15 agosto 2005

c'è da andare a prendere il ponce

Considerando che qualcuno è riuscito a scrivere un post di sole 26 parole, in cui era però presente per ben 13 volte la parola Sacher (in aggiunta a 11 virgole ed 1 punto), cercherò di sostituire l'aulico nome con S*, faccio prima.
L'arrivo dei S* ospiti è coinciso per le due coppie, trovatesi 'casualmente' a pochi metri da casa mia... sarà per via delle mappe corredate dai punti rossi? neanche coi bimbi... però devo dire che da bravi sono arrivati senza lanciare s.o.s. disperati. L'ultimo dei S* ospiti invece è giunto attraverso i quartieri sud per vie alternative nonostante fosse dotato anche lui di punti rossi... è stato 'telefonato', ma non era preoccupato, aveva fatto un incontro con un autobus della linea n° 6 (darà spiegazioni l'
interessato).
Del S* pranzo daranno delucidazioni i S* ospiti, ché in fin dei conti era in loro onore. Segnalo però l'arista fornita dai S* ospiti
pistoiesi, utilizzata come antipasto gustoso.
Faceva un discreto caldo e la cosa ha condizionato non poco nonostante lo spalancamento di tutti i pertugi esistenti. Forse ha condizionato anche il romano che non aveva letto gli ultimi aggiornamenti del post di venerdì e che quindi è stato preso un po' in giro: "cazzo ho fatto 300 km allora?" è stato il suo grido.

S* ospiti gentili, simpatici, loquaci, ben disposti a qualunque variazione del S* programma che in realtà è stato inventato lì per lì, tranne forse il mare. Insomma, ospiti da segnalare e da invitare nuovamente. Una SECca non aveva il costume ma non è servito visto l’orario di fine pranzo, ma anche per la successiva partenza, e quindi non adatto per problemi di digestione. Rapida, vista la quantità delle stoviglie, rigovernatura. L’ospite numerato insisteva poi con la visita della città che gli era nota quanto l’Honduras Britannico. E quindi via in una passeggiata post pranzo. Il cicerone inizia però a comportarsi da tale solo davanti ad una foto esposta in una vetrina ritraente PROTTI che, lasciando il campo per l’ultima volta, dà la fascia di capitano a LUCARELLI con accanto un plaudente Cannavaro, capitano della Nazionale nonché giocatore di una squadra con colori sociali neri e bianchi. Da questo episodio parte a ritroso la storia di Livorno raccontata dal cicerone dei S* ospiti. Tappe fondamentali via della madonna, la Fortezza Nuova (lezza come non mai) con viste panoramiche verso piazza della Repubblica e la Torre del Marzocco, dispersa in mezzo al porto industriale, il quartiere di Venezia i cui scorci pare siano piaciuti, la vista della Fortezza Vecchia, il palazzo dei Portuali, i 4 Mori, e un lento ritorno a casa per una cena iniziata verso le 21,45. Successiva uscita di mezzanotte per un’altra passeggiata sulla Terrazza Mascagni, con decisione presa dall’ospite blu che quello sarà il luogo del prossimo raduno (maddeché?), dove spirava un discreto vento tendente al libeccio. Mi viene in mente che potremmo andare a prendere un ponce (da cui il titolo del post) ma l’ora e soprattutto la calda giornata non agevolano lo spostamento per una bevanda scalda budella. Spostamento verso le baracchine per prendere qualcosa da bere con annessa ridicola quanto assurda gara con una macchina dei vigili che ci precedeva regolarmente per costringere le baracchine stesse alla chiusura (erano le 1,30 e io ricordavo la chiusura per le 2, mah). Si vince finalmente la gara e poi tutti a nanna.
L’indomani la sveglia è stata scaglionata, con episodio finale di chiamata da parte dell’ospite pratese fatta all’ospite numerato che pareva non dare segni di sorta da quella camera. Colazione a base di S*, ovviamente, e successiva uscita per andare al mare nelle ore migliori per prendere… una migliore scottatura. La scelta del posto cade sulla più comoda spiaggia dei 3 ponti, al posto di una più lontana anche se più bella ma sprovvista di doccia scogliera di Calafuria. Il mare, per via della mareggiata della notte, faceva schifo avendo in sospensione di tutto, ma quello sarebbe stato un problema anche sugli scogli. Il bagno ovviamente si è fatto, non sia mai. Ritorno per pranzare al solito ad un’ora indecente dove, dopo un S* ragù, ho tentato di rovinare l’appetito dei S* ospiti facendo affogare nella birra delle bistecchine di maiale trasformandole in potenziale stufato; pare non ci sia riuscito. Qui ci sono stati i primi rifiuti alle offerte della S* quale dessert, tranne del romano che ne ha, giustamente, approfittato. Finita l’ennesima rigovernatura, effettuata completamente dai bravissimi ospiti (è per questo in definitiva che li inviterò nuovamente), saluti all’ospite più lontano davanti alla sua panda parcheggiata a ben… 2 metri dal portone di casa (cose dell’altro mondo) e nuova escursione verso il mare con la restante coppia di ospiti. Aribagnetto, altro tentativo di scottatura sotto un discreto vento, ma pare che anche il pratese (è tutto detto quindi) sia riuscito a resistere alle ustioni peggiori (cazzo, crema di protezione 20!!! Neanche con la fiamma ossidrica ci si creano delle zone arrossate). Ritorno a casa e saluto agli ultimi S* ospiti.
Pare che ogni tanto durante questo S* Time abbia proferito frasi che rimarranno agli atti; ho già visto qualcosa scritto ma declino comunque qualsiasi responsabilità visto che difficilmente sono conscio di quello che dico. Citando Bono che il 22 maggio 1992 disse “See you next year”, saluto con “See you next Sacher Time”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

con decisione presa dall’ospite blu che quello sarà il luogo del prossimo raduno
Non ho visto il luogo ma approvo sulla fiducia :-)
Brain

Alice Twain ha detto...

Commenterei laconicametne "burp". Però insisto: la marmellata d'arancie con le scorzette renderebbe molto meglio di quella di albicocche.