Programmare l'arrivo allo stadio a più di due ore dall'apertura dei cancelli per non trovare nessuna ressa, e pazienza se toccheranno i posti in fondo al prato, e vedere invece una fila chilometrica, aperta in più punti agli inserimenti dei furbetti della situazione, è stato quasi uno shock. Quando il disastroso servizio di sicurezza ha deciso di limitare l'attraversamento della fila (sì, la fila di fatto bloccava alcuni attraversamenti della piazza d'Armi) da parte di gente che doveva andare dall'altra parte dello stadio, ecco che nel giro di mezz'ora sono riusciti a smaltire qualche migliaio di persone.
Gli spettatori del prato erano in buona parte concentrati ancora lì fuori, perché una volta dentro pensavo di dover restare più indietro.
Non c'era la ressa, se non sotto il palco, e la temperatura mite ha certamente agevolato l'attesa. E l'età media degli U2ers, come nota anche chi viene per la prima volta, è alta. Un'impressione su tutte: era da Torino 2001 che non vedevo una Sunday Bloody Sunday così partecipata e sentita dal pubblico.
Come cinicamente dissi durante l'attesa sul prato, non hanno ancora terminato di ammortizzare The Claw. Quattro, cinque giorni per montare un mostro di palco, per due ore di spettacolo.
I cari cialtroni dublinesi erano discretamente in forma. E anche la scaletta, seppur non di certo quella definitiva, mi ha soddisfatto. La schiena di Bono credo abbia consigliato di farlo correre di meno, erano più statici sul palco e sulla passerella che non lo scorso anno. Ma alla fine, quando hanno suonato HMTMKMKM (bellina sì, ma fatta al posto dell'immensa Ultraviolet del 2009 mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca) ecco che Bono si sospendeva sul pubblico aggrappandosi al microfono. Oh imbecille che fai, che ti rompi!!
Hanno variato abbastanza la scenografia con le luci, migliorandola. Se poi si va a ben vedere non ci sono grandi cambiamenti nello spettacolo del 2009, magari non è un caso che il tour riporti ancora lo stesso nome. Però alla fine ne resto sempre incantato: fino a quando suoneranno Until in quel modo potranno riproporsi da qui fino alla fine del mondo.
Gli spettatori del prato erano in buona parte concentrati ancora lì fuori, perché una volta dentro pensavo di dover restare più indietro.
Non c'era la ressa, se non sotto il palco, e la temperatura mite ha certamente agevolato l'attesa. E l'età media degli U2ers, come nota anche chi viene per la prima volta, è alta. Un'impressione su tutte: era da Torino 2001 che non vedevo una Sunday Bloody Sunday così partecipata e sentita dal pubblico.
Come cinicamente dissi durante l'attesa sul prato, non hanno ancora terminato di ammortizzare The Claw. Quattro, cinque giorni per montare un mostro di palco, per due ore di spettacolo.
I cari cialtroni dublinesi erano discretamente in forma. E anche la scaletta, seppur non di certo quella definitiva, mi ha soddisfatto. La schiena di Bono credo abbia consigliato di farlo correre di meno, erano più statici sul palco e sulla passerella che non lo scorso anno. Ma alla fine, quando hanno suonato HMTMKMKM (bellina sì, ma fatta al posto dell'immensa Ultraviolet del 2009 mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca) ecco che Bono si sospendeva sul pubblico aggrappandosi al microfono. Oh imbecille che fai, che ti rompi!!
Hanno variato abbastanza la scenografia con le luci, migliorandola. Se poi si va a ben vedere non ci sono grandi cambiamenti nello spettacolo del 2009, magari non è un caso che il tour riporti ancora lo stesso nome. Però alla fine ne resto sempre incantato: fino a quando suoneranno Until in quel modo potranno riproporsi da qui fino alla fine del mondo.
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