16 agosto 2012

i timidi napoletani

O quasi. Alcune impressioni del mio recentissimo errare in quel di "vedi Napoli e poi muori".
Come resistere alle insistenze dei viaggiatori napoletani presenti nello scompartimento del treno durante il viaggio di andata? Non si può, la mia proverbiale spocchia ha ceduto alle loro insistenze. Curioso che, appreso che non ero di Napoli, in separati momenti, sì perché le conversazioni intavolate contemporaneamente erano almeno tre, mi sia stato chiesto del perché stessi allora andando a Napoli.
L'ospitalità del romano trasferitosi per lavoro a Napoli, che fa di lui il potenziale obbiettivo di biasimi misti a commiserazioni, ha previsto tante corse di taxi quante ne ho mai prese finora nel resto della mia vita, musei, tanti musei, chiese, tante chiese, mal di piedi e di gambe, tanto mal di piedi e di gambe, camera con vista.
Le poche cose che ho capito di Napoli.
Città, musei e chiese, tutto bellissimo. Città sbrigativa, al contrario di quello che uno si potrebbe aspettare, l'importante è che, fatta una certa, tu ti levi di torno. Così ad esempio a Capodimonte, un'ora di tempo per visitare 60 sale, fate un po' voi; oppure da Pellone, la pizzeria. Qui però è toccato agli altri levarsi di torno presto, noi siamo stati onorati dall'aver dovuto chiedere noi il conto.
Trasporti pubblici un po' ridicoli, frequenza degli autobus minore di una città di provincia.
Sensazione di allerta costante. Radiografie subite, innumerevoli. Problemi solo col caldo.
Mozzarelle di bufala di un altro pianeta. Sfogliate da riprovare con qualche grado in meno. Caffè, non me lo hanno fatto. Brutta storia.
E su tutto la netta sensazione, forse influenzata da quanto detto dall'ospite, che in fondo in fondo, i napoletani, quelli più veraci, esprimono una misconosciuta timidezza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Più che di timidezza, a mio parere si tratta di una specie di soggezione che i napoletani hanno di fronte a qualsiasi accento che sembri provenire dal Lazio in su. Una cosa legata alla cultura del minoritarismo che caratterizza tutto il sud, ma il discorso è lungo...
Comunque i veri napoletani vanno da pellone per la pizza e poi portano quelli di fuori nelle pizzerie dei tribunali. Mi dovete dire come lo avete scoperto :)

SacherFire ha detto...

Io non so come è stato scoperto Pellone, so solo di una breve diatriba sul fatto che fosse in via o in piazza Nazionale.
Ecco, sono stato portato da Pellone, e nei giorni successivi qualcuno ha tentato di farmi mangiare le pizze di via dei Tribunali. Temo che ciò possa fare di lui un quasi napoletano, e mi sa che ne sarebbe felice.

Paolo ha detto...

@totentanz: faccio del mio meglio per ambientarmi. Devo ancora raccontare la scenata che ho fatto ai due toscani (dell'entroterra, ha detto il SacherFire) che si erano seduti sulle maioliche di Santa Chiara, io mica mi sono mai incazzato così tanto a Roma.

@SacherFire: appunto :D