Viaggiare sul Freccia Rossa a 300 km orari è una cosa grandiosa. Pensare che sia il top delle ferrovie italiane anche per quanto riguarda le frequentazioni è da sciocchi, un'accozzaglia di genti così nemmeno sui vecchi espressi a lunga percorrenza l'ho vista.
Gente senza prenotazione, gente che stava stravaccata per terra vicino alle uscite, venditore abusivo, personale passato due o tre volte che pareva guardare da tutt'altra parte, e dei passeggeri regolari se ne salvavano pochi in termini di modesta eleganza. Non sono uno che a queste cose ci fa troppa attenzione ma quando la sciatteria abbonda, ancor prima di notarla con lo sguardo, avverto una sensazione di fastidio. Bah, io sono rimasto basito fino all'arrivo a Milano.
Scendiamo in albergo (perché sì, noi valiamo!!) -è lo stesso, vero, anche se aveva solo 1 stella?- dove danno, a me a alla TUF sister, la stanza numero 7. Il destino di TUF è con noi. Facciamo un giretto in centro. Mai vista una concentrazione di trentenni e soprattutto quarantenni dai volti sì molto belli ma talmente curati da apparire finti. Strafighi di plastica.
Distratto da siffatte bellezze meneghine non mi accorgo se non dopo aver sceso tutte le scale che siamo di nuovo in metro. Va bé dai andiamo allo stadio.
All'ombra si stava anche bene, al sole era caldo. Tanti, tantissimi bagarini. Pochi minuti prima del concerto lo stadio non era del tutto pieno; durante il concerto ci ho rifatto caso e lo era. Chissà quante persone hanno acquistato il biglietto a prezzi stracciati a concerto già iniziato.
Io avevo l'ingresso n. 3 e la sister il n. 4. Dopo pochi minuti trova il modo di intrufolarsi tra la folla della sua entrata e poi inizia l'assalto all'apertura dei cancelli per il prato. Solita disorganizzazione italiana. Le avevo assegnato un'incombenza: una volta dentro che guardasse se il settore verde era all'ombra oppure no. Dopo mezz'ora aprono anche da me, mi arriva il messaggio che l'ombra incombe, attendo che la fila si esaurisca e poi entro.
The Claw mi accoglie appena termino di salire le scale. Madonna che mostro di palco!
E se non mi si crede basta vedere le foto, ora ci sono tutte.
Durante l'attesa del concerto non succede nulla di particolare. Però è curioso che esista ancora gente che ha la pretesa di restare in un posto non suo in un settore dove tutti i posti sono numerati.
Dopo il concerto sono andato al ritrovo degli U2ers di IFMU2 al bar fuori dallo stadio. Saluti a mezzo newsgroup e poi via di corsa verso l'ultimo treno della metro.
Milano di notte, anche nelle strade prive di traffico, ha un rumore di sottofondo da far paura. Ma se ne rendono conto o l'abitudine riesce a far digerire anche questo?
La mattina seguente il programma ci porta al parco Sempione e poi da Typesetter che ci porta da un giappo. Il brodo che hai preso, mi viene detto, se bevuto quando è bollente diventa un potente rinfrescante in giornate calde come questa. Ah sì? Proviamo.
Sono morto dal caldo prima, durante e dopo il brodo. Però dai, finalmente da un vero giappo ci sono stato.
Sul treno per il ritorno, un banale Intercity stavolta, dei ragazzi nel nostro scompartimento parlano del provare il Freccia Rossa, anche perché, dicono, lì sopra non c'è gentaglia.
Mi sono voltato verso il finestrino con la chiara sensazione che si fosse chiuso un cerchio.
Gente senza prenotazione, gente che stava stravaccata per terra vicino alle uscite, venditore abusivo, personale passato due o tre volte che pareva guardare da tutt'altra parte, e dei passeggeri regolari se ne salvavano pochi in termini di modesta eleganza. Non sono uno che a queste cose ci fa troppa attenzione ma quando la sciatteria abbonda, ancor prima di notarla con lo sguardo, avverto una sensazione di fastidio. Bah, io sono rimasto basito fino all'arrivo a Milano.
Scendiamo in albergo (perché sì, noi valiamo!!) -è lo stesso, vero, anche se aveva solo 1 stella?- dove danno, a me a alla TUF sister, la stanza numero 7. Il destino di TUF è con noi. Facciamo un giretto in centro. Mai vista una concentrazione di trentenni e soprattutto quarantenni dai volti sì molto belli ma talmente curati da apparire finti. Strafighi di plastica.
Distratto da siffatte bellezze meneghine non mi accorgo se non dopo aver sceso tutte le scale che siamo di nuovo in metro. Va bé dai andiamo allo stadio.
All'ombra si stava anche bene, al sole era caldo. Tanti, tantissimi bagarini. Pochi minuti prima del concerto lo stadio non era del tutto pieno; durante il concerto ci ho rifatto caso e lo era. Chissà quante persone hanno acquistato il biglietto a prezzi stracciati a concerto già iniziato.
Io avevo l'ingresso n. 3 e la sister il n. 4. Dopo pochi minuti trova il modo di intrufolarsi tra la folla della sua entrata e poi inizia l'assalto all'apertura dei cancelli per il prato. Solita disorganizzazione italiana. Le avevo assegnato un'incombenza: una volta dentro che guardasse se il settore verde era all'ombra oppure no. Dopo mezz'ora aprono anche da me, mi arriva il messaggio che l'ombra incombe, attendo che la fila si esaurisca e poi entro.
The Claw mi accoglie appena termino di salire le scale. Madonna che mostro di palco!
E se non mi si crede basta vedere le foto, ora ci sono tutte.
Durante l'attesa del concerto non succede nulla di particolare. Però è curioso che esista ancora gente che ha la pretesa di restare in un posto non suo in un settore dove tutti i posti sono numerati.
Dopo il concerto sono andato al ritrovo degli U2ers di IFMU2 al bar fuori dallo stadio. Saluti a mezzo newsgroup e poi via di corsa verso l'ultimo treno della metro.
Milano di notte, anche nelle strade prive di traffico, ha un rumore di sottofondo da far paura. Ma se ne rendono conto o l'abitudine riesce a far digerire anche questo?
La mattina seguente il programma ci porta al parco Sempione e poi da Typesetter che ci porta da un giappo. Il brodo che hai preso, mi viene detto, se bevuto quando è bollente diventa un potente rinfrescante in giornate calde come questa. Ah sì? Proviamo.
Sono morto dal caldo prima, durante e dopo il brodo. Però dai, finalmente da un vero giappo ci sono stato.
Sul treno per il ritorno, un banale Intercity stavolta, dei ragazzi nel nostro scompartimento parlano del provare il Freccia Rossa, anche perché, dicono, lì sopra non c'è gentaglia.
Mi sono voltato verso il finestrino con la chiara sensazione che si fosse chiuso un cerchio.
2 commenti:
Non ea abbastanza gcaldo quando l'hai bevuto, quindi non ha fatto l'effetto prardosso (che si basa sul fatto che se lo bevi VERAMENTE molto caldo, il tuo sngue si distribuisce in modo che poi ti senti fresco).
Typesetter, non lo hai bevuto te ma io: era caldo!
E poi non lo sai? con me i paradossi funzionano male ;-)
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