05 gennaio 2009

il mito dei dinosauri (e errori da nobel)/1

Ho terminato la lettura di Declino e caduta dell'impero dei dinosauri di Giovanni Pinna. Lo acquistai nemmeno tanto tempo fa su Ibs convinto che fosse un buon saggio divulgativo, niente di più.
Ho trovato invece una curiosa commistione di testo scientifico di difficile lettura per neofiti della materia (i primi capitoli, dedicati alla sistematica, mi hanno fatto tornare indietro di 15 anni alle fantastiche lezioni di Paleontologia dei Vertebrati, sebbene i dinosauri ne siano solo una limitata porzione; immagino però non siano né stimolanti né facilmente comprensibili per chi sia solo incuriosito da questo ordine di rettili) e di testo divulgativo fruibile da tutti apprezzabile soprattutto per la sua leggibilità e in grado di suscitare interesse. L'insieme che ne deriva è un libro che può riuscire a scandalizzare il lettore, perché lo sorprende dapprima sfatando consolidate certezze sulle quali sono sorti i miti sui dinosauri e poi togliendo quelle irrazionalità di cui, da svariati anni, l'immaginario collettivo si nutre.
Divido in due questo post, primo perché altrimenti nessuno arriverebbe in fondo, secondo perché devo preparare il terreno... a cosa? Bè, si parla di dinosauri estinti, cos'altro potrebbe attirare la vostra attenzione se ne mettessimo in dubbio proprio l'estinzione?

Il saggio è rivolto a confutare, non primo e nemmeno ultimo, la teoria dell'estinzione dei dinosauri per impatto meteorico formulata da Alvarez et alii nel 1980. Luis Alvarez fu premio nobel per la fisica; vedremo come questo verrà contro la sua ricerca.
Pinna si toglie qualche sassolino dalle scarpe cercando, e secondo me riuscendo, di cogliere i punti deboli del catastrofismo a tutti i costi. Vedo questo come giusto, se uno ritiene di essere contrario a certe ipotesi deve controbattere senza nascondersi ma, come spesso accade, può esagerare. Non nei toni, il dono della gentilezza in risposta alle cavolate non è di tutti, ma perché si autocita e, soprattutto, lo fa per far vedere che lui è tra i fautori delle ipotesi alternative più plausibili. E' comune a tanti il riconoscersi le proprie ragioni, sia nella scienza ma ancor più nella vita, e però a me non piace.

Al di là, come già scritto prima, delle questioni sistematiche e cioè dei problemi -in buona parte risolti- della classificazione, il saggio presenta il contesto nel quale poi andrà ad intaccare la teoria del meteorite. Mai chiesto perché i dinosauri piacciano così tanto? Pinna afferma:


I dinosauri, l'archetipo del diverso e del mostruoso, sono stati posti dalla componente irrazionale della mente umana al di fuori della normalità della natura, e quindi al di fuori della natura stessa; essi (...) sono una perfetta versione moderna dei discendenti dei draghi della simbologia e del folclore dell'antichità classica e medievale, anch'essi contemporaneamente oggetti scientifici e immagini ipotetiche. Come il drago - e cioè il diavolo, il satana, l'incarnazione della paura della forza del male nella simbologia cristiana ed ebraica - veniva esorcizzato nella lotta e nella sua distruzione, così il dinosauro è divenuto nella società moderna, al pari dell'antico drago, il simbolo esterno di una paura segreta repressa, paura che viene esorcizzata nella tragica e improvvisa estinzione.

Perché è a parer mio importante questo passo? Oltre a ridimensionare il ruolo che i dinosauri hanno avuto (paleontologicamente parlando sono poco più che curiosità) sottolinea anche l'aspetto ridicolo che in presenza di tali mostri anche la loro fine debba per forza di cose essere stata degna, e cioè tragica, quasi che si andasse così a compiere un destino segnato.
La storia dei dinosauri e, soprattutto, la crisi avvenuta al limite K/T (Cretaceo/Terziario) non hanno nulla di particolarmente originale ad occhi scientifici. Le ragioni dello spasmodico interesse sono almeno per il grande pubblico quindi, passatemi l'ossimoro, irrazionali.
Il saggio riporta, come molti autori e scienziati fanno da sempre, alle giuste dimensioni di naturalità le crisi biologiche e le cosiddette estinzioni di massa e l'estinzione in sé. Tutti processi insiti nella natura le cui probabili cause, seppur con le difficoltà della ricerca sul campo, sono lì sotto gli occhi di tutti. Se l'estinzione dei dinosauri ha così colpito l'immaginario venendo definita quale immane catastrofe, quali termini dovrebbero essere allora spesi per la crisi avvenuta al limite Permo-Trias che ridusse del 96% le specie animali marine? Non c'è stata, nella storia geologica conosciuta, nessuna crisi peggiore.

Bene, preparato il terreno rimando al prossimo post. Per invogliarvi a tornare, o per delinkarmi definitivamente, anticipo che saranno affrontati i seguenti argomenti:
- sfatare il mito che non ci siano altre ipotesi sull'estinzione;
- le scorrettezze di Science;
- il più grave errore di Alvarez;
- il pericolo insito nelle ipotesi catastrofiste;
- come sarebbe a dire "dinosauri estinti" se ne ho appena visto uno?

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