Trovo sempre più un collegamento diretto, per me inquietante, tra khomeyni e ratzinger. Quello che li lega è il distacco dalla realtà. Il primo durante il suo esilio parigino, invece di sfruttare l'apertura culturale - anche islamica - là esistente, si isolò dal resto del mondo preparando non solo la rivoluzione per la cacciata dello scià ma soprattutto le basi ideologiche del regime che ne seguì e che guidò per dieci anni (questa è almeno l'opinione di un mio zio che è algerino e che, seppure sunnita, ritengo faccia una lettura veritiera sull'integralismo che scaturì da quella rivoluzione). Il secondo invece che a Parigi, si è rinchiuso dall'inizio degli anni '80 in un palazzo dell'oltretevere romano da dove, quasi sicuramente, non ha mai goduto di una bella vista che gli rallegrasse l'animo. Forse Roma non è così stimolante, culturalmente parlando, come Parigi però ci sono lo stesso molte opportunità per comprendere la realtà in cui viviamo. Uno spreco di materiale cerebrale, in entrambi i casi. Il primo però aveva al suo fianco i pasdaran, il secondo non ancora.
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