04 marzo 2012

cremare purché pagare


La Cei sta rafforzando in questi giorni il parere già dato tempo fa sullo spargimento delle ceneri dei defunti che sono stati cremati e sulla loro conservazione. Forse sta passando lontano dai riflettori, non che sia una gran notizia in effetti.
Il parere è dato per evitare consuetudini estranee ai valori della tradizione cristiana. Si inizia al solito presentando la cosa come un'apertura per poi parlare quasi esclusivamente dei divieti.
La cremazione non è contraria alla tradizione cristiana. Molte volte è stata ribadita da più parti all'interno della chiesa cattolica questa indicazione e certo la versione 2012 del rito delle esequie non aggiunge niente, neanche quello che si vuole ora far passare come novità. Adesso la specifica che si aggiunge è che però non va incoraggiata, proprio perché alcuni, c'è sempre chi rema contro, si fanno cremare in odio alla fede.
C'è una tale veemenza in queste frasi, come spesso fanno i rappresentanti della chiesa cattolica che per giustificare un discorso si inventano il nemico che vuole infangare la vera fede a tutti i costi, anche dopo che sia morto. Più che dal rispetto della tradizione cristiana sembra che molti all'interno della chiesa siano affetti da paranoie.
E, dopo aver detto che la cremazione si può fare coi dovuti però e distinguo, ecco la ciliegina della torta sull'evitare la dispersione delle ceneri, e più in generale sul non portarle fuori da un cimitero.
La tradizione cristiana, così ben rappresentata in tali documenti ufficiali, tende a dimenticare la banalità che il cimitero per tutti è un'invenzione non religiosa introdotta, almeno in Italia, da Napoleone. Insomma, le belle sepolture prima del 1800 erano riservate a pochi. Per 1800 anni la tradizione è andata da tutt'altra parte.
Nel documento della Cei pare che molto sia legato al terreno consacrato. Se lo è, ceneri sì, se non lo è, ceneri no perché la dispersione potrebbe sottintendere concezioni panteistiche o naturalistiche. Non dico che anche qui siamo all'accenno di paranoia scritto prima, ma ad un più misero stadio di fantasia al potere.
Il riferimento, nell'articolo dell'Uaar che ho linkato, alla presenza diretta nel business delle sepolture della chiesa cattolica, per altro del tutto vera, è solo l'ennesima testimonianza che il soldo, o la sua penuria, fa spostare a volte da una parte a volte dall'altra anche le religioni, sempre più mobili della fatidica montagna.

6 commenti:

Numero 6 ha detto...

Io il punto dell'articolo dell'UAAR non l'ho capito proprio, e con l'UAAR mi capita spesso, ma non è questo il tema.
I problemi della cremazione, che conosco per esperienza personale, sono piuttosto diversi e hanno a che fare poco o nulla con le linee della CEI.

SacherFire ha detto...

Il punto dell'Uaar sono due in realtà, almeno per come l'ho capita io: primo il timore, non del tutto infondato purtroppo che, seppur siano palesemente indicazioni rivolte ai soli credenti, in realtà vengano recepite come indicazioni da applicarsi a tutti. Il mio purtroppo significa che non è scontata in Italia la separazione tra cos'è laico e cosa no, anche a livello di funzionari pubblici.
Secondo, la Cei sferra un attacco diretto alle Socrem. Non che l'Uaar ne sia il sindacato, ma certo il suo parere è, dal mio punto di vista, confortante.

Problemi della cremazione? Hai voglia di parlarne?

Numero 6 ha detto...

Ce ne sono due.

Il primo è legale: un morto non è molto diverso da un vivo, nel senso che ha una residenza. Che sia cremato o meno deve sempre essere noto dove sta. A causa di questo lo spargimento delle ceneri è un impiccio che le agenzie di pompe funebri, se possono, si risparmiano volentieri. (il sito della socrem spiega anche questo)

Il secondo problema è pratico: i crematori li hanno solo i cimiteri più grandi, li fanno pagare cari e tendono a metterci su una simpatica gabella se vieni da fuori. Tieni conto che il costo della cremazione è tutto in più, dato che il resto della pompa funebre lo devi comunque fare.

SacherFire ha detto...

Noto grandi differenze tra le esperienze. Qui da un paio d'anni, forse meno, si possono spargere le ceneri praticamente ovunque, c'è solo da dover dire dove si farà e quando.

È vero quello che dici dei costi della cremazione. I crematori non sono tanto diffusi. A Livorno siamo fortunati, è stato penso il primo in Italia. Ai soci socrem fanno lo sconto :D
Non te lo vorrei dire ma molti comuni trentini offrono le spese della cremazione alle famiglie: hanno delle convenzioni, almeno dei comuni che conosco, coi crematori di Mantova e di Reggio Emilia. Un altro mondo, lo so.

Numero 6 ha detto...

Lo spargimento è regolato dalla legge 130 del 2001. Ma la cosa più importante è che deve essere richiesta in vita, dopo morti basta un cugino che non è d'accordo e addio.

SacherFire ha detto...

Le leggi che regolamentano la questione sono varie.
La questione dell'espressione in vita della volontà è superata dalla dichiarazione che possono fare i familiari, se un cugino ha il potere di bloccare una cremazione significa semplicemente che non c'è un familiare più prossimo. La legge regolamenta bene questo punto.

Ti linko, che poi mi son scordato l'html per fare i link porcomondo, il regolamento di polizia mortuaria del comune di Livorno. Articoli da 57 a 69.
Art. 67 luoghi di dispersione: mare (seppur a mezzo miglio dalla costa), giardini privati, aree demaniali naturali. Oltre ai cimiteri.
http://www.comune.livorno.it/_livo/uploads/2008_09_9_09_55_07.pdf