06 maggio 2012

la storia dei Quattro Coronati

In una giornata, quella di sabato 28 aprile, in cui il mio cicerone romano mi ha -come è uso fare durante le mie puntate nella capitale- scorrazzato per chiese (tanto a Roma ce ne è un fottio, non siamo ancora arrivati a metà, pur sembrando dei novelli woitilacci che se le faranno tutte queste chiese) sempre piene di festanti (?!) ospiti di matrimoni appena finiti di celebrare o con la sposa in arrivo a bordo di una bianchina, ecco che sorprendentemente ne abbiamo trovata una priva di sposi e annessi invitati.
Casualmente arrivati in via Capo d'Africa, dalle parti del Colosseo, l'attenzione viene catturata dal bastione posto in fondo alla strada. Chissà cos'è, chissà se ci si può entrare. Fatta una salitina niente male per sgranchirsi le giunture, eccoci davanti a questa specie di fortezza. Uno, due chiostri, la chiesa bellina e con la classica frescura che ti aspetti.
Volendo il mio consiglio, la chiesa si presta bene a celebrarvi matrimoni. Sarà la mia natura di bastian contrari ma nel giorno in cui tutte le altre erano occupate ecco che solo per questa vi darei il mio consiglio. Qui alcune foto del vostro SF.

Ed ora, per la serie "le allegre vite dei santi", una breve illustrazione di chi siano e cosa abbiano fatto questi santi quattro coronati. Sinforiano, Claudio, Nicostrato e Castorio erano degli scalpellini cristiani vissuti ai tempi di Diocleziano. Quest'ultimo, antipatico fino al midollo, se ne andò a comprare del marmo per i suoi palazzi (anche allora non ci si fidava degli architetti) in Pannonia, che oggi chiamiamo Ungheria, Austria, Croazia, Slovenia (poi dice uno non si deve rifare al passato... un'unica regione al posto di quattro), e incontrando questi scalpellini ordinò loro, nel senso di dare una commessa di lavoro, di scolpire un'effigie del dio Esculapio.
I quattro, affatto commossi dalla richiesta e per nulla avvolti dall'aurea mistica dell'esculapio (qui alle mie latitudini il suo richiamo ha precisi connotati pregni di positività), ricorsero alla classica scusa de "la nostra religione non ci permette di ...", per cui vennero dapprima flagellati per convincerli con le buone ad abiurare il cristianesimo. In seguito venne ordinata, stavolta nel senso di imporre, la loro morte tramite inserimento in casse di piombo e conseguente getto delle stesse in un fiume.
A margine, pure un altro -tale Simpliciano- fu condannato a morte perché cercò di recuperarne le salme. Tutti e cinque sono diventati protettori dei muratori, ma solo ai primi quattro è stata intitolata la basilica che ho visitato. E questo non fu affatto sportivo.

1 commento:

laragazzablu ha detto...

siete entrati nel chiostrino interno? un gioiellino. SS Quattro è un posto che mi piace tantissimo. eppure non ci pensi mai quando porti la gente in giro.