01 agosto 2010

metti una sera da Puccini

Alla fine giunse pure per me la prima volta all'Opera. Turandot ha fatto da battesimo.
L'idea nacque mesi fa durante una conversazione con una brutta persona. O meglio all'epoca non lo era. Ma poi, memore di quanto accennato, a inizio giugno mi circuì facendomi acquistare i biglietti senza manco farmene accorgere.
L'ambiente è bello, sia il teatro che il lago. La fauna è la più variegata possibile: anatre, zanzare, persone decisamente eleganti, poveracci, torpedoni dei centri anziani, ma soprattutto tanta volgarità nell'agghindarsi da parte di tante, troppe persone.
Grazie alla Mita già sapevo della storia, non è restato che godermela. E devo dire che ne è valsa totalmente la pena.
Quello che ho capito: già consci del fatto che andare in piccionaia ci avrebbe sì fatto risparmiare ma poi ne sarebbe valsa la pena? abbiamo preso posti laterali ma vicini al palco, la visuale ne ha risentito un po'. Liù è stata interpretata benissimo. Calaf 'na ciofeca. Turandot non pervenuta. Direttore, un giapponese all'apparenza simpatico, bravo. Un maglioncino serve molto.
Quello che non ho capito: portare oggi un neonato all'Opera significa produrre domani o un melomane sfegatato o un serial killer. Sotto la pineta adibita a parcheggio è meglio restare solo per l'indispensabile, le zanzare nel ringraziarti esagerano sempre.
Un po' di foto le caricherò qui.

5 commenti:

Paolo ha detto...

Portare un neonato all'opera può far diventare un serial killer anche chi ha la fortuna di stargli vicino.

Epperò, con tanti giovanotti che erano nei paraggi, e meritevoli di ben altra considerazione, ti sei andato a fossilizzare su un dettaglio :D

SacherFire ha detto...

Io sarei un paleontologo, seppur mancato ma sempre un paleontologo.
E comunque il giovanotto più vicino a me che a te doveva stare fermo, appena si muoveva svelava la totale mancanza di grazia.

vorreispiegarviohdio ha detto...

La fauna operistica è piena di vedovi di ogni tipo: c'è sempre qualcuno esagitato a sostenere che nessuno canta come Y, che dopo X non c'è più stata storia. Legioni di operisti (me compreso!) si lamentano che non c'è mai stata una penuria di cantanti buoni come adesso, che le voci leggendarie non esistono più. Lo diciamo adesso rispetto agli anni '70-'80, in qugli anni lo dicevano rispetto agli anni '50-'60 e così via indietro fino a Stendhal il quale frequentava i teatri d'opera in anni mitici per il belcanto ma si lamentava della povertà dei tempi (e probabilemtne si lamentavano anche prima di lui). Il ruolo del laudator temporis acti nell'opera non morirà mai. E' forse il bello di questo mondo.
Domanda: ci ritorneresti a vedere altre opere? ti è venuta voglia di ascoltarne altre in disco? Il perchè di queste domande in un altro commento oppure scriverò un post sul mio blog.

vorreispiegarviohdio ha detto...

Sono totalmente suonato. Questo commento doveva essere a sostegno di un altro commento all'altro tuo post, quello con l'aria di Liù cantata dalla Callas....

SacherFire ha detto...

Claudio, si stava meglio quando si stava peggio. Aggiungo pure, signora mia.
Non ci sono più le mezze stagioni potrebbe andare?

A vedere altre opere sì, in disco no nel senso che se stai parlando di LP il mio impianto non ha il piatto, quindi quelle vecchie edizioni gracchianti rifilale a qualcun altro ;-P

Essere suonati, seppur nei commenti ad un post del genere, può starci. Basta non esagerare ;-)