Da qualche giorno pare che di contabilità inizi a capirci qualcosa. Finalmente. Non ho ancora un sufficiente grado di sicurezza ma almeno il programma di contabilità ho iniziato a gestirlo in autonomia.
Dal vecchio lavoro nel frattempo si sono scatenati. Sono già due mattine che sono dovuto tornare laggiù. E delle cose arretrate che avevo fatto io a poco a poco è venuto fuori che volevano mi occupassi pure di cose non fatte da me. Roba da vergognarsi.
Tutto questo per dire che sto passando dei giorni molto confusi e di estremo nervosismo. Perché non riesco, se non dopo essere arrivato allo sfinimento, ad affrontare certe situazioni. A volte basta mezza frase per far retrocedere alcune richieste, altre volte non basterebbe recitare un poema.
Siccome io non ho tempo, caro Andrea guarda te di star dietro a questa cosa. Il leit motiv è riassumibile così. La mia difficoltà sta nel non saper gestire le vampate d'ira che mi salgono alla testa. In pratica non riescono a venire fuori, con urla o cose simili, ma neanche con parole dirette, chiare e concise. E così accumulo. Alla fine arrivo a casa, stanco e non riesco a rilassarmi affatto.
Poi capitano mattine come oggi, dove oltre a fare il dovuto faccio anche qualcosa in più e, con mia somma meraviglia riesco, prima ancora di far mente locale, con una pacatezza che pareva professionalità allo stato puro e invece era incoscienza, a motivare certe situazioni e rendermi disponibile per alcune cose -in rispetto agli accordi- e ricordare con semplicità che se delle altre non me ne ero mai occupato di certo non avrei potuto occuparmene adesso. Conquistato un sì che va bene così, sono fuggito a pranzo, hai visto mai che ci ripensassero.
Ora però, che avrei risolto le forti tensioni di questi giorni, non riesco a rilassarmi lo stesso. Mi sento ovviamente stanco, ma manca quel senso di soddisfazione che ripaga degli sforzi fatti. O forse, sapendo che in realtà questo lavoro fatto presso il vecchio ufficio si concluderà la prossima settimana, la mia mente -che la sa un po' più lunga di quello che io creda- mi ha già dato appuntamento tra 8 giorni. A me basterebbe addormentarmi sereno.
Dal vecchio lavoro nel frattempo si sono scatenati. Sono già due mattine che sono dovuto tornare laggiù. E delle cose arretrate che avevo fatto io a poco a poco è venuto fuori che volevano mi occupassi pure di cose non fatte da me. Roba da vergognarsi.
Tutto questo per dire che sto passando dei giorni molto confusi e di estremo nervosismo. Perché non riesco, se non dopo essere arrivato allo sfinimento, ad affrontare certe situazioni. A volte basta mezza frase per far retrocedere alcune richieste, altre volte non basterebbe recitare un poema.
Siccome io non ho tempo, caro Andrea guarda te di star dietro a questa cosa. Il leit motiv è riassumibile così. La mia difficoltà sta nel non saper gestire le vampate d'ira che mi salgono alla testa. In pratica non riescono a venire fuori, con urla o cose simili, ma neanche con parole dirette, chiare e concise. E così accumulo. Alla fine arrivo a casa, stanco e non riesco a rilassarmi affatto.
Poi capitano mattine come oggi, dove oltre a fare il dovuto faccio anche qualcosa in più e, con mia somma meraviglia riesco, prima ancora di far mente locale, con una pacatezza che pareva professionalità allo stato puro e invece era incoscienza, a motivare certe situazioni e rendermi disponibile per alcune cose -in rispetto agli accordi- e ricordare con semplicità che se delle altre non me ne ero mai occupato di certo non avrei potuto occuparmene adesso. Conquistato un sì che va bene così, sono fuggito a pranzo, hai visto mai che ci ripensassero.
Ora però, che avrei risolto le forti tensioni di questi giorni, non riesco a rilassarmi lo stesso. Mi sento ovviamente stanco, ma manca quel senso di soddisfazione che ripaga degli sforzi fatti. O forse, sapendo che in realtà questo lavoro fatto presso il vecchio ufficio si concluderà la prossima settimana, la mia mente -che la sa un po' più lunga di quello che io creda- mi ha già dato appuntamento tra 8 giorni. A me basterebbe addormentarmi sereno.
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