Alle 18,20 via, letteralmente scappato dal lavoro. Da stamani è una bella giornata, un cielo stupendo. Maestrale teso. Non sarà un pedalata troppo agevole verso casa.
Dalla z.i. Picchianti a casa, a velocità di crociera, sono 25 minuti. Non ho voglia di stare così tanto per la strada. Voglio il tepore di casa mia. Pedalerò più forte, sì ma c'è vento. Lo stesso.
50 metri dopo l'uscita dal passo carrabile giro in via Nicolodi, la raffica di maestrale ricorda subito che no, c'è anche lui e dovrò farne i conti. Per un attimo mi sembra di tornare indietro. Effetto vela. Giro in via Guarini. Meglio. Ma di nuovo in via delle Sorgenti è una tragedia. Fortuna che il passaggio a livello è aperto. Fino all'incrocio con viale Foscolo vento forte e contrario. L'incrocio è al solito pericoloso ma oggi stranamente ci sono poche macchine in giro. Trovo l'istante giusto per non fermarmi e passare. E via verso l'incrocio con via Marzocchini - che ricordi qui, marzo 2003, preso in pieno da motorino che non rispettò lo stop, il viaggio al pronto soccorso, l'attesa, il sudore di quei momenti, le scosse di adrenalina - stavolta tutto ok. E via col viale Carducci, autostrada di vento (contrario). Non avrei già più fiato, però basta non pensarci. Incrocio con via del Vigna (dove c'è il Civili) - altro ricordo, altro incidente, marzo 2005, tamponato da macchina che non rispetta lo stop, la bici che si accartoccia su se stessa e io che cado in piedi attonito (e intonso) - tutto ok di nuovo. Incrocio con l'Aurelia. Qui per forza dovrò mettere piede per terra. E infatti, ma sarà l'unica volta. A sinistra per viale Alfieri. Il solito pazzo mi taglia la strada per entrare sul controviale, mi tocca rimanere sulla carreggiata centrale e non è cosa sana per una bici. A dritto fino a via Gramsci. Lì mi aspetta, lo so, eccolo... folata di maestrale mi accoglie all'angolo. Solita colonna d'auto superata a destra, un giorno o l'altro mi arriverà una sportellata. Viale Marconi è la solita fatica al buio. E sto viale non finisce mai. E poi quelli che ti vedono all'ultimo e frenano per non tamponarti. Ogni sera sono sempre di più. Via Calzabigi e soprattutto incrocio con via Marradi, mi sa luogo del mio prossimo incidente, ormai tutte le volte rischio. Oggi mi sono guadagnato un bel vaffa - ma avevo spazio. Poco dopo arrivo. Ore 18,37 poso la bici. Record ventoso (contrario). Sono madido di sudore. Prima di entrare dal portone una bella ventata mi saluta. Ore 18,42 l'acqua inizia a scorrere nella doccia. Inizia la cura di casa mia.
Dalla z.i. Picchianti a casa, a velocità di crociera, sono 25 minuti. Non ho voglia di stare così tanto per la strada. Voglio il tepore di casa mia. Pedalerò più forte, sì ma c'è vento. Lo stesso.
50 metri dopo l'uscita dal passo carrabile giro in via Nicolodi, la raffica di maestrale ricorda subito che no, c'è anche lui e dovrò farne i conti. Per un attimo mi sembra di tornare indietro. Effetto vela. Giro in via Guarini. Meglio. Ma di nuovo in via delle Sorgenti è una tragedia. Fortuna che il passaggio a livello è aperto. Fino all'incrocio con viale Foscolo vento forte e contrario. L'incrocio è al solito pericoloso ma oggi stranamente ci sono poche macchine in giro. Trovo l'istante giusto per non fermarmi e passare. E via verso l'incrocio con via Marzocchini - che ricordi qui, marzo 2003, preso in pieno da motorino che non rispettò lo stop, il viaggio al pronto soccorso, l'attesa, il sudore di quei momenti, le scosse di adrenalina - stavolta tutto ok. E via col viale Carducci, autostrada di vento (contrario). Non avrei già più fiato, però basta non pensarci. Incrocio con via del Vigna (dove c'è il Civili) - altro ricordo, altro incidente, marzo 2005, tamponato da macchina che non rispetta lo stop, la bici che si accartoccia su se stessa e io che cado in piedi attonito (e intonso) - tutto ok di nuovo. Incrocio con l'Aurelia. Qui per forza dovrò mettere piede per terra. E infatti, ma sarà l'unica volta. A sinistra per viale Alfieri. Il solito pazzo mi taglia la strada per entrare sul controviale, mi tocca rimanere sulla carreggiata centrale e non è cosa sana per una bici. A dritto fino a via Gramsci. Lì mi aspetta, lo so, eccolo... folata di maestrale mi accoglie all'angolo. Solita colonna d'auto superata a destra, un giorno o l'altro mi arriverà una sportellata. Viale Marconi è la solita fatica al buio. E sto viale non finisce mai. E poi quelli che ti vedono all'ultimo e frenano per non tamponarti. Ogni sera sono sempre di più. Via Calzabigi e soprattutto incrocio con via Marradi, mi sa luogo del mio prossimo incidente, ormai tutte le volte rischio. Oggi mi sono guadagnato un bel vaffa - ma avevo spazio. Poco dopo arrivo. Ore 18,37 poso la bici. Record ventoso (contrario). Sono madido di sudore. Prima di entrare dal portone una bella ventata mi saluta. Ore 18,42 l'acqua inizia a scorrere nella doccia. Inizia la cura di casa mia.
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