Premessa. Avendo fatto The Unforgettable Fire e una versione da urlo di Ultraviolet non so neanche da dove cominciare per questo post. Per le cose di contorno, il viaggio e il resto magari farò un post separato. Qui di seguito un tentativo di post.
Entro nello stadio e ti vedo The Claw, il nome scemo dato al palco. Una cosa informe e gigantesca. Di sicuro progettata da ingegneri. Sono subito contento dell'aver cercato a marzo un biglietto in un altro settore rispetto a quello assegnatomi col primo acquisto. Seppure laterale la vista del palco e della passerella è totale.
Un po' di critiche, vai.
All'inizio sentivo solo i bassi. Almeno fino alla quarta canzone la voce di Bono era molto lontana, poi la cosa è rientrata, pur nei limiti dell'inesistente acustica di San Siro.
I tentativi di traduzioni simultanee sullo schermo dei discorsi di Bono sono falliti miseramente. Molto meglio che parli in inglese lentamente, che se vuole ci riesce, per far comprendere al pubblico le sue parole.
Certo che vedere lo stadio venire giù per la prima volta su Boots è roba da chiodi. Solo perché ci hanno fatto il singolo? No, c'è sempre stato un qualcosa che non mi lega agli U2ers più giovani. C'era pure qualcuno che ha pensato bene di sfruttare il momento per concentrarsi a cambiare le pile alla digitale, tanto c'è Boots. Colei che ha fatto ciò non può che avere il mio amore.
La versione di Crazy è stata orrenda, tamarra e disgustosa. Pure il suo ritornello, che è l'unica cosa che comunque mi garbava, era irriconoscibile.
IALW, ebbasta, vi prego. Era stata sepolta col suo primo ed ultimo tour, l'Elevation tour, e ora te la rispolverano? Ma allora fatemi sentire per la prima volta lo sgorbio di Babyface, almeno avremmo avuto un'anteprima mondiale.
Continuo? Ma sì dai, ancora una. Ebbasta Pride. Già quattro anni fa la dichiarai inascoltabile. Possibile che Bonino caro non legga questo blog?
Il concerto vero.
Di seguito a Angel of Harlem hanno iniziato quello che forse era nelle intenzioni un semplice ritornello e mi sono invece ritrovato ad ascoltare la migliore versione live di Stand by me di sempre. La risposta, cercata e trovata, del pubblico è stata eccezionale e vedere Bono fermarsi e togliersi gli auricolari per ascoltare meglio, lui, dà il senso del momento insieme alla vista della sorpresa sul suo volto. Curioso che nella set list presente sul sito ufficiale sia scomparsa.
Party Girl dedicata alla figlia di Bono, Eve, che sale sul palco per festeggiare il suo 18esimo compleanno, con tanto di champagne, è stata bellina bellina.
Poi ad un certo punto hanno attaccato The Unforgettable Fire.
MLK mi ha portato via, sollevato dalla brezza.
Ho già scritto che verso metà concerto hanno fatto TUF?
Walk On, e il suo a singing bird in an open cage non smetterà mai di prendermi allo stomaco.
E poi è ancora più bella dopo aver ascoltato TUF.
Verso la fine è arrivata UltraViolet. Madonna che versione. Bella, immensa. Baby baby baby (2) Light my way. Fu amore al primo ascolto, e dura ancora oggi.
Ma d'altronde prima avevano suonato TUF. No via, stasera proprio non ci riesco a parlarne. Magari rimando a un altro post.
Quello che mi colpisce di più, da sempre, è che non mancano mai le occasioni in cui con semplici mosse diano un senso al loro impegno. Fino a quando questo gruppo continuerà a mandare sugli schermi, durante una Sunday Bloody Sunday che ormai è datata -fosse solo per motivi anagrafici-, scritte in lingua farsi su sfondo verde per denunciare quanto succede in Iran, fino a quando troverò in mezzo al concerto messaggi registrati di un Desmond Tutu sulla ricchezza dell'umanità, fino a quando troverò dediche cantate, scritte, a gesti per onorare ed incoraggiare l'altro premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, o fino a quando sentirò dediche di One a Berlusconi precedute però da un discorso di questo tenore: "It is well known that I have had some differences with your prime minister over promises that were made and not kept to the world's poor. Italians have given so many gifts to the world... modern physics.. the renaissance.. the piano... the gift of song... from Puccini to Luciano Pavarotti to Jovanotti. In the next few days, at the G8, your leader will decide where he stands on the gift of life for people far beyond your shores. If you think he should do what he promised for the poorest and most vunerable in Africa, you need to let him know because he is not increasing aid as he said he would. He is slashing it. Do you think he should do what he promised? He still can. Tomorrow. Thursday. Friday. We'll be waiting to see if he does. I write songs... Berlusconi gets to write history... it's not too late for his chapter to end with dignity... I want to dedicate this song for him... it's called ONE", ecco io fino ad allora continuerò a fregiarmi del titolo di Fire.
Entro nello stadio e ti vedo The Claw, il nome scemo dato al palco. Una cosa informe e gigantesca. Di sicuro progettata da ingegneri. Sono subito contento dell'aver cercato a marzo un biglietto in un altro settore rispetto a quello assegnatomi col primo acquisto. Seppure laterale la vista del palco e della passerella è totale.
Un po' di critiche, vai.
All'inizio sentivo solo i bassi. Almeno fino alla quarta canzone la voce di Bono era molto lontana, poi la cosa è rientrata, pur nei limiti dell'inesistente acustica di San Siro.
I tentativi di traduzioni simultanee sullo schermo dei discorsi di Bono sono falliti miseramente. Molto meglio che parli in inglese lentamente, che se vuole ci riesce, per far comprendere al pubblico le sue parole.
Certo che vedere lo stadio venire giù per la prima volta su Boots è roba da chiodi. Solo perché ci hanno fatto il singolo? No, c'è sempre stato un qualcosa che non mi lega agli U2ers più giovani. C'era pure qualcuno che ha pensato bene di sfruttare il momento per concentrarsi a cambiare le pile alla digitale, tanto c'è Boots. Colei che ha fatto ciò non può che avere il mio amore.
La versione di Crazy è stata orrenda, tamarra e disgustosa. Pure il suo ritornello, che è l'unica cosa che comunque mi garbava, era irriconoscibile.
IALW, ebbasta, vi prego. Era stata sepolta col suo primo ed ultimo tour, l'Elevation tour, e ora te la rispolverano? Ma allora fatemi sentire per la prima volta lo sgorbio di Babyface, almeno avremmo avuto un'anteprima mondiale.
Continuo? Ma sì dai, ancora una. Ebbasta Pride. Già quattro anni fa la dichiarai inascoltabile. Possibile che Bonino caro non legga questo blog?
Il concerto vero.
Di seguito a Angel of Harlem hanno iniziato quello che forse era nelle intenzioni un semplice ritornello e mi sono invece ritrovato ad ascoltare la migliore versione live di Stand by me di sempre. La risposta, cercata e trovata, del pubblico è stata eccezionale e vedere Bono fermarsi e togliersi gli auricolari per ascoltare meglio, lui, dà il senso del momento insieme alla vista della sorpresa sul suo volto. Curioso che nella set list presente sul sito ufficiale sia scomparsa.
Party Girl dedicata alla figlia di Bono, Eve, che sale sul palco per festeggiare il suo 18esimo compleanno, con tanto di champagne, è stata bellina bellina.
Poi ad un certo punto hanno attaccato The Unforgettable Fire.
MLK mi ha portato via, sollevato dalla brezza.
Ho già scritto che verso metà concerto hanno fatto TUF?
Walk On, e il suo a singing bird in an open cage non smetterà mai di prendermi allo stomaco.
E poi è ancora più bella dopo aver ascoltato TUF.
Verso la fine è arrivata UltraViolet. Madonna che versione. Bella, immensa. Baby baby baby (2) Light my way. Fu amore al primo ascolto, e dura ancora oggi.
Ma d'altronde prima avevano suonato TUF. No via, stasera proprio non ci riesco a parlarne. Magari rimando a un altro post.
Quello che mi colpisce di più, da sempre, è che non mancano mai le occasioni in cui con semplici mosse diano un senso al loro impegno. Fino a quando questo gruppo continuerà a mandare sugli schermi, durante una Sunday Bloody Sunday che ormai è datata -fosse solo per motivi anagrafici-, scritte in lingua farsi su sfondo verde per denunciare quanto succede in Iran, fino a quando troverò in mezzo al concerto messaggi registrati di un Desmond Tutu sulla ricchezza dell'umanità, fino a quando troverò dediche cantate, scritte, a gesti per onorare ed incoraggiare l'altro premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, o fino a quando sentirò dediche di One a Berlusconi precedute però da un discorso di questo tenore: "It is well known that I have had some differences with your prime minister over promises that were made and not kept to the world's poor. Italians have given so many gifts to the world... modern physics.. the renaissance.. the piano... the gift of song... from Puccini to Luciano Pavarotti to Jovanotti. In the next few days, at the G8, your leader will decide where he stands on the gift of life for people far beyond your shores. If you think he should do what he promised for the poorest and most vunerable in Africa, you need to let him know because he is not increasing aid as he said he would. He is slashing it. Do you think he should do what he promised? He still can. Tomorrow. Thursday. Friday. We'll be waiting to see if he does. I write songs... Berlusconi gets to write history... it's not too late for his chapter to end with dignity... I want to dedicate this song for him... it's called ONE", ecco io fino ad allora continuerò a fregiarmi del titolo di Fire.
1 commento:
grazie caro (dell'amore ;-))
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