E così vennero le ore 18,15 del 24 dicembre. Raggiunse, previa telefonata, in una ventina di minuti di passeggiata quel sito posto davanti al cantiere navale. L’aria non era eccessivamente fredda, e dentro si stava bene. Non occorse neanche presentarsi e spiegare le ragioni della propria presenza lì. Finirono di servire gli altri clienti e poi, tutto d’un tratto, ecco che il tecnico uscì dalla stanza sul retro. Portava in mano l’oggetto desiderato, agognato, sognato mille volte negli ultimi due mesi. Può resistere così tanto un blogger? Verificare l’esistenza di un’altra vita, quella che i ‘normali’ chiamano ‘normale’, quella che uno conduce prima di cadere nel vortice dei blogs e delle blogstar e di cui conservava ormai solo piccoli frammenti di memoria… no, non piace affatto finire così. E allora ti aggrappi a quel poco che hai, dall’ufficio, da qualche postazione elemosinata durante i weekend bui e tristi. Ma non basta. Perché è negli angoli ritagliati del tempo libero che il blogger vive meglio e non vuole più essere considerato uno ‘normale’. Con che disprezzo può essere pronunciata questa parola, talmente pregna di significati negativi se applicata al nostro. Il tecnico carino, non guasta mai, tese l’oggetto ma lui, previdente come non mai, si era portato l’imballaggio originale così, insieme e senza pronunciare parole inutili e con un’intesa che poteva essere considerata andare oltre se osservati da altri, ricomposero l’oggetto e i suoi componenti nella scatola nel breve volgere di pochi secondi. Uno sguardo, dolce, una stretta di mano, un augurio di buone feste precedettero l’uscita dall’odiato sito visitato tante, troppe volte negli ultimi tempi per ricevere solo notizie pessime. E così se ne venne verso casa, lasciò inscatolato il tutto per un altro giorno ancora. Chissà, forse così durerà di più… no, non può andare in questo modo. Tirò fuori tutto, accese, impostò, si connesse, linkò, scaricò… pianse al sol ricordo dei files ma soprattutto delle emails di un intero anno e della fantastica cartella dei links dei siti geologici e museali che faceva invidia a mezzo mondo, tutto perduto per sempre, il suo… tesssoro. E allora, anche se in preda all’emozione, fece subito un becap! E fu di nuovo vivo.
3 commenti:
Felicissimo per te, direi che era ora!;-)
Ben tornato tra noi ^_^
Auguri al resuscitato TESSSORO
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