Sono 85 anni. Come oggi, 21 gennaio, se ne andarono dal Teatro Goldoni verso un altro posto: il Teatro San Marco. Lasciarono i socialisti e diventarono comunisti, i comunisti d'Italia.
C'è una certa dose di nostalgia, provo una certa dose di nostalgia. Ma non per quello che successe allora, l'unica cosa che in realtà mi interessa di quel 1921 è che erano qui a Livorno e posso, volendo, rivivere fisicamente i luoghi di allora, almeno in parte viste le devastazioni della guerra.
La nostalgia è invece rivolta alla fine degli anni '70 - inizi '80, quando si poteva toccare con mano il senso di partecipazione alla vita pubblica, e non solo in occasione delle tornate elettorali e referendarie.
La partecipazione era un vero e proprio modo di vivere che si imparava fin da piccoli grazie alle proprie famiglie. Il senso di appartenenza, sia per il partito ma soprattutto per una società, anche se per decenni questa aveva cercato di isolare con molti mezzi, di allontanare un terzo dei cittadini italiani dalla condivisione, perché no, anche del potere pubblico. Quel senso di appartenenza, di responsabilità così forte che ci è stato insegnato proprio da quei dirigenti politici e dai loro successori, ecco di cosa provo la nostalgia. Una stagione ormai passata ma che ha condizionato fortemente la vita di troppe persone per non essere ancora una volta ricordata con un grazie.
C'è una certa dose di nostalgia, provo una certa dose di nostalgia. Ma non per quello che successe allora, l'unica cosa che in realtà mi interessa di quel 1921 è che erano qui a Livorno e posso, volendo, rivivere fisicamente i luoghi di allora, almeno in parte viste le devastazioni della guerra.
La nostalgia è invece rivolta alla fine degli anni '70 - inizi '80, quando si poteva toccare con mano il senso di partecipazione alla vita pubblica, e non solo in occasione delle tornate elettorali e referendarie.
La partecipazione era un vero e proprio modo di vivere che si imparava fin da piccoli grazie alle proprie famiglie. Il senso di appartenenza, sia per il partito ma soprattutto per una società, anche se per decenni questa aveva cercato di isolare con molti mezzi, di allontanare un terzo dei cittadini italiani dalla condivisione, perché no, anche del potere pubblico. Quel senso di appartenenza, di responsabilità così forte che ci è stato insegnato proprio da quei dirigenti politici e dai loro successori, ecco di cosa provo la nostalgia. Una stagione ormai passata ma che ha condizionato fortemente la vita di troppe persone per non essere ancora una volta ricordata con un grazie.
3 commenti:
sai, l'anno scorso, tornata a Livorno dopo più di 10 anni, mi sono fatta fare una foto proprio sotto la lapide. Sorrido, ma dentro ero un po' commossa ;-)
:*
E il mio bisnonno c'era. Ecco, magari non era a Livorno, ma aderì al partito da subito.
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