23 agosto 2012

what a diamond

Da ieri su youtube sto guardando video di gente, per lo più ammerregana, che fa proposte di matrimonio.
La quasi totalità sono proposte accettate, anche se qualcuno, immagino devoto alla verità a tutti i costi, si è divertito a caricare anche quelli con impressionanti rifiuti, quali ciaffoni dati, incazzature varie, ché l'ammmore mica tutti sono in grado di coglierlo quando passa.
Nel mentre vi riprendete dalla notizia sulle mie visioni internettiane, scrivo qui il seguito del post, teso più che altro all'analisi delle reazioni umane in queste situazioni.
A parte le reazioni delle spose, alcune molto sincere e toccanti, altre prese -ma si sa, ah signora mia, come son fatti questi americani- da isterismo saltellante, quasi tutte che lacrimano come una madonna, molte che fanno le scimmie urlanti, quello che mi colpisce sono gli altri.
Gli altri, quelli che son lì solo di contorno, anche se la situazione creata per l'evento ha visto il loro aiuto, supporto, sostegno. Alcuni di questi altri attendono solo qualche istante e vanno addirittura a rompere l'abbraccio e il bacio dei futuri sposi, manco stessero per sposarsi loro. Molti di questi altri urlano, o meglio ululano a perdifiato che non so come facciano le loro povere corde vocali. Ci sono poi alcune donne, sempre facenti parti di questi altri, che sono interessate solo all'anello, e urlano solo per quello, manco fosse l'Unico, e lo soppesano neanche tanto velatamente, il mio aveva più carati del tuo gne gne gne, continua a piangere così te lo valuto meglio senza che tu te ne accorga.
Passando agli uomini, che qui volevo arrivare, devo dire che si conferma la teoria: quelli più carini sono anche quelli che organizzano le occasioni più belle per fare la proposta. Giusta dose di semplicità, ironia, emozione. Il loro essere strafighi ai miei occhi è da escludere ovviamente dai miei metri di giudizio.
Curiosa l'assenza di fantasia tra chi è un poliziotto o ha chiesto aiuto ad amici poliziotti: tutti immancabilmente simulano un fermo mentre sono alla guida, con l'eventuale aggiunta di un inizio di arresto. Anche qui, qualche manzo sarebbe perdonabile, i cessi no.
Alla fine di tutto arriva il momento dell'introspezione. Che sia arrivato il momento che qualcuno mi si proponga? Che sia giunto il momento che mi richiamino al lavoro prima della fine delle ferie? Che sia troppo caldo e umido in questi giorni?
Nel dubbio informo la gentile pletora dei sacherlettori che no, la piazzata su un palco davanti a centinaia di sconosciuti no, nessuno si deve permettere di pensarla adatta a me. Sempre che non ci sia anche Bono a cantare e a far da cupido, è chiaro.

22 agosto 2012

ventilazione

Preso dalla calura di Lucifero, che per poco l'altra notte son stato male, più che dal caldo dall'umidità, ieri sono corso a comprarmi un ventilatore, visto che oramai neanche i muri della casa riescono a mantenere, come diligentemente hanno fatto per anni, una frescura accettabile.
Così per tutto il pomeriggio di ieri e pure per tutta la notte sono stato sotto ventilazione continuata; la temperatura oscillava sempre tra i 29 e i 30° ma è stata tutta un'altra vita. Oggi invece sto resistendo, anche se sento che tra un po' lo accenderò di nuovo.
Il tutto in attesa che, nei prossimi anni, arrivi ad acquistare un condizionatore. A quel punto l'apocalisse finalmente arriverà.
A margine, mi meraviglio di me stesso: la moda dell'estate di dare un nome agli anticicloni subtropicali mi sta piacendo. È il caldo, lo so.

19 agosto 2012

e per ora ridimensiono flickr

Già lo sapevo, ma visto che nessuno ha implorato il ritorno delle foto attualmente oscurate mi sa che resto, almeno per un po' così.
Mi è scaduto l'altro giorno l'account pro su flickr e sono tornato alla visualizzazione di sole 200 foto, di alcuni set, senza collezioni, statistiche e tanti fronzoli insomma. A questo giro non mi è venuto di andare di corsa a rinnovare; cosa poi, il pagamento per tutte le mie foto? Che poi chiedere di essere implorato per una cosa del genere è la classica scusa per non dire che in realtà è una mia decisione. Un po' mi sta dispiacendo non poter vedere alcune belle foto che avevo fatto, ma sulle 1.200 pubblicate saranno state una ventina quelle che per me valevano veramente la pena.
E se le caricassi su picasa? Solo che mi andrebbero pure su google+, che meriterebbe una morte morta invece di essere alimentato. Oddio, ora che mi sovviene, caricare alcune foto lì potrebbe agevolare la fine del triste g+, stimolando molti a levarsi di torno. Mhm... ora ci penso per bene.

16 agosto 2012

i timidi napoletani

O quasi. Alcune impressioni del mio recentissimo errare in quel di "vedi Napoli e poi muori".
Come resistere alle insistenze dei viaggiatori napoletani presenti nello scompartimento del treno durante il viaggio di andata? Non si può, la mia proverbiale spocchia ha ceduto alle loro insistenze. Curioso che, appreso che non ero di Napoli, in separati momenti, sì perché le conversazioni intavolate contemporaneamente erano almeno tre, mi sia stato chiesto del perché stessi allora andando a Napoli.
L'ospitalità del romano trasferitosi per lavoro a Napoli, che fa di lui il potenziale obbiettivo di biasimi misti a commiserazioni, ha previsto tante corse di taxi quante ne ho mai prese finora nel resto della mia vita, musei, tanti musei, chiese, tante chiese, mal di piedi e di gambe, tanto mal di piedi e di gambe, camera con vista.
Le poche cose che ho capito di Napoli.
Città, musei e chiese, tutto bellissimo. Città sbrigativa, al contrario di quello che uno si potrebbe aspettare, l'importante è che, fatta una certa, tu ti levi di torno. Così ad esempio a Capodimonte, un'ora di tempo per visitare 60 sale, fate un po' voi; oppure da Pellone, la pizzeria. Qui però è toccato agli altri levarsi di torno presto, noi siamo stati onorati dall'aver dovuto chiedere noi il conto.
Trasporti pubblici un po' ridicoli, frequenza degli autobus minore di una città di provincia.
Sensazione di allerta costante. Radiografie subite, innumerevoli. Problemi solo col caldo.
Mozzarelle di bufala di un altro pianeta. Sfogliate da riprovare con qualche grado in meno. Caffè, non me lo hanno fatto. Brutta storia.
E su tutto la netta sensazione, forse influenzata da quanto detto dall'ospite, che in fondo in fondo, i napoletani, quelli più veraci, esprimono una misconosciuta timidezza.