L'aceto balsamico di Modena a marchio Fiorfiore Coop per me, che non sono mica un esperto, non è balsamico. È un ottimo aceto, per carità, decisamente migliore di molti altri ma non ho capito perché lo vendano col marchio Igp e soprattutto col nome balsamico.
Dice l'etichetta che è pure invecchiato ma non si sa da quanto tempo. Forse è questo, abituato ad aceti balsamici invecchiati anni e anni, non so distinguere un aceto balsamico(?) giovane da un aceto qualsiasi.
La prova definitiva l'ho avuta oggi a pranzo. La mia domenicale bistecca all'aceto balsamico sapeva di un buon gusto agro e nulla più.
Peccato. Lo avevo comprato convinto di aver fatto una buona scelta. Almeno la bottiglietta è carina, la conserverò per l'olio buono.
1 commento:
Il fatto è che non può esistere aceto balsamico "commerciale" e anche il marchio IGP non ha senso alcuno. L'aceto balsamico diventa tale solo dopo invecchiamento di almeno 12 anni in batterie di botti di vari legni e in presenza di determinate muffe ambientali tipiche di alcune zone di produzione (e solo nei solai, mai nelle cantine). Per diventare "aceto balsamico tradizionale" deve inoltre superare l'approvazione dell'Antica Consorteria dell'Aceto Balsamico (il vero marchio che conta) che non viene data a nessun prodotto commerciale. Come dici tu, una volta che ci si abitua al vero balsamico (anche se reggiano!!!), le imitazioni non soddisfano più.
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