A volte mi immagino sdraiato su un divano mentre sto conversando abbracciato con il mio uomo (sì, la mia immaginazione arriva a tanto).
Nel bel mezzo di parole e carezze ecco che per curiosità mi domanda seriamente del rapporto tra me e la musica degli U2.
E mi vedo tutto preso a parlare contento, mentre mi infervoro, mi arrabbio, mi sorprendo ancora pieno di commozione, mentre sorrido alle mie stesse stranezze.
Dall'altro giorno so che potrei rivoluzionare il discorso che altrimenti farei partire dal 1983. Adesso so che potrei iniziare invece dal 24 luglio 2009. E raccontare di come nello spazio di una giornata definibile quale bella, intensa, emozionante, irripetibile, io sia morto e rinato. Nulla di trascendentale in effetti, nessuna nuova vita si è aperta, sono pur sempre qui con la mia vita e le mie esperienze di prima. Ma quando la realtà arriva a superare il desiderio più recondito ecco che ci si sente completamente differenti.
Condizioni difficili da verificarsi anche solo singolarmente si sono sommate per produrre il miglior concerto a cui abbia mai assistito. Scaletta grandiosa, posizione sotto il palco invidiabile, loro che erano in forma strepitosa. Ne esco sempre arricchito dalla musica ma venerdì 24 è stata una sensazione immensa, e io non ho il carattere per sopportare gli eccessi. Nemmeno quando sono fantastici. In questo senso dico che sono morto, ad un certo punto -uscendo dallo stadio- ho avvertito l'alt che davo a me stesso. Dovevo chiudere i contatti con le mie sensazioni. Non riuscivo più a capirmi.
Solo la mattina dopo agli Hanover Studios ho ripreso a sentirmi vivo. E' stato il vento, quel vento teso che mi è entrato in testa e mi ha confuso la mente. Era quello di cui avevo bisogno, una bella sferzata fresca.
Giungo alla fine delle mie immaginazioni e mi accorgo che sono rimasto solo sul divano. Se ne è andato senza che me ne accorgessi. Forse lo ha fatto per sempre. Sono sempre stato giudicato strano da molti mentre invece io mi ritengo spesso banale. Alla fine se ne è andato quando avevo sfogato quanto avevo dentro di bello. E non ha saputo coglierlo, neanche una piccola parte. Ha visto solo le mie stranezze. Allora mi dico che è meglio così, che non abbia ascoltato fino in fondo. Se ne sarebbe andato lo stesso, però portando via con sé la mia bellezza.
Poco a poco sto pubblicando le foto del 24 luglio. Un paio di esse, anche se non ancora caricate, sono venute bene. Forse era destino che in una giornata come quella pure la combinazione tra catorcio di digitale HP e il sottoscritto dovesse finalmente funzionare. Tornateci entro domani, per una volta lo consiglio.
Nel bel mezzo di parole e carezze ecco che per curiosità mi domanda seriamente del rapporto tra me e la musica degli U2.
E mi vedo tutto preso a parlare contento, mentre mi infervoro, mi arrabbio, mi sorprendo ancora pieno di commozione, mentre sorrido alle mie stesse stranezze.
Dall'altro giorno so che potrei rivoluzionare il discorso che altrimenti farei partire dal 1983. Adesso so che potrei iniziare invece dal 24 luglio 2009. E raccontare di come nello spazio di una giornata definibile quale bella, intensa, emozionante, irripetibile, io sia morto e rinato. Nulla di trascendentale in effetti, nessuna nuova vita si è aperta, sono pur sempre qui con la mia vita e le mie esperienze di prima. Ma quando la realtà arriva a superare il desiderio più recondito ecco che ci si sente completamente differenti.
Condizioni difficili da verificarsi anche solo singolarmente si sono sommate per produrre il miglior concerto a cui abbia mai assistito. Scaletta grandiosa, posizione sotto il palco invidiabile, loro che erano in forma strepitosa. Ne esco sempre arricchito dalla musica ma venerdì 24 è stata una sensazione immensa, e io non ho il carattere per sopportare gli eccessi. Nemmeno quando sono fantastici. In questo senso dico che sono morto, ad un certo punto -uscendo dallo stadio- ho avvertito l'alt che davo a me stesso. Dovevo chiudere i contatti con le mie sensazioni. Non riuscivo più a capirmi.
Solo la mattina dopo agli Hanover Studios ho ripreso a sentirmi vivo. E' stato il vento, quel vento teso che mi è entrato in testa e mi ha confuso la mente. Era quello di cui avevo bisogno, una bella sferzata fresca.
Giungo alla fine delle mie immaginazioni e mi accorgo che sono rimasto solo sul divano. Se ne è andato senza che me ne accorgessi. Forse lo ha fatto per sempre. Sono sempre stato giudicato strano da molti mentre invece io mi ritengo spesso banale. Alla fine se ne è andato quando avevo sfogato quanto avevo dentro di bello. E non ha saputo coglierlo, neanche una piccola parte. Ha visto solo le mie stranezze. Allora mi dico che è meglio così, che non abbia ascoltato fino in fondo. Se ne sarebbe andato lo stesso, però portando via con sé la mia bellezza.
Poco a poco sto pubblicando le foto del 24 luglio. Un paio di esse, anche se non ancora caricate, sono venute bene. Forse era destino che in una giornata come quella pure la combinazione tra catorcio di digitale HP e il sottoscritto dovesse finalmente funzionare. Tornateci entro domani, per una volta lo consiglio.
2 commenti:
Bel post, belle sensazioni :)
Brain
Concordo con l'amica rana. Sei un tesoro di persona, anche se livornese. ;)
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