13 giugno 2010

vedi, questo è uno smartphone

Ieri sera mi trovavo seduto su una panchina di piazza card. Dalla Costa a Firenze in attesa dei soliti ritardatari (io chi fa ritardo con regolarità lo butterei a mare, per dire).
Ero insieme ad altri 3 sfortunati i quali però in un attimo hanno tirato fuori tutti e tre i loro più o meno nuovi smartphone e hanno cominciato ad isolarsi dal mondo. Il brontolone che è in me ha sottolineato la cosa. Mi è stato risposto che si vedeva che dovevo farmi un amico.
Non mi disturba più di tanto che mi venga ricordato che sono solo, d'altronde è la verità e, almeno in parte, me ne accorgo da solo delle mie uscite stridule. Per cui ho subito dato ragione. Il bello però è che l'amico non era inteso come un uomo. Ma proprio come uno smartphone.
L'equazione amico = persona sembra non abbia più una valenza universale.
Poi chi ne fa quasi una fede di questa boiata ti consiglia la zuppa di cipolle al Sedano Allegro che, accidenti a quel giorno che me ne accorsi di averla, la mia onestà intellettuale considera come uno dei consigli culinari migliori mai ricevuti. Insomma, non c'è neanche il gusto di catalogare uno come un deficiente che subito ti smentisce.
Pare che questo Frattaglia SacherTime sia andato bene. Insomma, la protagonista ne è rimasta soddisfatta, e gli astanti hanno detto che la torta era più che buona.
Credo però che la giornata nel suo complesso sia stata magnificamente riassunta in questa frase.
Il cruccio è di aver dimenticato il cazzabubbolo di macchina digitale laggiù, nella inner Tuscany. Quindi per un po' niente foto.

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