30 dicembre 2007

bravi figli

Quando è il compleanno di mia madre, o l'anniversario di matrimonio, mio padre concentra in pochi istanti tutta la mia capacità di perdita di pazienza annuale nei suoi confronti. Che sia al telefono, che sia quando mi viene ad aprire la porta di casa loro, sente l'impellente desiderio di avvertirmi che sta cadendo la ricorrenza. L'enfasi che ci mette è quello che più mi infastidisce. Che la mia risposta sia un sorriso o un epiteto infamante sembra non toccarlo. Il suo dovere va compiuto indipendentemente dall'essermelo ricordato da solo.
Così stamani verso mezzogiorno, mentre ero lì che vagavo per casa in attesa di andare a portare il regalo a mia madre, squilla il telefono. Ero impegnato e non ho potuto rispondere subito. Immaginando chi fosse ho richiamato. E mentre stava per esprimere la propria sorpresa perché non ero ancora passato, ecco che dal loro cordless inizia a parlare anche mia madre: era sotto il casco ma aveva accanto il cordless così ha sentito lo squillo. Il pover uomo di mio padre si è zittito subito e lì ho capito che aveva chiamato, a insaputa di lei, approfittando della messa in piega. Ha potuto addirittura rilassarsi, senza aver compiuto fino in fondo il suo dovere, perché durante la telefonata -bastardo che sono stato, insistevo a chiedere: che volevate? e mia madre non capiva- è scattato l'invito a pranzo.
Che bravo figlio che hanno. Al contrario della figlia, che alle 14 -ci hanno tenuto a dirlo- non aveva ancora chiamato. Incosciente.

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