Dopo ben una settimana dal mio viaggetto a Venezia, arrivo a parlare dell'esperienza.
Prima cosa la mostra su Leonardo, inserita in alcune sale appositamente allestite ma comunque contigue alle restanti della Galleria dell'Accademia.
L'idea che mi ero fatto, cioè che fosse utile se non addirittura necessario prenotare l'orario di visita, si è rivelata del tutto infondata. L'orario scelto, subito dopo l'ora di pranzo, mi avrà anche fatto compiere la visita al Museo in un momento quasi morto ma all'uscita, verso le ore 16, non c'era quasi fila alla cassa per entrare.
Presentata, e a ragione, come la mostra che può essere visitata solo una volta in una generazione, ecco che forse quei disegni, in un allestimento museale organizzato dall'incompetente sottoscritto, sarebbe stati valorizzati a dismisura rispetto alla pochezza che quelle salette riuscivano a dare.
Già l'indicazione fuorviante all'inizio del percorso della Galleria sarebbe bastata a sollevare alquante perplessità. Per la Galleria di qua, per la mostra sui disegni di Leonardo di là. Solo che là ha significato arrivare nella terza saletta della mostra leonardesca per poi passare alla seconda e infine alla prima. Insomma, mi son visto i disegni compiendo il percorso al contrario.
Al primo passaggio poi ho letteralmente mancato, forse ci saranno state delle persone davanti - non so bene, l'Uomo Vitruviano. Dopo aver capito che quella era l'ultima saletta, anzi la prima (leggi sopra), son tornato indietro. Or bene mancava, proprio dove c'erano le opere più importanti, il riferimento numerico per l'audioguida. Ci sono arrivato lo stesso al numero, in fin dei conti se avevo fatto prima l'83 e poi l'82, incrociando le dita ho tentato l'81 ed è uscito sulla ruota di Venezia.
Per farla breve: i disegni hanno meritato a pieno la giornata, l'organizzazione dovrebbe rifondarsi ripartendo dalla scuola: a, b, c, 1, 2, 3.
Venezia l'ho ritrovata bella come speravo. Un po' di foto sono pubblicate qui. Molta gente, nonostante questo sia periodo di bassa stagione (o forse iniziava solo questa settimana per via del ponte del 1 novembre), ma non una massa informe che riempie qualsiasi anfratto.
E poi ad un tratto due sorprese. La bella è stata la vista di uno struggente tramonto in laguna, la brutta il trovare il Canal Grande quasi al buio guardandolo dal ponte degli Scalzi. In un attimo mi son ricordato di quando a 10 anni arrivai per la prima volta in laguna, e soprattutto di quella corsa in vaporetto da piazzale Roma fino a S. Zaccaria. Luci dai palazzi bellissimi, barche, motoscafi, gondole, un turbinio infinito. Stavolta niente di tutto questo: dai palazzi pochissime luci, in acqua poco movimento. Erano le ore 18, entrambe le volte. È stato un po' come seppellire una parte del proprio vissuto.