Caro Charles,
mi permetti vero di darti del tu? Sai, son fatto così, ogni tanto mi prende un'irrefrenabile voglia di scrivere qualcosa che reputo importante a qualche sventurato che, in modo più o meno indiretto, ho incrociato nella vita. Stavolta tocca a te, spero solo tu abbia tempo e voglia di leggermi fino in fondo.
Volevo farti gli auguri di compleanno, oggi ne fai addirittura 200, un bel traguardo! Se ricordi bene poi quest'anno è pure il 150° anniversario della pubblicazione della prima edizione del tuo libro L'Origine delle Specie. Anche se poi l'edizione definitiva venne dopo ben 13 anni credo sia il momento di festeggiarti anche per questo.
Di tempo ne è passato da allora. Pensa che il pensiero umano ha modificato, grazie alla tua spinta vigorosa, la propria coscienza iniziando a porsi -finalmente aggiungo- in una posizione decentrata all'interno del sistema natura. Una natura non esistente per l'uomo ma semplicemente avente l'uomo tra i suoi attuali componenti. Mica ti svelo niente di nuovo; ricordi di tutti i tuoi dubbi, le tue verifiche, perché le tue ricerche fossero discusse seriamente e non ottusamente denigrate? Già sapevi chi avresti colpito e da chi saresti stato colpito. Lo sai che ancora oggi, tranne eccezioni, si tace il fatto che tu intraprendesti gli studi per diventare pastore anglicano? Strano, vero?
Ti scrivo dall'Italia, bel paese certo, ma riguardo alla cultura e ai dibattiti scientifici lo ritengo troppo statico. Qui già da un po' di tempo è come se una parte del pensiero umano si fosse fermata e pensi sia possibile restare ancorata a delle tradizioni fatte morale. Come se nella natura ce ne fosse una; chissà perché ciascuno di quelli che ne parlano specificano sempre che la loro morale è, quantomeno, la migliore se non l'unica ad avere diritto all'esistenza. E tutto questo provoca un profondo malessere nel mondo scientifico nazionale, tutto preso a sopravvivere al presente che non teso alla programmazione del futuro. No, credimi, occorrerebbe che la nostra storia incrociasse nuovamente una mente libera come la tua.
Ho preso la tua ultima pubblicazione, te la ricordi? Certo che mi è sempre venuto il dubbio che tu ti sia preso gioco di noi, tuoi lettori. Uno dei più grandi scienziati che l'umanità abbia mai avuto e che pubblica come ultimo lavoro un testo dal titolo La Formazione del Terriccio ad Opera dei Vermi. Ma via! Al di là della battuta c'è da riconoscerlo: scrivesti un testo scientifico coi fiocchi.
Com'è che scrivo queste cose? Sai, è che alla fine sono arrivato a laurearmi in Scienze Geologiche; addirittura tutti gli esami complementari che feci furono inerenti alla paleontologia.
Ti confesso una cosa. Seppure mi compiaccia in qualche momento di essere un paleontologo (dovrei sempre aggiungere l'aggettivo mancato, ma ogni tanto mi stufo) non ho mai terminato di leggere il tuo libro. Ebbene sì. Non ti chiedo perdono perché non è stato un caso. In realtà pormi in una luce di sincerità mi dà la carica a parlarti francamente: non è che il tuo stile di scrittura sia fantastico. Fin da quando iniziai il libro, anni e anni fa, notai che non avevi il pregio delle più alte e raffinate capacità divulgative. Mi accorsi che il tuo stile a tratti era ridondante, con una prosa esageratamente ottocentesca. Insomma, non la migliore lettura della mia vita. E sai, quando uno ha alte aspettative certe sorprese lo deprimono. Così mi sono ritrovato a distanza di anni a volerti festeggiare dicendo a me stesso di dover almeno essere sincero.
Non sono un paleontologo di professione, di lavoro in realtà faccio tutt'altro. Trovai molte difficoltà a terminare gli studi, e già allora non mi pareva di certo onesto continuare questa strada. Sono convinto che te, la paleontologia e pure la scienza mi sarete grati per non aver continuato nell'avventura.
Da parte mia continuerò sempre a voler applicare quello che da voi più ho imparato: curiosità e dubbio.
Un grazie lungo tutta una vita. Con affetto, tuo Andrea.