Di ritorno dal Pride e dalla sosta pratese, domenica mattina arrivato a Livorno ho comprato sia Il Tirreno che La Repubblica. Il secondo quotidiano in genere non lo compro né lo leggo, se non saltuariamente online.
La curiosità era tutta nel vedere su quanto poco, ché una certa aspettativa ancorata alla realtà riesco ancora ad averla, spazio sarebbe stato dedicato al GayPride nazionale del giorno prima.
Su un quotidiano come La Repubblica il fatto che lo spazio per un tale evento sia diventato pari ad un ottavo di pagina, foto compresa, dà molte indicazioni su cosa rappresentiamo per gli altri e che non possiamo più contare di poter giocare su terreni neutri.
Poi uno pensa alla tanta gente che c'era, pur essendo in una media città come Bologna, e un po' si consola.
Motivi di vera soddisfazione li posso trovare solo tra quelli personali. L'esserci andato con la TUF sister e l'aver incontrato tanti ragazzi belli e bravi alla fine ripaga comunque.
Se ci fossero stati dei dubbi, di movimento non se ne può più parlare. Ci sono persone, pure brave, che riescono ad organizzare un evento del genere, e altre che ti farebbero andare molto più lontano per poterle incontrare anche solo per poco tempo.
Ripartire un po' da questo è l'unica cosa che intravedo per il futuro. Difficile peggiorare; occorrerebbe una discreta quantità di masochismo e bisognerebbe negare che il Pride bolognese sia stato da tutti i punti di vista un insuccesso.
No, riparto da chi c'era a Bologna. Da quei sorrisi, da quei saluti, dalle belle parole scambiate.
La curiosità era tutta nel vedere su quanto poco, ché una certa aspettativa ancorata alla realtà riesco ancora ad averla, spazio sarebbe stato dedicato al GayPride nazionale del giorno prima.
Su un quotidiano come La Repubblica il fatto che lo spazio per un tale evento sia diventato pari ad un ottavo di pagina, foto compresa, dà molte indicazioni su cosa rappresentiamo per gli altri e che non possiamo più contare di poter giocare su terreni neutri.
Poi uno pensa alla tanta gente che c'era, pur essendo in una media città come Bologna, e un po' si consola.
Motivi di vera soddisfazione li posso trovare solo tra quelli personali. L'esserci andato con la TUF sister e l'aver incontrato tanti ragazzi belli e bravi alla fine ripaga comunque.
Se ci fossero stati dei dubbi, di movimento non se ne può più parlare. Ci sono persone, pure brave, che riescono ad organizzare un evento del genere, e altre che ti farebbero andare molto più lontano per poterle incontrare anche solo per poco tempo.
Ripartire un po' da questo è l'unica cosa che intravedo per il futuro. Difficile peggiorare; occorrerebbe una discreta quantità di masochismo e bisognerebbe negare che il Pride bolognese sia stato da tutti i punti di vista un insuccesso.
No, riparto da chi c'era a Bologna. Da quei sorrisi, da quei saluti, dalle belle parole scambiate.
2 commenti:
Non è un ripartire da poco. E' solo che ci vorrà del tempo perchè queste belle radici diventino dei frutti, cacciando i parassiti.
Il tempo Paolo è nostro alleato :-)
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