03 novembre 2009

l'aquilone distorto

Sono stato recentemente invitato a trovarmi, dal tono pareva doveroso farlo in tempi brevi, un hobby a cui dedicare il mio tempo extralavorativo. Non so bene quale motivazione sottintendesse ma l'indicazione era precisa, non vaga, e parlava di aquiloni.
Ecco, ora sono qui da mezz'ora che sto navigando e cercando informazioni su un mondo a me sconosciuto. Ho già colmato una importante lacuna culturale, quella del rokkaku, per dire. Sapevo inoltre, avendoli visti di persona, che qui a Livorno ci sono alcuni aquilonisti ma per ora non sono riuscito a trovare nulla su internet, forse sarà una iniziativa del tutto spontanea o meglio estranea alla rete.
Quello che mi rende perplesso è stata la scelta dell'aquilone quale consiglio da dare a me. Come se già non volassi abbastanza. È l'unica attività che ho esercitato con costanza da decenni. Forse l'unica che abbia saputo tenermi a contatto col resto, dandomi quella valvola di sfogo che non ho trovato altrimenti. Mi piace molto l'idea del volo da qualunque parte provenga ma venire consigliato in questo senso mi spiazza, come se dovessi rimparare quello che ho fatto da sempre.
La lettura del consiglio ammetto essere una palese forzatura rispetto alle intenzioni di chi mi ha detto questo. Anzi, è proprio una distorsione del pensiero altrui. Eppure questi pensieri mi sono venuti davvero. Per cui continuo col delirio: sarà essere presuntuosi ritenere il consiglio superfluo perché già consapevole della competenza raggiunta?
Nel dubbio metto su Kite. Enjoy.


2 commenti:

Paolo ha detto...

Sono appena tornato da Londra, esausto morto, quindi non saprei cosa dire ma il tuo post mi ha strappato un sorriso :*

SacherFire ha detto...

Paolo, ormai vado alla deriva, prova ne è questo tuo commento: io volevo indurre tristi riflessioni, non strappare sorrisi, pensa te. ;-)