Il premio Nobel per la Pace quest'anno è stato assegnato a Muhammad Yunus, il fondatore della Grameen Bank in Bangladesh. L'ho sentito a pranzo al telegiornale: sono contento, veramente contento.
Una persona eccezionale, un'idea che spesso può nascere in chi vive solo in certi luoghi, dimenticati da tutti ma non da chi vi appartiene. Un riscatto dato a così tante persone nelle regioni più povere. Gente alla quale non solo era preclusa qualsiasi forma di prestito bancario, ma addirittura anche la semplice possibilità di entrarci in una banca, per dire. Milioni e milioni di persone che non avendo nulla non potevano dare garanzie.
Sono contento perché un piccolo, grande rivoluzionario, una volta ogni tanto senza armi in mano, è stato premiato.
Provenendo dal mondo delle associazioni so che la gioia non sarà di tutti. Già da molto tempo l'idea di Yunus, la sua Grameen Bank (la banca di villaggio - potenza della parola), suscita sia ammirazione ma anche invidia e appettiti su come fare a rivendere questa "invenzione". Ma, come hanno anche dimostrato i fatti, il microcredito attuato dalla Grameen non è esportabile ovunque nel mondo, in qualsiasi contesto sociale. E questo è stato da molti contestato allo stesso Yunus. Ma il presupposto di garanzia sul quale si basano i prestiti infatti, essendo costruito sui rapporti fiduciari tra persone appartenenti allo stesso villaggio, può funzionare ove esiste una coesione sociale che vada al di là delle condizioni di enorme miseria e povertà. E il requisito della coesione purtroppo non c'è dappertutto.
In Bangladesh ha funzionato, e Yunus riceve anche questo riconoscimento per aver saputo dare alla sua realtà molte piccole opportunità.
Esprimo un solo rammarico: il Nobel dovrebbe prenderlo anche per l'economia! Troppo spesso troviamo soloni che propinano soluzioni dipinte come ineluttabili. Fortuna che da questa ineluttabilità sono esclusi proprio in tanti nel mondo. E da loro possono arrivare soluzioni alternative alle nostre certezze creatrici di disgrazie.
Una persona eccezionale, un'idea che spesso può nascere in chi vive solo in certi luoghi, dimenticati da tutti ma non da chi vi appartiene. Un riscatto dato a così tante persone nelle regioni più povere. Gente alla quale non solo era preclusa qualsiasi forma di prestito bancario, ma addirittura anche la semplice possibilità di entrarci in una banca, per dire. Milioni e milioni di persone che non avendo nulla non potevano dare garanzie.
Sono contento perché un piccolo, grande rivoluzionario, una volta ogni tanto senza armi in mano, è stato premiato.
Provenendo dal mondo delle associazioni so che la gioia non sarà di tutti. Già da molto tempo l'idea di Yunus, la sua Grameen Bank (la banca di villaggio - potenza della parola), suscita sia ammirazione ma anche invidia e appettiti su come fare a rivendere questa "invenzione". Ma, come hanno anche dimostrato i fatti, il microcredito attuato dalla Grameen non è esportabile ovunque nel mondo, in qualsiasi contesto sociale. E questo è stato da molti contestato allo stesso Yunus. Ma il presupposto di garanzia sul quale si basano i prestiti infatti, essendo costruito sui rapporti fiduciari tra persone appartenenti allo stesso villaggio, può funzionare ove esiste una coesione sociale che vada al di là delle condizioni di enorme miseria e povertà. E il requisito della coesione purtroppo non c'è dappertutto.
In Bangladesh ha funzionato, e Yunus riceve anche questo riconoscimento per aver saputo dare alla sua realtà molte piccole opportunità.
Esprimo un solo rammarico: il Nobel dovrebbe prenderlo anche per l'economia! Troppo spesso troviamo soloni che propinano soluzioni dipinte come ineluttabili. Fortuna che da questa ineluttabilità sono esclusi proprio in tanti nel mondo. E da loro possono arrivare soluzioni alternative alle nostre certezze creatrici di disgrazie.
2 commenti:
Non si tratta proprio della "Banca del villaggio, (malgrado il nome)Il signor Muhammad ha una quarantina di filiali sparse per il mondo e tutte funzionano con lo stesso metodo.Questo significa che dando credito si riceve credito. Solo l'uno per cento dei suoi clienti non ha restituito il prestito e io credo perchè sia stata nell'impossibilità di farlo. Quest'uomo, grande conoscitore dell'animo umano meruta ben più di un premio Nobel
Sono anch'io molto contenta di questa idea, solo un po' preoccupata dal fatto che la sua espansione la renda meno limpida di quanto non fosse all'inizio ... non so, se mi spiego.
Lessi della sua iniziativa per la prima volta qualche anno fa su repubblica e mi parve una idea eccezionale, soprattutto perchè in modo concreto aiutava ad uscire dalla povertà e lo faceva nemmeno insegnando a pescare, ma dando modo di comprarsi la canna da pesca ...
iniziative analoghe potrebbero essere introdotte anche in occidente, con diverse modalità ... guardare alla persona e non al suo patrimonio o meglio al patrimonio umano che la persona porta allo sportello, fatto di idee, sentimenti, valori ed energie.
Posta un commento