03 maggio 2007

capot, capote, capoti

Sfruttando la giornata piovosa, che fa tanto divano + lettura, ho terminato poco fa un bel libro: Colazione da Truman di Lawrence Grobel. Si tratta di una serie di interviste fatte dall'autore a Truman Capote, scrittore da sempre conosciuto ma solo di nome. Ebbene sì, non ho mai letto niente di lui.
Sia dipeso magari dal non aver saputo, se non da pochi anni, come si pronunciasse il suo cognome? Per molto tempo ho pensato Capot. Mai ho adottato la vecchia, e assai intelligente a dire il vero, tecnica del ripetere un nome così come scritto fino al momento in cui si viene a conoscenza dell'esatta pronuncia. Invece si dice Capoti. Tutt'ora non la ritengo credibile. Va da sé che il mondo è andato, e va, avanti lo stesso.
Forse iniziare conoscendo prima uno spaccato di una persona, per quello che si può capire da un libro intervista, e dopo leggere i suoi romanzi può avvicinare di più un lettore ad un autore.
Auspico questo perché sono rimasto affascinato da come risalta la figura di Capote da questo libro. Non c'è n'è per nessuno o quasi, eppure in questo infantilismo reiterato allo spasimo, c'è una passione per lo scrivere infinita. Le interviste sono state confezionate poi in modo tale da rendere il libro molto gradevole; per uno come me, che legge quasi esclusivamente la sera quando è stanco, finire un libro di più di 250 pagine in 5 giorni è molto indicativo sul piacere alla lettura che ho ricevuto.
Chissà, ora cerco di ridurre ulteriormente il numero di libri che sono sul comodino (da stasera 3 + il famoso tomo dei tomi, che mai finirò) e poi via in libreria a prendere qualcosa di Capot... Capote... Capoti, Truman ecco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La pronuncia di Truman è alla siciliana (qualcosa tipo Ciruman, quindi)

La pronuncia di Capote è alla latina (qualcosa tipo Kaepoti, quindi)

L'inglese non ha segreti per chi conosce siciliano e latino... hahahhahaha!