Il problema sta solo nel pubblicare certe cose. Ma mi son messo a ridere. Mi basta quello per risolvere a mio pro l'ennesima rassegnata accettazione di me stesso.
Circa un mese fa, stanco di pedalare una bici sgonfia, prendo la pompa e pure -in un impeto meccanico/ciclistico- l'olio per ingrassare catena, moltiplica e cambio. Completo il tutto, contento che dalla volta successiva la pedalata sarà una goduria.
Invece sento un leggero appesantimento: "accidenti, va bé che non ho muscoli, però pensavo di dover fare meno fatica ora che l'ho messa a posto". Ma più di tanto non mi preoccupo. Pedalavo e mi dicevo: "che bici del cazzo, neanche a sistemarla va meglio".
In questi giorni ventosi (rigorosamente contrari al senso di marcia - ennesimo corollario alla legge di Murphy), la fatica è aumentata. Stamani poi, a tornare a casa per pranzo pedalando contro un tremendo scirocco, la cosa si è fatta pesante.
Riprendo la bici nel pomeriggio e mi scappa l'occhio sulle pinze del freno posteriore: "cos'è quel ferretto? Non è un pezzo del freno". Scopro, in uno di quegli attimi che ti svelano quelle verità che vorresti rimanessero nascoste, che trattasi di una parte del portapacchi che poggia sulla ruota posteriore. "Come mai è lì che preme sul cavo del freno?". Semplice, il dado col quale era fissato al portapacchi non c'è più.
Per circa un mese, o forse più, sono andato in giro col freno posteriore leggermente in tensione. Risolto il problemino, la bici andava che era una bellezza, e ben poco c'entrava il vento che nel frattempo era girato a libeccio.
Dado bastardo, rendermi ridicolo in questa maniera, davanti a me stesso poi.
Circa un mese fa, stanco di pedalare una bici sgonfia, prendo la pompa e pure -in un impeto meccanico/ciclistico- l'olio per ingrassare catena, moltiplica e cambio. Completo il tutto, contento che dalla volta successiva la pedalata sarà una goduria.
Invece sento un leggero appesantimento: "accidenti, va bé che non ho muscoli, però pensavo di dover fare meno fatica ora che l'ho messa a posto". Ma più di tanto non mi preoccupo. Pedalavo e mi dicevo: "che bici del cazzo, neanche a sistemarla va meglio".
In questi giorni ventosi (rigorosamente contrari al senso di marcia - ennesimo corollario alla legge di Murphy), la fatica è aumentata. Stamani poi, a tornare a casa per pranzo pedalando contro un tremendo scirocco, la cosa si è fatta pesante.
Riprendo la bici nel pomeriggio e mi scappa l'occhio sulle pinze del freno posteriore: "cos'è quel ferretto? Non è un pezzo del freno". Scopro, in uno di quegli attimi che ti svelano quelle verità che vorresti rimanessero nascoste, che trattasi di una parte del portapacchi che poggia sulla ruota posteriore. "Come mai è lì che preme sul cavo del freno?". Semplice, il dado col quale era fissato al portapacchi non c'è più.
Per circa un mese, o forse più, sono andato in giro col freno posteriore leggermente in tensione. Risolto il problemino, la bici andava che era una bellezza, e ben poco c'entrava il vento che nel frattempo era girato a libeccio.
Dado bastardo, rendermi ridicolo in questa maniera, davanti a me stesso poi.
4 commenti:
Non sarà per questa "figuraccia self-service" che ti sei messo a leggere CAPIRE L'INDUISMO?
Scusa la mia curiosità...ma perchè? Cioè devo pensare che tu un giorno sei entrato in libreria e hai detto:"Cosa mi leggo oggi di bello?" e sei uscito con 'sto tomo...
Pax
No e sì. No al nesso tra bici e libro. Sì al fatto che giorni fa arrivai allo scaffale "libri-scontati-del-15%-accattateveli" dell'ipercoop e vidi questo libro (non tomo, non sono nemmeno 100 pagine) e subito mi incuriosii. Però è brutto; o meglio, io non ho capito cos'è l'induismo. Ma le mie doti mi permettono di andare avanti :-)
Può sempre andar peggio...potevi non accorgertene e mollare la bici...:)
Invece alla fine tutto si è risolto no?
No, rivoglio indietro tutta l'energia sprecata e le gocce di sudore ;-PP
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