Mi capita molto spesso, nel passare sotto o comunque nelle vicinanze della casa di una persona a me cara, di farle un saluto col pensiero. In modo del tutto naturale mi nasce dentro anche l'idea di darle un abbraccio o una carezza. Trovo che possa essere una forma di conforto, nei momenti tristi di una persona, e di conferma dell'affetto che esiste, nei momenti migliori.
In questa settimana mi sono trovato ad abbracciare più volte un uomo che ho conosciuto da poco ma col quale è nata fin da subito una reciproca empatia. Gli abbracci erano per la perdita del figlio. Ma in quei momenti in realtà di conforto non ne aveva bisogno; la sua prima reazione infatti è stata quasi di euforia, è stato lui ad abbracciare tutti, lui ad avere una parola per tutti.
C'è stato solo un attimo in cui mi sono accorto che la maschera stava per cadere. Provai a dirgli qualcosa, anche se le parole sono del tutto inutili in certe occasioni, ma lui continuando ad abbracciarmi mi ha bloccato: Andre, te hai capito tutto.
In realtà non è vero. Un dolore del genere non lo ho mai provato. In un istante ho visto solo il senso di smarrimento, ho sentito il suo grido, ho capito per dove stava partendo la sua mente. Ma ciascuno di noi deve arrivare a capire da solo che quella ricerca, che continuerà disperata chissà fino a quando, non porterà a nulla, a meno di trovare per la strada nuovi motivi per vivere.
Percorso personale e solitario. Anche nell'ipotesi che accetti la compagnia di persone che gli vogliono bene. Sarà, in questo caso, come passare vicino alla sua casa e rivolgergli il più dolce dei sorrisi e il più bello dei pensieri.
In questa settimana mi sono trovato ad abbracciare più volte un uomo che ho conosciuto da poco ma col quale è nata fin da subito una reciproca empatia. Gli abbracci erano per la perdita del figlio. Ma in quei momenti in realtà di conforto non ne aveva bisogno; la sua prima reazione infatti è stata quasi di euforia, è stato lui ad abbracciare tutti, lui ad avere una parola per tutti.
C'è stato solo un attimo in cui mi sono accorto che la maschera stava per cadere. Provai a dirgli qualcosa, anche se le parole sono del tutto inutili in certe occasioni, ma lui continuando ad abbracciarmi mi ha bloccato: Andre, te hai capito tutto.
In realtà non è vero. Un dolore del genere non lo ho mai provato. In un istante ho visto solo il senso di smarrimento, ho sentito il suo grido, ho capito per dove stava partendo la sua mente. Ma ciascuno di noi deve arrivare a capire da solo che quella ricerca, che continuerà disperata chissà fino a quando, non porterà a nulla, a meno di trovare per la strada nuovi motivi per vivere.
Percorso personale e solitario. Anche nell'ipotesi che accetti la compagnia di persone che gli vogliono bene. Sarà, in questo caso, come passare vicino alla sua casa e rivolgergli il più dolce dei sorrisi e il più bello dei pensieri.
2 commenti:
un dolce piensiero anche a te, che dolci pensieri hai per gli altri
grazie anonimo :-)
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