Sembra che mio cognato voglia prendersi un computer, non so se nuovo o usato, ed installarci Linux. Addirittura nella versione Ubuntu (addirittura per modo di dire: dice è la più semplice, ma era giusto per creare un 'ohhh' di stupore).
Sempre che lo faccia davvero, sarebbe la prima volta che il cognato sopravanza il qui presente SF in fatto di tecnologia, con le uniche eccezioni degli impianti hi-fi dove l'affine va lasciato stare in quanto riconosciuto quale autorità in materia.
Sì, ho scritto bene. Io sarei quello che in famiglia, e pure in buona parte del giro di amicizie, è più avanti tecnologicamente parlando. Nonostante il cazzabubbolo di cellulare, nonostante il catorcio di digitale, nonostante blogghi, twitti, flickri, anobii (toh, questo va bene così com'è, che bello) e conosca un pochino la rete, con la fantastica eccezione di eBay dove non ho mai messo tasto e freccia del mouse (toh, anche qui le uniche info arrivatemi su eBay sono provenute dal cognato).
Per dire, l'alta considerazione che da queste parti si crea nei confronti di qualcuno per quanto riguarda la tecnologia è data da cose molto semplici, tipo che se nominando Ubuntu so cos'è e gli altri no, io divento l'esperto nel campo.
Mio cognato non fa eccezione ed è venuto da me a chiedermi di Ubuntu. Ecco, sapevo proprio quello che ho scritto qui sopra. Come del resto sapevo di Red Hat, di Debian e di Suse, cioè di quelle versioni di Linux che credo siano le più diffuse.
Quello che mi meraviglia è che un simile avanzamento provenga da chi, i miei occhi ne sono stati testimoni, riusciva a mettere in tilt un sistema operativo nella banale procedura di installazione di un pacchetto office qualsiasi, quelle cose che nemmeno volendo puoi sbagliare perché basta rispondere alle 5, 6 domande che vengono poste. Ma che il cognato, essendo ansioso, riusciva a renderla operazione difficoltosa o impossibile in quanto cliccava sui tasti di risposta prima ancora di leggere le domande. Per poi, ovvio, dare le colpe all'universo mondo, me compreso.
Magari da questa esperienza imparerò qualcosa di nuovo, giusto vincere i timori che, in caso di bisogno, sarebbero suscitati dal non avere poi molte soluzioni a disposizione. Da immaginare la scena, mica poi tanto fantasiosa, dove -da protagonista- mi metto a piangere e chiedo un windows qualunque per rimediare.
E' il compleanno di Torvalds; c'entra poco ma è già il secondo al quale faccio gli auguri oggi.
Sempre che lo faccia davvero, sarebbe la prima volta che il cognato sopravanza il qui presente SF in fatto di tecnologia, con le uniche eccezioni degli impianti hi-fi dove l'affine va lasciato stare in quanto riconosciuto quale autorità in materia.
Sì, ho scritto bene. Io sarei quello che in famiglia, e pure in buona parte del giro di amicizie, è più avanti tecnologicamente parlando. Nonostante il cazzabubbolo di cellulare, nonostante il catorcio di digitale, nonostante blogghi, twitti, flickri, anobii (toh, questo va bene così com'è, che bello) e conosca un pochino la rete, con la fantastica eccezione di eBay dove non ho mai messo tasto e freccia del mouse (toh, anche qui le uniche info arrivatemi su eBay sono provenute dal cognato).
Per dire, l'alta considerazione che da queste parti si crea nei confronti di qualcuno per quanto riguarda la tecnologia è data da cose molto semplici, tipo che se nominando Ubuntu so cos'è e gli altri no, io divento l'esperto nel campo.
Mio cognato non fa eccezione ed è venuto da me a chiedermi di Ubuntu. Ecco, sapevo proprio quello che ho scritto qui sopra. Come del resto sapevo di Red Hat, di Debian e di Suse, cioè di quelle versioni di Linux che credo siano le più diffuse.
Quello che mi meraviglia è che un simile avanzamento provenga da chi, i miei occhi ne sono stati testimoni, riusciva a mettere in tilt un sistema operativo nella banale procedura di installazione di un pacchetto office qualsiasi, quelle cose che nemmeno volendo puoi sbagliare perché basta rispondere alle 5, 6 domande che vengono poste. Ma che il cognato, essendo ansioso, riusciva a renderla operazione difficoltosa o impossibile in quanto cliccava sui tasti di risposta prima ancora di leggere le domande. Per poi, ovvio, dare le colpe all'universo mondo, me compreso.
Magari da questa esperienza imparerò qualcosa di nuovo, giusto vincere i timori che, in caso di bisogno, sarebbero suscitati dal non avere poi molte soluzioni a disposizione. Da immaginare la scena, mica poi tanto fantasiosa, dove -da protagonista- mi metto a piangere e chiedo un windows qualunque per rimediare.
E' il compleanno di Torvalds; c'entra poco ma è già il secondo al quale faccio gli auguri oggi.
6 commenti:
Quando riuscirò a sostituire questo bidone sicuramente formatterò e ci installerò Ubuntu...
L'ho provato e nella versione desktop non ha veramente nulla da invidiare, neanche per quanto riguarda le questioni più frivole di grafica, a Vista...
uso ubuntu da un anno e mezzo. ho trovato qualche (rara) limitazione e/o difficoltà, ma sono felice e senza virus.
kiti
Bene, il vostro è un buon viatico. E comunque, la Mita è sempre avanti :-*
Mio padre (74, ingegnere, Toro) ha come hobby da almeno tre anni quello di studiare Linux. Infatti- HEI!- anche io conosco la parola Ubuntu.
_disse Antonio, quello rinomatamente capace di pigiare sì e no il tasto ON/OFF del piccì, e che non riesce neppure a fare funzionare Skype.
A.30mo
Ed incapace di capire perchè Blogger continua a dire che il suo profilo non è disponibile, mentre lui lo rende tranquillamente disponibile alle masse, eh, per dire.
Scaip io lo ho installato a gennaio, cioè da un anno. Non avevo, e non ho tuttora, il microfono. E qui mi cheto.
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