19 giugno 2006

il nuovo del 1948 e il vecchio del 2005

Condivido solo un punto della modifica costituzionale approvata a novembre: la riduzione del numero dei parlamentari. E non per una ragione demagogica, non credo infatti che basti ridurre il loro numero e automaticamente con esso anche le spese. Sottoforma di rimborsi, indennità a portaborse, eccetera, le maniere per percepire a testa un po' di più le trovano. Una riduzione del numero dei parlamentari sarebbe positiva perché renderebbe più snella l'organizzazione del lavoro parlamentare. All'estero, salvo poche eccezioni, hanno parlamenti funzionanti con molti meno rappresentanti.
Tolto questo punto non approvo una qualsiasi delle altre riforme votate. Contrario su tutta la linea soprattutto sui poteri dati al premier e sull'assenza di funzioni di controllo serie che li bilancino. Illuminante la concezione vecchio stile dell'uomo forte al comando, al quale niente e nessuno potrebbero in realtà togliere il potere, salvo una volontà autolesionistica della maggioranza dei parlamentari di buttarsi nel vuoto di elezioni in cui dovrebbero giustificare, nel breve volgere di poche settimane, il voltafaccia e trovare nuove alleanze. Volontà praticamente impossibile che si verifichi.
Ma su tutto, il mio no si basa su un pensiero che non mi toglierò mai dalla mente. Una costituzione, nuova o revisionata che sia, deve poter prevalere, tutelando quindi le istituzioni, sulla classe politica che la dovrebbe applicare. Deve cioè valere al di là delle qualità della classe politica presente in un periodo. Una costituzione che dia indirizzi e visioni che siano indifferentemente applicati da una qualsiasi maggioranza parlamentare.
Ecco perché voterò no. Chi ha proposto questa riforma lo ha fatto pensando ai propri interessi, non a quelli di un'intera nazione. Chi ha proposto questa riforma non ha la concezione di nazione, se non quale occasione per far prevalere interessi particolari e parziali a scapito di quelli generali. Chi ha proposto questa riforma era ben consapevole di rappresentare gli interessi della "coscienza sporca" del paese, di chi io me ne frego, di chi io ci provo, di chi pretende senza dare, la cui fortuna è stata quella di convivere con un'altra coscienza, certamente portatrice di un maggior senso civico, che è disposta a fare dei sacrifici per uno straccio di coesione sociale in più.
I politici attuali non hanno né la stoffa né la reale volontà di realizzare una seria riforma costituzionale. Il testo approvato pare scritto per risolvere problemi contingenti mancando del tutto di una visione futura. Hanno scritto, e male, una costituzione che non dà futuro ma solo un triste presente che sarà già un passato nel momento in cui venisse applicata. Non riconosce alle istituzioni interessate un respiro di funzionalità sottoponendo tutto e tutti alla pessima forma di governo del premierato forte.
Questa modifica è da rigettare perché sa di vecchio, soprattutto se paragonata con la Costituzione del 1948 , testo quest'ultimo perfettibile ma sicuramente scritto con ben altro spirito di servizio per un paese nel quale identificarsi e per il quale valga la pena di impegnarsi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai perfettamente ragione concordo con te

Anonimo ha detto...

E io concordo con Stellalpina

Anonimo ha detto...

Ed concordo con voi. Stando all'estero non posso vedere la Tv italiana ma mi dicono che negli spot mediaset l'elemento su cui (guarda caso) si concentra la maggiore attenzione è proprio la riduzione del numero dei parlamentari. Visto che io stavolta non potrò tornare per votare... beh, votate anche per me.

SacherFire ha detto...

Heraclitus, se sei residente puoi votare per posta, fino a domani giovedì 22, basta che la scheda elettorale arrivi al consolato più vicino entro le ore 16 locali.
Se sei in viaggio, allora buona continuazione :)