Dopo aver visto i telegiornali ieri sera, con l’ingresso da ‘Cleopatra’ fatto dal senatore lucchese al mitingciellino, sono andato a leggermi, anche grazie al più che tempestivo post di Gil, cosa aveva detto la, ahi noi, seconda carica dello Stato. Do atto all’Elfo che i suoi post, scarni o addirittura privi di commenti, sono maledettamente efficaci con i semplici link agli articoli perché ognuno, leggendo la stessa cosa, si faccia la propria idea. Bè, io spesso non resisto e devo farci dei ragionamenti che poi facilmente con una frase a commento possono essere fatti cadere come castelli di carte, perché comunque non sono mai esaustivo e spesso neanche chiaro. Vediamo se ci riesco anche stavolta.
Mi aveva colpito nel servizio del tg, negli articoli di giornale non viene riportato, la sommatoria che fa dei credenti coi laici (quelli buoni, secondo lui) per superare la crisi morale che attraversiamo con questa bella santa alleanza. Ho sempre pensato che se proprio le due parole non hanno dei significati identici, poco ci manca. Intendo credente come chi professa una fede religiosa e laico come chi non appartiene al clero. Il dubbio che mi assale è se tra i laici possa essere considerato anche un ateo o no: nel senso letterale sì, ma la parola laico non è utilizzata per compiere una distinzione all’interno dei credenti? Io almeno la intendo così. Questione di lana caprina se non fosse da sottolineare come pera limiti a queste due categorie l’universo (cristiano) e stranamente dimentichi, nel contesto ciellino, di parlare anche degli atei ai quali lui appartiene. Un ateo non si definisce mai laico, ma solo ateo. Si vede che nel suo filosofeggiare se ne è dimenticato.
Mi ha colpito come sul relativismo faccia da serio concorrente a ratzi, con l’aggravante che se ratzi in fin dei conti occupa una carica di parte, pera occupa una carica pubblica che dovrebbe essere sopra le parti, anche e soprattutto su temi come questi. La questione si sposta per me a quali temi possa ora affrontare il clero se quelli a loro cari sono affrontati in modo così incisivo da pera.
Per ratzi e la giornata gmg, che poi è stata una 4 giorni… (nomi a vanvera), non posso invece che auspicare una reale applicazione di quanto detto sulla religione fai da te. Nel dire questo confermo la definizione datami di eSTEMIsta, ma almeno si tratterebbe di far comparire, e di far essere, la religione per quello che è, con tutte le sue sfaccettature e, soprattutto, farla essere la stessa cosa per tutti. Compresi i berlusca divorziati che si beano di ricevere comunque le comunioni, i casini che fanno da paladini del cattolicesimo e lasciano mogli e figli per una di 20 anni di meno, gli altri paladini che applicano, loro sì, la religione fai da te quando più gli pare (vedi i bossi et alii con le conclamate schizofrenie tra papi e chiese ladrone e mancate origini cristiane). Ma davvero si avverasse quanto dice ratzi! Quasi quasi avrei da guadagnarci anch’io (quindi pure per me è valso il richiamo contro il fai da te): non trombando rientro mio malgrado tra i poveri fratelli omosessuali degni di rispetto proprio in quanto non trombanti. No scusate, cazzo dico: ora vado contro la mia natura (aspettate a ridere, sciocchi) di fedele innamorato sognatore e entro in una dark room fino a quando non ne ho collezionati almeno una decina. Ne uscirò sfiancato ma 'relativisticamente' libero.
2 commenti:
Faccio un po' di sociologia da due lire.
Il cercare da parte di cattolici veri o presunti di inserire un po' della morale "loro" nella vita pubblica ne dimostra inerentemente la sconfitta.
Perché è fallita, e lo sanno tutti, la religione privata: precetti o meno la gente scopa e divorzia, mangia la carne il venerdì, la domenica va al mare, e se ne infischia.
Oggi un parroco che dice a un/a 18enne di astenersi viene preso a pernacchie.
Da qui, il tentativo di dire che ci dovrebbe essere una "morale", che chiaramente è la loro, che chiaramente è la migliore.
In quello che dice Pera non c'è nulla, la sua messa in pratica è irrealizzabile, serve solo a schierarsi, a mettere l'avversario politico in necessità di ribattere.
A Erma', come al solito non sono d'accordo con te, o almeno in parte. Che sia difficile aspettarsi un ritorno dello stato-chiesa è abbastanza evidente, anche solo per ragioni anagrafiche, come già detto da Gerry. Però nel frattempo, aspettando che Signora Morte faccia il suo dovere, qua in Italia siamo legislativamente (e socialmente) più arretrati della Spagna, sempre portata ad esempio di un paese ancora in via di sviluppo (ormai ci dà punti a destra e a manca). Un esempio? I famosi-famigerati PACS. Che se da un lato nessuno vuole fare né a destra né a sinistra - anche, se non soprattutto, perché il vaticano non vuole -, dall'altro non c'è neanche la società civile che reclama per quel che potrebbe spettarle. E perché? Perché in Italia si fa ma non si dice, perciò tutti cattolici davanti e 'peccatori' dietro, compreso il gran paladino della famiglia, il Pierferdi, divorziato e convivente con una di 20 anni più giovane, così come i papaboys avranno trombato in allegria nonostante i ripetuti inviti alla castità della loro figura ispiratrice. Ma tanto l'indulgenza l'hanno avuta per la loro sola presenza.
Che schifo.
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