È proprio vero, il mondo non smette mai di sorprenderci.
È attiva da qualche settimana un'iniziativa a favore degli sportivi e più in generale delle persone LGBT che coinvolge giocatori, allenatori, dirigenti della NHL. Sì, proprio loro, quelli dell'hockey su ghiaccio americano. Quelli, che quando sono sul ghiaccio, non pensano a salti tripli o alle piroette ma piuttosto a cose del genere.
Quello che ti aspetti da uomini così non è di certo un appoggio convinto e sempre più contagioso all'interno del mondo professionistico americano per il rispetto alle persone gay.
E badiamo bene, non è un'iniziativa rivolta all'esterno della NHL. Il titolo dell'iniziativa dice tutto: se puoi giocare, puoi giocare. Non importa chi tu sia, qui siamo tutti giocatori di hockey. E te lo vengono a dire i capitani delle squadre, i campioni stranieri, e quegli omaccioni di manager che mai ti aspetteresti che aprano la bocca a incoraggiarti. E invece questi ti fanno discorsi sull'inclusione delle diversità.
Nel frattempo, in Italia.
2 commenti:
Quella di La Russa II la Vendetta me l'ero persa: una strategia di sopravvivenza?
Certo che se noi abbiamo i La Russa e i Giovanardi (anche quelli sono 2, gemelli, identici anche nell'idiozia), negli US hanno Sanctorum... Comunque al di la dei T Parties & Co, là sono molte miglia avanti come percezione sociale.
Sanctorum che poi sarebbe italiano d'origine...
Ogni paese ha i suoi eroi, e pure i propri ratti.
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