17 settembre 2005

settembre

Settembre è sempre un po’ particolare. Mi piace il tempo, i famosi cieli tersi settembrini; si avvicina l’autunno, tutto si fa più intimo, vicino. L’ariosità estiva scompare velocemente come un temporale.

In settembre sul lavoro si ripresentano annualmente situazioni varie, molto da fare vista la ripresa dopo le vacanze ma anche episodi grotteschi: vengo infamato dalle persone più varie per aver dato, o non averlo fatto, una risposta. Ma roba da star male, proprio fisicamente visto il turbamento causato dalle reazioni veementi. Anche quest’anno non ha fatto eccezione. Chissà perché si concentrano in questo periodo.

Poi torno a casa e metto su Disintegration, che in pratica mi fa quello che dice… mi rende se possibile ancora più vulnerabile. Agli altri o anche più semplicemente agli effetti del tempo. Da oggi pomeriggio piove, lentamente, malinconicamente. Per un po’ smette, poi riprende. L’aria non è più fresca, è fredda; forse stanotte dormirò con le finestre chiuse. Per conservare un tepore che non sarà solo corporeo ma anche mentale. Per spirito di autoconservazione ma anche per capirmi meglio. Per sentire dentro che in realtà i miei ritmi, i miei pensieri, le mie sensibilità sono spesso ad un bivio e che non so mai da quale parte andare. Saltuariamente credo di essere in grado di prendere decisioni, forse per far piacere al mio lato presuntuoso, ma a volte le cose accadono senza che abbia fatto nulla di particolare. Non è un lasciarsi vivere, almeno non lo è fino in fondo. L’arrendevolezza alla quale a volte mi lascio andare ha un lato significativo: poter osservare senza filtri, neanche quelli della propria volontà, le cose che ho davanti. Belle o brutte che siano. Che mi abbiano toccato personalmente o che riguardino altri. Si possono percepire alcune cose che altrimenti andrebbero perse. Si possono trovare, come reazione successiva, delle nuove sensibilità personali o scoprire delle solidarietà da parte di altri che non c’erano prima.

Comunque siamo qui con le nostre piccole e grandi cose. Per poter avere paura dei cambiamenti ma anche per poter dire: cosa succederà domani? e dare alla curiosità un’altra, ennesima, opportunità di arricchirci e di sorprenderci.

Un po’ per me stesso, un po’ per l’amica C che è passata da uno sconquasso gioioso ad un vuoto silente.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Vivo malissimo questo cambio di stagione, boh!? Sarà che il lavoro mis tanca troppo

Anonimo ha detto...

john,

Anonimo ha detto...

The same deep water as you :-*

Red Mosquito ha detto...

Un abbraccio forte;-***

Anonimo ha detto...

Che belle parole, Sacher... :-*
AmicaB