Si parte alle 8,30, puntuali mi raccomando. Fra poco l'unico ad arrivare in ritardo ero io. E parti. Mhmm, però! L'autista mica male. Uff.... sono qui per lavorare! Questo pulmino va come una lumaca ma non importa. Ho la consegna dei soldi, e pure la carta di credito aziendale fatta apposta per l'occasione. Siccome è arrivata l'altro giorno, senza avere neppure il codice, forse è meglio provarla in un'occasione da spesa soft. Bimbi, ci fermiamo all'autogrill, se volete si offre anche questa cosa (ché vitto, alloggio e viaggio lo erano di già offerti). Come si fa a rifiutare? Come non riconosce la carta? Dice davvero?! Ah, ecco, bastano solo 3 tentativi e poi è accettata. Sospiro di sollievo. Ora si potrà spendere a iosa. E allora mangiamo all'ultimo autogrill disponibile così poi andiamo direttamente in fiera. Spizzico? Come Spizzico. Ma che cavolo. Comunque in 12 s'è mangiato con 95 euri, alla fine che vuoi, pure brontolare?
Dire che il nuovo quartiere fieristico di Rho-Pero è fantasmagorico è dire poco. Grande, grande, tutto grande. Troppo. E ho visto solo metà delle cose che c'erano, e la fiera poi occupava solo metà di tutto l'impianto, morale ho visto un quarto del tutto. E il mal di piedi mi è bastato.
Biglietti omaggio, pass, stand, convegni, seminari. Tutto, in programma c'era di tutto e s'è fatto tutto. E corri al convegno, registrati, segui fino a che non interviene quello delle Grandi Macchine Trieste, o come cavolo si chiama, e ti addormenta seduta stante. E allora cambio programma, via di corsa al padiglione 2 per il seminario di uno della Bocconi sulla Cina. Registrati, entra, cerca di capire, mah veramente capisco, e poi il tipo oltre che spiegare bene è anche carino e non avrà nemmeno 30 anni.
E poi via in albergo, che si trova in zona Fiera ma quell'altra, la vecchia. E il parcheggio? Quando si libera un posto, dirà il portiere. Questa sagacia mi garba meno se proveniente da un milanese. Riposare un po', una doccia, una telefonata a chi ha orari lavorativi veramente milanesi (non è cosa per me) e via alla trattoria siciliana lì vicino. Mah, o che posto è? Ma dove ci hai portato Andrea? Bellini, o entrate o ve ne andate, qui pago io da un'altra parte no. Come amo la democrazia partecipata! Ah, il menu, grazie. Eh!!!!!!! Che sono sti prezzi?!?? Oddio, qui ci pelano. Ma no dai, non ti preoccupare, non mangiamo tanto. Mhmm.... cos'è? Cassata???? Cassata siciliana?!?!?! mhmmmm.... la voglio!!!! Dopo aver detto questo non posso di certo dire di limitarsi agli altri. Scusi, faccio con tono gentile ma da finto leader team, vorremmo la fattura. Non c'è problema, mi compili con tutti i dati qui, qui e qui. Ah no (e qui il tocco di classe ammirato da tutti): ho il timbro della società! Ohhhhhhh!!! Mi ha meravigliato, dirà in siculo il capo cameriere. Andrà bene alla fine. Siamo stati sotto il massimo consentito dalle regole dei rimborsi per questo tipo di corsi di ben 15 centesimi a testa, sfruttando però lo sconto di 20 euro (del quale me ne sono accorto solo stamani rifacendo un po' di conti). Ma come, hai preso la cassata consigliato da me e non ti è garbata? No. Allora non capisci una seg..!
Fuori piove piano. Accidenti. E ora, che si fa? Andiamo in centro. Si di qui. No di là. Una ragazza si è messa d'accordo con un'amica brianzola che vuole rivedere e la verrà a prendere per andare verso l'Hollywood. E cos'è? Ma come, non sai che locale è? No. Disprezzo negli sguardi. Perplessita in altri. Non sono solo. Poi l'autista offre di portarci col pulmino. Ma no dai si prende un taxi collettivo. E io, shhh zitta, se si è offerto vuol dire che va bene. E così via. Qualcuno rimane ma la maggior parte va, verso dove non si sa ma meno male c'è il satellitare. Ah guardate il Castello Sforzesco. Ma dove, quello lì non è davvero il castello. Ma si. E io ti dico di no. E infatti era il cimitero monumentale. Quanta ignoranza, meno male che ci sono io a infondere Gultura. E infiliamoci in questa stradina, l'amica brianzola aveva assicurato il parcheggio. La stradina è a fondo chiuso. Il garage sotterraneo non ci accetta nonostante rientrassimo nelle misure esposte all'entrata. Doppio senso di circolazione ma in realtà solo un unico possibile verso, la retromarcia per ben 300 metri. E allora parcheggia lì, no perché tappa la visuale capo. La visuale di che? Vieni via Andrea sennò il pulmino lo ritroviamo smontato pezzo per pezzo. Capirai che perdita. Alla fine in mezzo al terminal dei pullman della stazione di Porta Garibaldi. D'altronde era vuoto e non si portava via il posto a nessuno, eh!
E vai verso questo corso Como. Ah ragazzi. Il pr dell'Hollywood mi ha dato i biglietti omaggio. E allora? Ma come, non volete entrare lì? No, ci hai visto bene come siamo conciati? Solo te, bellina, sei stata 2 ore in camera per prepararti, a scegliere scarpe sciarpa ombretto... e ora te ne entri da sola. Il pr ci osserva perplesso quando decliniamo l'invito di altri omaggi con la gentilezza che ci contraddistingue nel mondo: ma ti levi.....
E ora via, siamo sempre al freddo e senza ancora uno straccio di locale. Azz.... a prima vista ne vedo una ventina nel giro di 100 metri, non penso proprio sarà un problema. E invece lo sarà ma fino a quando non inizierà a schizzettare. Le tende di quel bar sembravano fatte apposta per noi. E allora prenditi questo Americano, che schifo. Che fa quello? Un giovincello con scolaresca e professoressa inetta al seguito stramazza al suolo. Coma etilico? Forse. Ambulanza e via. Rientriamo? Ma no.... devo ancora finire di parlare con la brianzola. Di là c'è un localino grazioso. Ok. Ma che bellino, ma non ci si poteva venire subito? Secondo giro di bevute. Ma sì, un Long Island. Pop corn, ma che c'incastrano? ok, vada per l'assaggio dei pop corn, che ne prendi uno e non smetti più. E parla di questo, e prendi il pop corn, e parla dell'altro e prendi ancora pop corno e... splash!!!! Tre quarti di Long Island che vengono in un secondo verso di me, le cannucce impigliate nella manica, accidenti alle cannucce. E io che sembro uno che si sia pisciato addosso, ma proprio tanto! Panico! Puro panico. Poi il pensiero calmierante che avevo portato un secondo paio di pantaloni si fa strada e allora, chi se ne frega. O beh certo, avrei un pochino di freddo proprio lì. Che ore s'è fatto, andiamo che sono le 2 sennò poi domani Andrea s'incazza se partiamo un secondo dopo le 9. Che bello vedere che basta trattare male la gente una volta per ottenere (a parole purtroppo) effetti positivi.
E torna in camera. E via tutto, pantaloni, mutande, maglietta, s'è salvata solo la cintura. La dovrò offrire come ex-voto? Dormo un po', pur essendo un letto nuovo. Meno male. Avevo consigliato di regolarsi per scendere a fare colazione visto che c'era anche una scolaresca e noi dovevamo partire alle 9. Le scolaresche erano due! Affollamento nella sala colazioni. Si parte con relativa puntualità. C'è sciopero dei mezzi pubblici. Impiegheremo un'ora. E vai allo stand, e vai alla conferenza. Questa sembra interessante. Ma le mie palpebre non sono d'accordo. Meno male che agli altri è interessata. Sono contento per loro. Mangiamo qui o all'autogrill? Qui. Allora chiamo l'autista che ci raggiunga. Dopo 8 tentativi capisco che non è il caso. Ok, coraggio e via: 1 km all'andata e 1 al ritorno con l'autista appresso. E mangiamo al self service. Mi raccomando, andiamo alla cassa tutti insieme, si fa un conto unico. Possiamo andare alla cassa? Siiiii. Ok, allora fattura per tutti noi.... e, no aspetti, ne mancano due. Allora!? Muovetevi. Dopo 2 minuti con la fila bloccata si sono mosse, le care... ritardatarie. Self service schifoso. Caffè. Pronti, attenti, via! Nonostante il satellitare si sbaglia due volte. Uff.... La stanchezza prende il sopravvento. Acquazzoni qua e là per la strada. Caldo e umidità. Fa niente, siamo arrivati. E sono addirittura contenti che abbia fatto loro da tutor. E io pure.