Da meno di una settimana è iniziato l'assalto, mio e di alcuni blog che linko, al sito di aNobii. Ho notato che in giro c'è molto entusiasmo ma anche scetticismo.
aNobii è considerato da alcuni come un contenitore sì da riempire ma con malcelata svogliatezza. Non è possibile trovare sempre e comunque un grande piacere nella supposta novità del periodo. Chissà quanti altri siti hanno in passato, e magari tutt'ora, proposto idee come questa. Perché proprio aNobii dovrebbe aver successo quando i suoi limiti, mi pare di sentire la voce di qualche scettic-blogger, sono evidenti? In tempi di web 2.0 non è che il sito sia ben organizzato per l'interattività tra i suoi iscritti.
Effettivamente alcune difficoltà le ho notate anch'io. Capisco l'esigenza di separare le varie edizioni di un libro ma molto spesso, non sempre se ci si sta attenti, queste vengono considerate come libri del tutto differenti. Insomma, che io di un classico possegga l'edizione del '69 mentre altri dispongono dell'edizione di quest'anno è sì importante ma vorrei anche sapere più semplicemente quali altri iscritti abbiano QUEL libro.
Quello che pensavo fosse un identificativo univoco addirittura di una precisa edizione, cioè il codice ISBN, in realtà non lo è: qualche mio libro, inserito col codice, in realtà è differente dalla versione già presente sul sito. A maggior ragione l'inserimento del titolo dovrebbe essere organizzato in modo totalmente differente da quella dell'edizione.
Eppure quel sito ha un qualcosa di irresistibile. Da cinque giorni mi sono iscritto e il numero di libri è passato da 700 a 783mila (e io ne avrò inseriti una quarantina circa). Scovare quante e quali altre edizioni di un titolo ci siano non dà solamente come risultato quanto ho accennato sopra, ma è anche entusiasmante di per sé.
Cercare di pazientare perché una community del genere si estenda mi pare del tutto naturale. E' ovvio che se attualmente ci sono solo 218 persone che segnalano varie edizioni de Il nome della Rosa nella loro libreria qualcosa non torni, che gli iscritti attualmente non siano ancora rappresentativi di nulla. Il successo di un sito del genere non può essere, secondo me, paragonato ad altre iniziative quali Flickr, Myspace. E' vero che su aNobii i libri non si leggono, al massimo c'è una recensione e un breve commento di un iscritto, ma quando mai un libro è scelto perché è stato letto prima?
E' qui che sta la forza di un'idea quale aNobii. Il pubblico di bibliofili, molto più di ogni altro, dà la carica giusta per una iniziativa del genere. Perché più che per qualsiasi altro mezzo, per il libro la recensione, o la breve frase a commento che ti cattura funziona come una calamita. Il pubblico di bibliofili è molto più addicted, ormai tocca abusarne di questo termine, di qualsiasi altro proprio perché è il suo centellinare, il suo lento sfogliare le pagine, il suo carpire sensibilità nascoste la sua spinta maggiore. E questo, badate bene, ve lo dice uno che non si considera un bibliofilo a tutto tondo ma che saltuariamente è letteralmente rapito da qualche commento, anche vostro, su un libro e che scatena una vera e propria necessità di soddisfare la curiosità insorta.
Non è importante per me se aNobii avrà o meno successo; se non lo avrà sarà qualche altro sito organizzato magari meglio, ma sarà comunque la community che lo costituirà a decretarne il successo definitivo. Roma non è stata fatta in un giorno, figuriamoci una biblioteca universale.
Se questo esperimento non andrà a buon fine poco male: avanti col prossimo progetto. Solo una cosa però: un nome migliore? ;-)
aNobii è considerato da alcuni come un contenitore sì da riempire ma con malcelata svogliatezza. Non è possibile trovare sempre e comunque un grande piacere nella supposta novità del periodo. Chissà quanti altri siti hanno in passato, e magari tutt'ora, proposto idee come questa. Perché proprio aNobii dovrebbe aver successo quando i suoi limiti, mi pare di sentire la voce di qualche scettic-blogger, sono evidenti? In tempi di web 2.0 non è che il sito sia ben organizzato per l'interattività tra i suoi iscritti.
Effettivamente alcune difficoltà le ho notate anch'io. Capisco l'esigenza di separare le varie edizioni di un libro ma molto spesso, non sempre se ci si sta attenti, queste vengono considerate come libri del tutto differenti. Insomma, che io di un classico possegga l'edizione del '69 mentre altri dispongono dell'edizione di quest'anno è sì importante ma vorrei anche sapere più semplicemente quali altri iscritti abbiano QUEL libro.
Quello che pensavo fosse un identificativo univoco addirittura di una precisa edizione, cioè il codice ISBN, in realtà non lo è: qualche mio libro, inserito col codice, in realtà è differente dalla versione già presente sul sito. A maggior ragione l'inserimento del titolo dovrebbe essere organizzato in modo totalmente differente da quella dell'edizione.
Eppure quel sito ha un qualcosa di irresistibile. Da cinque giorni mi sono iscritto e il numero di libri è passato da 700 a 783mila (e io ne avrò inseriti una quarantina circa). Scovare quante e quali altre edizioni di un titolo ci siano non dà solamente come risultato quanto ho accennato sopra, ma è anche entusiasmante di per sé.
Cercare di pazientare perché una community del genere si estenda mi pare del tutto naturale. E' ovvio che se attualmente ci sono solo 218 persone che segnalano varie edizioni de Il nome della Rosa nella loro libreria qualcosa non torni, che gli iscritti attualmente non siano ancora rappresentativi di nulla. Il successo di un sito del genere non può essere, secondo me, paragonato ad altre iniziative quali Flickr, Myspace. E' vero che su aNobii i libri non si leggono, al massimo c'è una recensione e un breve commento di un iscritto, ma quando mai un libro è scelto perché è stato letto prima?
E' qui che sta la forza di un'idea quale aNobii. Il pubblico di bibliofili, molto più di ogni altro, dà la carica giusta per una iniziativa del genere. Perché più che per qualsiasi altro mezzo, per il libro la recensione, o la breve frase a commento che ti cattura funziona come una calamita. Il pubblico di bibliofili è molto più addicted, ormai tocca abusarne di questo termine, di qualsiasi altro proprio perché è il suo centellinare, il suo lento sfogliare le pagine, il suo carpire sensibilità nascoste la sua spinta maggiore. E questo, badate bene, ve lo dice uno che non si considera un bibliofilo a tutto tondo ma che saltuariamente è letteralmente rapito da qualche commento, anche vostro, su un libro e che scatena una vera e propria necessità di soddisfare la curiosità insorta.
Non è importante per me se aNobii avrà o meno successo; se non lo avrà sarà qualche altro sito organizzato magari meglio, ma sarà comunque la community che lo costituirà a decretarne il successo definitivo. Roma non è stata fatta in un giorno, figuriamoci una biblioteca universale.
Se questo esperimento non andrà a buon fine poco male: avanti col prossimo progetto. Solo una cosa però: un nome migliore? ;-)
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