27 marzo 2013

What's my name? Mark Chapman!

Ho letto solo stasera questo tweet di Yoko Ono della scorsa settimana. In supporto, immagino, alla campagna del Presidente Obama sulla limitazione della vendita delle armi.
Inaspettato è riemerso in me il ricordo di un discorso, quasi un grido, fatto da Bono durante il concerto di Torino del luglio 2001. Un discorso fatto durante la canzone Bullet the blue sky.
Uno stralcio, preso dal testo che mi scrissi dodici anni fa, errori di comprensione inclusi:

Hey John Lennon war is over,
we don't need your help
America is making a war on itself
War is over, we don't need your help
America is making a war on itself
676 thousands will go down
with the bullets, in the streets
of America in the next 20 years, 20 years, 20 years
John Lennon, you're the first.

E poi quella rabbia finale, quel gridare ossessivamente il nome di Mark Chapman. Da allora quel grido di Bono è qui, dentro la mia testa, o forse è parte di me.
Di seguito potrete vedere il video col discorso di Bono (dal min. 5'58"). Immagini prese dal vcd che fu creato all'epoca, quando i newsgroup esistevano e si rendevano utili, e in qualche caso indispensabili.

23 marzo 2013

la disonestà nella comunicazione di Grillo

Prendetevi 15 minuti e leggete questo post di Quit the doner. È lungo ma ne vale la pena. Un'analisi che forse potrete non condividere appieno ma molto accurata e che dà una luce diversa rispetto ai tanti scritti di queste settimane che si trovano da tante parti sulla supposta nuova maniera di pensare e fare la politica.
Nel post non compare la parola disonestà che è, a mio vedere, un piccolo sunto, seppur parziale, della comunicazione di Grillo; ed è per questo che la ho inserita nel titolo.
Suggerisco anche di dare uno sguardo ai commenti. In particolare questo, dove si introduce una possibile lettura per il futuro del fenomeno.
A chi lo leggerà, oltre che all'autore, il mio ringraziamento.

16 marzo 2013

se il nuovo è peggiore del vecchio da buttare

La lacerante scelta di oggi dei senatori: avere come proprio Presidente una personalità come Grasso o una come Schifani. C'è chi non ha saputo farla. C'è anche chi non ha voluto farla.
Come ho letto in giro oggi, era una scelta tra materia e antimateria. O, per essere più didascalici, tra mafia e antimafia.
Scelta Civica del sen. Monti, e il Movimento 5 Stelle non hanno saputo o voluto farla. Le uniche due forze politiche che possano dirsi novità di questa legislatura. Chissà alle prossime decisioni.

14 marzo 2013

la differenza dei primi piani

Dalle ore 13 di martedì Livorno è senz'acqua potabile. La conduttura che corre lungo il canale dei Navicelli, che collega il porto con la darsena pisana passando per chilometri e chilometri per la pineta di Tombolo (quindi mi sa che i cugini c'entrano eccome ve'natid'ancane), si è rotta a causa di uno smottamento dell'argine del canale. Successivamente stanotte, pure il blocco di cemento posto a pochi metri dalla rottura e nel quale era fissata la conduttura ha ceduto ritardando pertanto i lavori di ripristino. Una città da 160.000 abitanti che dipende da un'unica conduttura. In questo momento in cui scrivo sembra che per le ore 6 di domattina potrà essere progressivamente erogata l'acqua a tutta la città, tenendo considerato anche il rischio che potrebbero esserci delle altre sorprese.
Ogni tanto, in queste oramai 56 ore a secco, da qualche parte un po' di acqua è arrivata. Alcuni bypass sono stati installati, anche se il primo che fu fatto nella giornata di martedì non resse alla pressione, e pure una vecchia conduttura in disuso da circa un secolo è stata ripristinata. In questo modo è stato ottenuto di far arrivare l'acqua, pur senza quasi pressione, ai piani bassi delle case.
Il bello in tutto questo è che io sto al primo piano. I miei stanno al primo piano a neanche 200 metri di distanza da me. Loro un rivolo d'acqua stamattina sul presto ce lo avevano, io manco quello. All'ora di pranzo tutto fermo anche da loro, quasi fosse per un senso di giustizia applicato al contrario.
Chi vuole va alle autobotti, chi alle fontanelle, chi si rivolge direttamente al mare.
Ora, se ci sarà davvero il ripristino dell'erogazione, c'è da stare attenti a tutta la melma che entrerà nelle tubature delle case.
Nel frattempo qui è tutto un sudiciume, la casa e anche io.

02 marzo 2013

allettare Goldman Sachs non è da tutti

A Goldman Sachs piace il Movimento 5 Stelle. Strano, si direbbe a prima lettura. E anche alla seconda lettura continueremmo a straniarci.
Cosa c'è nel ...programma(?)... del M5S che possa piacere così tanto a GS e che faccia da punto d'unione tra due modi così antitetici di affrontare le questioni economico-finanziarie?
Che poi, antitetici... in realtà basta un unico ma importante punto che unisca per far cadere tante differenze. Ma c'è? Secondo me sì.
L'idea, ancor prima della sua realizzazione, dell'assenza di partiti. Come fare meglio i propri affari senza un'organizzazione di cittadini avente base e leaders che possa condizionare uno stato legiferando e rischiando di condizionare il tuo lavoro? Una prospettiva così è quantomeno allettante.
Ecco, meglio ci sia solo la base dei cittadini, soggetto liquido, come potrebbe andar di moda dire oggi, e quindi per necessità e definizione senza una forma propria, un vero contorno, dei veri limiti da porre sì a sé stessi ma anche agli altri quando occorre.
L'idea di fondo è quella di minare l'esistenza, così come la conosciamo oggi, dello Stato e delle sue istituzioni. Cosa che alla lunga interessa più a certe istituzioni finanziarie che ai cittadini.
Dalle rive dell'Hudson river non possiamo esser considerati diversamente da come i clienti sono visti da una banca. Che cosa volete, ci avete dato i vostri soldi, ora fuori dalle scatole che ci pensiamo noi.

essere verza

Uno dei concetti basilari della mia filosofia di vita è il fare la spesa in momenti di scarsa affluenza al supermercato. I pensieri rivolti al cibo, o in generale a quello che devo comprare, sono costruttivi in quanto riesco a pianificare per bene, con rari errori, trovando anche alcune sorprese nascoste tra gli scaffali.
Ma quando devo andare il sabato mattina, 'perché ci s'ha da fare e l'auto si prende noi', la spesa diventa una tragedia. Stamani sono stato dentro la coop solo per mezz'ora, combinando poco o niente visto che poi alla fine me ne sono venuto via con una spesa, nelle intenzioni doveva essere settimanale, di soli 40 euro, avviandomi alla cassa veloce per l'unico motivo di aver completato il giro. Dopo aver sparato il salvatempo sul codice del conto finale ho guardato il display e solo lì mi sono accorto della pochezza delle cose prese. Dubbi mi son venuti su cosa stessi pensando quando percorrevo i corridoi guardando sugli scaffali. Ma l'unica sensazione costante che sentivo ancora in quel momento finale era il senso di disturbo causato da tutta quella gente.
Insomma, io che ci faccio col cavolo verza se poi non ho preso il macinato per farci gli involtini che avevo in mente?