Tornando verso casa stasera, nel passare dall'Attias mi sono imbattuto in alcuni cellulari dei carabinieri. Son restato per un attimo perplesso poi ho capito che dietro stava per partire una manifestazione e le forze dell'ordine erano lì alla testa del corteo. Sono sceso dalla bici e per una cinquantina di metri ho proseguito sul marciapiede. Un centinaio di persone forse.
Mentre passavo hanno iniziato con un microfono e un impianto di amplificazione posto su un furgone a urlare uno slogan: fuori il PD da Livorno!
Mi sono sentito raggelare.
Mi reputo facente parte di quella sinistra che pretende che i propri rappresentanti eletti siano migliori. Mi ritrovo quindi spesso critico nei confronti di chi ho partecipato ad eleggere ma che non sta dando, secondo me, il meglio di sé stesso. Arrivo anch'io in alcuni momenti alla fase della critica senza un costrutto. Eppure al partito del no a prescindere, dell'esser contro a prescindere, io non mi ci sono mai iscritto. Ecco, i partecipanti al corteo di protesta erano questi qui, che da qualche anno vengono chiamati antagonisti. Ma al di là del nome è proprio l'approccio che li contraddistingue. Non fai qualcosa, è colpa tua; fai qualcosa, è colpa tua. Starsene lì a criticare, a protestare. E il pensiero? Oltre a tutte le colpe al Pd, cosa c'è?
Qui sono anni che la dirigenza del Pd, ma un po' in generale di tutto il centrosinistra, dimostra i propri limiti di visione e di capacità nel dare una svolta per pensare ad un nuovo futuro per questa nostra città. L'insofferenza di buona parte della cittadinanza pertanto c'è, è quotidiana, non è un fulmine a ciel sereno l'espressione di malumore.
La mia sorpresa di stasera è però stata quella di aver sentito quella frase qui, a Livorno.
Per due motivi: non ho mai sentito urlare una frase del genere neanche quando veniva Almirante a fare quei comizi provocatori. Non c'era il grido: fuori il Movimento sociale da Livorno. E non penso che il 2012 sia un momento storico peggiore rispetto agli anni '70. Stasera mi è sembrato quasi che, in quei pochi attimi per urlare quello slogan, si sia rotto il giocattolo della tolleranza che qui è da sempre stato uno degli elementi fondanti dell'essere livornese.
L'altro motivo è più contingente ma, forse, anche più beffardo. Il corteo si stava dirigendo verso la Camera di Commercio dove è in svolgimento la seconda giornata della conferenza programmatica del Pd cittadino. Cioè dove, dopo molti anni che non succedeva, il Pd discute insieme alla cittadinanza del nuovo futuro per la città. Conferenza programmatica organizzata da De Filicaia, segretario comunale del partito, cassaintegrato, e Ciampini, coordinatore della segreteria, due lauree e disoccupato.
Forse non arriveranno a nulla, ma loro ci stanno provando a dare un nuovo pensiero alla città. E io mi vanto di aver fatto sempre le scelte migliori. Stavolta poi è ancor più facile: io sostengo chi prova a riempire un teatro o una sala di teste che si aiutino a pensare, e non a chi cerca di svuotare di idee una città.