Quella che da domani al Senato starà per essere varata quale legge sul testamento biologico conterrà, salvo improvvisi ravvedimenti quali scene alla Blues Brothers "lui ha visto la luce", il sunto delle dichiarazioni fatte finora dagli esponenti più integralisti del centrodestra.
Ho letto sui vari account 2.0 dei miei contatti che qualcuno attende la legge per poter scrivere finalmente il suo testamento. Forse mi sono perso qualcosa in termini di aggiornamenti sul tema in questi giorni, anzi è quasi sicuro, ma non credo troveremo nella legge il riconoscimento di una scelta.
Il timore, o paura, o addirittura terrore, è che verrà mascherato sotto un cappello chiamato brevemente "scelta" un vero e proprio dovere. Anzi, due. Uno riguardante la persona che potrà redigere il suo testamento a patto di non poter decidere affatto sul tema dell'alimentazione e idratazione (lo chiameranno diritto alla vita, lo leggerò dovere alla sofferenza), l'altro riguarderà i medici che avranno un diritto maggiore su quello del malato a decidere sulle sue sorti; anche questo diritto di decidere in scienza e coscienza, si configurerà come un dovere di scegliere solo una possibilità. Non vedo infatti come potranno far passare l'interruzione di cure e alimentazione come scelte fatte nell'interesse del malato.
Obbrobrio giuridico? Sì.
Quello che, per ora a parole, viene attaccato è il principio di autodeterminazione della persona. Non c'è, in un ordinamento giuridico di ispirazione laica, principio più importante. Ma forse è proprio questo l'intento, trasformarci passo dopo passo in uno stato che neanche a parole potrà definirsi laico.
Do per scontato che all'interno del testo di legge ci saranno elementi incostituzionali, magari basteranno per far sì che, almeno per una prima volta, il Presidente della Repubblica rinvii al Parlamento la legge. Forse però gli elementi di incostituzionalità non saranno così palesi.
Entrando nel merito della questione attuale, col distacco del sondino per l'alimentazione artificiale in teoria nemmeno con una legge approvata in tempi brevi dovrebbe poter riprendere per Eluana Englaro; a meno di far passare come di divieto di sospensione all'alimentazione (alias diritto alla vita) anche l'obbligo al reinserimento di un sondino nel corpo di una persona. In qualche modo questo aspetto sarà affrontato nella legge, purtroppo.
Quella che si sta andando a configurare è una legge che non medierà tra posizioni così distanti eppure conciliabili proprio col riconoscimento di un pieno principio di autodeterminazione. La forzatura che sarà attuata romperà davvero la convivenza tra le due anime più importanti di questo paese. E' proprio lo scontro che sta per essere ufficializzato tramite una legge. E, giusto per aggiungere la beffa al danno, gli ispiratori di tutto questo non sono nemmeno tra noi. Godono di ottima immunità, e se la godranno tutta.
Scrivo tutto questo con l'infinitesima speranza che, con l'approvazione della legge, si possa veramente andare a stilare il proprio testamento biologico e che, ahimè, possiate venire a dirmi di farmi curare per i miei deliri. Se me lo concederete vi risponderò con un sorriso.
Ho letto sui vari account 2.0 dei miei contatti che qualcuno attende la legge per poter scrivere finalmente il suo testamento. Forse mi sono perso qualcosa in termini di aggiornamenti sul tema in questi giorni, anzi è quasi sicuro, ma non credo troveremo nella legge il riconoscimento di una scelta.
Il timore, o paura, o addirittura terrore, è che verrà mascherato sotto un cappello chiamato brevemente "scelta" un vero e proprio dovere. Anzi, due. Uno riguardante la persona che potrà redigere il suo testamento a patto di non poter decidere affatto sul tema dell'alimentazione e idratazione (lo chiameranno diritto alla vita, lo leggerò dovere alla sofferenza), l'altro riguarderà i medici che avranno un diritto maggiore su quello del malato a decidere sulle sue sorti; anche questo diritto di decidere in scienza e coscienza, si configurerà come un dovere di scegliere solo una possibilità. Non vedo infatti come potranno far passare l'interruzione di cure e alimentazione come scelte fatte nell'interesse del malato.
Obbrobrio giuridico? Sì.
Quello che, per ora a parole, viene attaccato è il principio di autodeterminazione della persona. Non c'è, in un ordinamento giuridico di ispirazione laica, principio più importante. Ma forse è proprio questo l'intento, trasformarci passo dopo passo in uno stato che neanche a parole potrà definirsi laico.
Do per scontato che all'interno del testo di legge ci saranno elementi incostituzionali, magari basteranno per far sì che, almeno per una prima volta, il Presidente della Repubblica rinvii al Parlamento la legge. Forse però gli elementi di incostituzionalità non saranno così palesi.
Entrando nel merito della questione attuale, col distacco del sondino per l'alimentazione artificiale in teoria nemmeno con una legge approvata in tempi brevi dovrebbe poter riprendere per Eluana Englaro; a meno di far passare come di divieto di sospensione all'alimentazione (alias diritto alla vita) anche l'obbligo al reinserimento di un sondino nel corpo di una persona. In qualche modo questo aspetto sarà affrontato nella legge, purtroppo.
Quella che si sta andando a configurare è una legge che non medierà tra posizioni così distanti eppure conciliabili proprio col riconoscimento di un pieno principio di autodeterminazione. La forzatura che sarà attuata romperà davvero la convivenza tra le due anime più importanti di questo paese. E' proprio lo scontro che sta per essere ufficializzato tramite una legge. E, giusto per aggiungere la beffa al danno, gli ispiratori di tutto questo non sono nemmeno tra noi. Godono di ottima immunità, e se la godranno tutta.
Scrivo tutto questo con l'infinitesima speranza che, con l'approvazione della legge, si possa veramente andare a stilare il proprio testamento biologico e che, ahimè, possiate venire a dirmi di farmi curare per i miei deliri. Se me lo concederete vi risponderò con un sorriso.
1 commento:
Non ci sarà nessuna scelta.
La legge dice che non ti possono staccare l'alimentazione finchè non fanno una legge sul testamento biologico.
Così possono rimandarlo ancora sine die.
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