Fermarsi e chiedersi il perché dello spoileraggio di Repubblica.it e, in forma più sobria, di Corriere.it sul finale della saga di Harry Potter mi sembra utile.
Non che si possano aggiungere al tema delle opinioni illuminanti in un mondo di tenebre; forse è più una necessità per ribadire la propria contrarietà e affermare a sé stessi che no, non siamo ancora del tutto assuefatti ad accettare tutto e il contrario di tutto anche su questioni che di certo non condizioneranno il futuro del mondo.
La prima reazione che ho avuto nel sapere quanto pubblicato è stata di insofferenza. Un altro esempio di cosa, chi fa o crede di fare giornalismo, pensa sia una notizia che vale la pena di essere pubblicata (cit.). Più ci penso e più credo che la scelta sia stata dettata dalla perdita di professionalità in un mondo, il giornalismo italiano, pieno di autoreferenzialità da spendere tra un po' di prime donne e da concedere, a mo' di briciole che cadono dal tavolo dei grandi, ad un esercito di peones malpagati. Un humus che permette di confondere benissimo il significato di notizia con quello di morbosità. Sì, perché questo svelare il finale di un libro -ironia italiana, organi di informazione che si occupano in prima pagina di libri in un paese in cui notoriamente i lettori sono molto pochi- è una non notizia ma una grande occasione per permettere alla parte voyeristica di chi legge, ma anche di chi scrive, di venire allo scoperto quasi che questo sia il bisogno più impellente da soddisfare.
Peccato che operazioni del genere vedono già da decenni in campo professionisti migliori -ormai l'ho scritto.
Fa specie vedere che testate giornalistiche come quelle considerino i propri lettori alla stregua di quelli di una qualsiasi novella 2000. Fa specie soprattutto vedere come quelle testate giornalistiche abbiano perso molti riferimenti etici ed elevato a guide culturali riviste che non sono nemmeno in grado di copiare bene.
Che lo facciano pure se lo ritengono opportuno. Ma che non spaccino la loro assenza di professionalità come richieste accorate da parte dei loro lettori-pecore.
Non che si possano aggiungere al tema delle opinioni illuminanti in un mondo di tenebre; forse è più una necessità per ribadire la propria contrarietà e affermare a sé stessi che no, non siamo ancora del tutto assuefatti ad accettare tutto e il contrario di tutto anche su questioni che di certo non condizioneranno il futuro del mondo.
La prima reazione che ho avuto nel sapere quanto pubblicato è stata di insofferenza. Un altro esempio di cosa, chi fa o crede di fare giornalismo, pensa sia una notizia che vale la pena di essere pubblicata (cit.). Più ci penso e più credo che la scelta sia stata dettata dalla perdita di professionalità in un mondo, il giornalismo italiano, pieno di autoreferenzialità da spendere tra un po' di prime donne e da concedere, a mo' di briciole che cadono dal tavolo dei grandi, ad un esercito di peones malpagati. Un humus che permette di confondere benissimo il significato di notizia con quello di morbosità. Sì, perché questo svelare il finale di un libro -ironia italiana, organi di informazione che si occupano in prima pagina di libri in un paese in cui notoriamente i lettori sono molto pochi- è una non notizia ma una grande occasione per permettere alla parte voyeristica di chi legge, ma anche di chi scrive, di venire allo scoperto quasi che questo sia il bisogno più impellente da soddisfare.
Peccato che operazioni del genere vedono già da decenni in campo professionisti migliori -ormai l'ho scritto.
Fa specie vedere che testate giornalistiche come quelle considerino i propri lettori alla stregua di quelli di una qualsiasi novella 2000. Fa specie soprattutto vedere come quelle testate giornalistiche abbiano perso molti riferimenti etici ed elevato a guide culturali riviste che non sono nemmeno in grado di copiare bene.
Che lo facciano pure se lo ritengono opportuno. Ma che non spaccino la loro assenza di professionalità come richieste accorate da parte dei loro lettori-pecore.
3 commenti:
In tutta onestà, sono proprio i lettori di HP ad aver creato questo.
Se sono così fessi da andare a dormire davanti a un negozio per un libro che verrà stampato a milioni di copie, manco fosse in edizione limitata, fanno sorgere nello stesso istante chi vuole prenderli per il culo, né più né meno di quelli dell'iPhone.
Sono anche sorpreso dal fatto che leggi ancora l'orrida Repubblica, pensa che io su tuo consiglio sono passato da tempo al Sole 24 ore.
Inutile dire che il giornale giallino di HP se n'è fregato bellamente.
Come mi piace essere citato quando do consigli che vengono seguiti ;-)
Il problema è che non mi ricordo nulla del consiglio giallino ;-P
#6, hai ragione, queste scene di isteria sono da fessi.
Però io il libro me lo andrò a prendere con tutta calma martedì e gradirei leggermelo da solo.
Sono come quelli che ti consigliano un film e per buon peso ti raccontano tutta la trama nei dettagli. Da un libro vorresti essere sorpreso e catturato, non sapere già quello che leggi. Fa parte della magia del leggere e di sfogliare ogni pagina.
Vabbò, niente di grave, non mi farò certo venire il sangue marcio per queste fregnacce.
Come per quelli dei film, quando me li trovo davanti, un bel sorriso tirato ma mi riservo di provar l'intima voglia di tirargli una centra nei denti :D
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