Al rientro a casa dopo una giornata di lavoro capita di lasciare fuori dalla porta il resto del mondo. Lo scatto della serratura è quel rumore che determina questo momento, che in alcune giornate è proprio quello più atteso.
Sono occasioni per pensare a me stesso; che gli altri mi scordino pure. O almeno mi ricordino ma in modo affievolito, quasi sussurrando il mio nome.
Ma poi, se mi metto lì a pensare, la mente va automaticamente da me verso gli altri. Non vinco mai contro la mia mente. E' più forte e fa sempre quello che vuole, soprattutto contraddire i miei desideri.
Banali schizofrenie, nulla di preoccupante né di nuovo da queste parti.
Così se passo la soglia di casa convinto di starmene nel classico brodo a crogiolarmi, basta che venga a sapere di ipotesi di festeggiamenti in un futuro neanche tanto prossimo, che si svolgeranno in compagnia nel dialogo mentale altrui ma in solitario nella realtà, perché subito smetta di abbeverarmi al mio brodo per pensare che posso farmi avanti con la solita proposta tortereccia. Un po' per dare al mio amor proprio un misero senso di esistenza, un po' pensando che generare un sorriso sia cosa sempre gradita e concreta vista anche la virtualità delle intenzioni.
Mica vero. A volte qualcuno ci riesce a chiudere fuori il resto del mondo davvero. E a me pare quasi di disturbare se insistessi oltremodo. Anche se vorrei tanto fosse possibile oltrepassare quella porta, almeno per me.
Sono occasioni per pensare a me stesso; che gli altri mi scordino pure. O almeno mi ricordino ma in modo affievolito, quasi sussurrando il mio nome.
Ma poi, se mi metto lì a pensare, la mente va automaticamente da me verso gli altri. Non vinco mai contro la mia mente. E' più forte e fa sempre quello che vuole, soprattutto contraddire i miei desideri.
Banali schizofrenie, nulla di preoccupante né di nuovo da queste parti.
Così se passo la soglia di casa convinto di starmene nel classico brodo a crogiolarmi, basta che venga a sapere di ipotesi di festeggiamenti in un futuro neanche tanto prossimo, che si svolgeranno in compagnia nel dialogo mentale altrui ma in solitario nella realtà, perché subito smetta di abbeverarmi al mio brodo per pensare che posso farmi avanti con la solita proposta tortereccia. Un po' per dare al mio amor proprio un misero senso di esistenza, un po' pensando che generare un sorriso sia cosa sempre gradita e concreta vista anche la virtualità delle intenzioni.
Mica vero. A volte qualcuno ci riesce a chiudere fuori il resto del mondo davvero. E a me pare quasi di disturbare se insistessi oltremodo. Anche se vorrei tanto fosse possibile oltrepassare quella porta, almeno per me.
3 commenti:
Dal basso della mia esperienza credo di aver capito qualcosa dell'uomo. Be!! lo spero) IO penso che tutti noi, chi più chi meno si abbia dei momenti in cui prevale il desiderio della solitudine, ma non dura. Essendo animali da branco ritorna poi il voler essere partecipi insieme agli altri. Quindi il mio consiglio è: Fai un po came cavolo ti pare
a volte scrivi delle cose bellissime... (ma non ti montare la testa, eh?!! :)
a volte scatti delle foto bellissime... (ma non ti montare la testa, potrei commentartele ;-P)
ti svelo un segreto: in realtà io sono alto 1 metro e 40, il mezzo metro in più è proprio tutta montatura ;-)
Posta un commento