La festa del gaypride quest'anno ha goduto delle belle decisioni prese dai suoi organizzatori. La prima che nonostante il terremoto comunque si continuasse, la seconda di eliminare i carri (che non ho mai capito perché li chiamino così visto che sono veri e propri tir) e devolvere le spese per questi in fondi per la ricostruzione, e la terza che ha visto aggiungere nel programma le iniziative di raccolta fondi, sempre per le zone terremotate.
Sono passato dapprima in piazza Maggiore dove sapevo esserci dei banchetti con la vendita diretta del parmigiano "ammaccato". Quando sono arrivato era già finito, in due ore lo avevano dato via tutto. Ecco, e a me niente? No. Se vuoi c'è del pane di Ferrara, altro prodotto tipico. Che per me, di tipico quel pane lì è che proprio non lo concepisco, né come forma né come gusto. È altro dai, non è pane.
Doveva piovere e invece c'era il sole. Già l'inizio era stato promettente. Tantissima gente che, per la prima volta, è stata l'unica protagonista. Eh sì, è stato il mio primo gaypride senza carri. Ora, dopo questo Bologna Pride 2012, so che è possibile anche un altro pride, più centrato sull'iniziativa di gruppi più piccoli e che dà, di conseguenza, più visibilità alla grande massa dei partecipanti. Le bande presenti sono state molto brave e coinvolgenti, vero trait d'union per tutta la parata. Pure Bologna, dopo l'accoglienza un po' freddina del 2008, è stata partecipativa.
Io, come ho scritto in qualche tweet, così tanta gente non l'avevo mai vista tranne, ovviamente, allo storico pride di Roma 2000. Mi son trovato all'angolo tra via Marconi e via dei Mille, e poco più avanti tra questa e via dell'Indipendenza ed entrambe le volte ho visto in due direzioni gente a non finire.
Sono pertanto rimasto molto sorpreso questa mattina nel leggere in giro le stime che parlavano di una partecipazione di 30.000 persone, visto soprattutto che non erano provenienti dalla questura. Io avrò pure preso un abbaglio, ma anche chi ha riportato questo dato.
Ho fatto un po' di foto. Le sto caricando poche alla volta perciò tornate a vederle.
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