orari. Lo dico così, giusto per un po' di colore.
Andare verso Il Fuoco su una freccia rossa non è un'immagine malvagia, tutt'altro. Lo dico così, giusto per un po' di cialtronaggine.

05 luglio 2009

sopravvivere inconsapevolmente

Dall'ultima esperienza da transformer idraulico ero uscito abbastanza shockato, in fin dei conti non avevo capito nulla di quel che avevo fatto se non che il risultato finale, in un primo momento disastroso, si era miracolosamente girato al funzionale.
Era da un paio di mesi che dovevo farlo ma proprio perché memore della trascorsa esperienza facevo finta di nulla. Dieci giorni fa staccai tutto, pompa e addolcitore, e misi l'acqua diretta. Però disporre di tutto quel cloro annacquato, intendiamoci è un cloro di ottima qualità quello che ci dà il Comune, mi è bastato.
Ho riattaccato il tutto e ho svuotato d'acqua la pompa. Ho avviato il compressore e nel giro di neanche 9 minuti ero lì di nuovo con l'acqua che scorreva dai rubinetti. Il tutto in attesa dello scatto della pompa. Vigliaccamente allontanatomi da essa, sia mai che un improvvido scoppio mi investa, la pompa è scattata restando in azione per il giusto tempo e continuando a dare la giusta pressione.
Stavolta è andato bene tutto alla prima. Non so perché ovviamente ma funziona.

Resta un'altra grande questione casalinga irrisolta ma non sono certo capace a risolverla, quindi mi appello ai sachelettori.
Cercasi muratore che mi sistemi la porzione di intonaco che si è staccata dal soffitto del bagno. Trattasi di piccola porzione da 1,5 m. x 20 cm. in corrispondenza di una trave d'acciaio che regge la soletta. Intervento semplice, ospitalità garantita, pagamento immediato.

04 luglio 2009

le solite consuete castratine

Dall'adolescenza mi porto dietro una sorta di tic, di vezzo, di cosa non so, che fa sì che quando ho i capelli della misura giusta li prendo con la mano sinistra e inizio a rigirarmi alcune ciocche tra le dita. Gesto inconsapevole, reiterato all'infinito. Dopo qualche anno da desperados con le mani sempre tra i capelli, come mi diceva un mio compagno di superiori, imparai a far quasi coincidere il momento in cui sperimentavo la ciocca selvaggia e il doveroso taglio.
Ecco che anche stavolta non ho fatto eccezione. Da una decina di giorni mi ero accorto dell'incombente fase desperada, anche se era giusto un cenno. Non riuscivo ancora a prendere bene i capelli dietro l'orecchio sinistro ma me ne sono ben guardato di star lì a tergiversare, per cui oggi ho preso la macchinetta, e sono andato dar mi' babbo. Non che sia lo specialista di famiglia, solo che è l'unico che si è fin da subito preso la briga -leggi pazienza- di star lì a tagliare capelli a chi volesse. Sono rimasto il suo unico cliente.
In realtà è anche un gioco nei rapporti padre figlio. Sembriamo due che se la stanno godendo per bene pur nella semplicità e, qualche volta, comicità della situazione. Non dico che starei lì tutte le settimane ma questi momenti sono quasi impagabili per me.
A volte vengono meglio, altre peggio. A volte sono pari su tutta la testa, altre volte alcuni ciuffetti di lunghezza maggiore spuntano dal capello corto. A volte la rifinitura intorno all'orecchio è perfetta, altre mi chiedo cosa stava a spostarmi i padiglioni auricolari se poi lì dietro i capelli sono sempre lunghi. Insomma, cose così. L'importante è saper trovare una sorta di equilibrio tra pretese di bella presenza e capacità di taglio.
Stavolta pareva essere andato tutto bene. Alla fine però ha preso uno specchietto per farmi vedere il taglio dietro. In genere non lo fa mai.
Ti ho fatto il taglio troppo alto.
!!!! bé sì, decisamente, ho tutto il coppino scoperto. Se fossi ancora a scuola sai che pattonate che prenderei.
Sembri un frate.
Ah!!! Bene. Grazie, eh.

trolley di luglio

Il recentissimo acquisto del piccolo trolley dimensionato per passare quale bagaglio a mano sugli aerei, quanto meno su raianeir (non seguono epiteti perché qui si è signori e perché, prima di esprimersi, è meglio partire e soprattutto tornare), mi ha reso felice a livelli infantili.
Solo qualche dubbio si insinua e ogni tanto nei miei deliri mi vedo in un film quale protagonista forzato: tornare indietro al check in a causa di quel mezzo centimetro in più che era stato misurato male, tra lo scherno del personale raianeir di terra. Ma se poi fossero i misuratori di bagagli a mano a non essere tarati correttamente?
Bene, soddisfatta la voglia di rendere partecipe il pubblico di sacherlettori sulle recenti acquisizioni, non rimane altro che ricordare che oggi è il 4 di luglio. No, giusto per dire che casualmente c'è proprio una canzone intitolata 4th of july e che, guarda sempre il caso, è degli U2. Sì, lo so da me: è stata la peggiore intro ai loro concerti che abbia mai ascoltato. Solo che siamo in fase preconcertuale, non che abbia mai capito molto ma ci sono periodi come questi dove capisco ancora di meno.

01 luglio 2009

canzone del mese - giugno 2009

Il tour degli U2 è iniziato ieri sera e alla terza tappa arriverà a Milano. Un album l'ultimo al di sopra delle aspettative. Dall'omonimo album, No Line On The Horizon. Godetevela.
A Barça hanno fatto una splendida scaletta. Per giungere alla perfezione mancherebbe un qualcosa che si chiama Bad. Ma cazzo, IL motivo per farmi piangere c'è già.
Infinity is a great place to start.