Arrivo a casa stasera e poco dopo vengo chiamato dalla sachermamma. Sai, stanotte alle 3 e mezzo è crollato il nostro letto. Immaginarsi la scena e ridere è stato un tutt'uno, poi mi son ricordato che a me anni fa era successo lo stesso e che lo spavento non fu certo lieve e ho smesso di riderle addosso, almeno apertamente. Soluzione temporanea adottata è stata di andarsene a dormire sul divano. Ora c'era da risistemare il telaio di legno e rimettere il materasso.
Ed è stato proprio lì che in pochi attimi ho iniziato a far mente locale sui miei e su di me. Non è stata la prima volta in realtà, ma per il blog lo è.
Più che un impedimento dovuto ai pesi da sollevare in tre le poche difficoltà erano legate all'ingombro, eppure i brevi movimenti sono stati per loro difficoltosi. In quei pochi attimi in pratica uno inizia suo malgrado a percepire che smetterà di svolgere un ruolo di utilità per trasformarlo gradualmente in un ruolo di indispensabilità, sperando di non arrivarci mai ma portandosi dentro tutti i timori che la strada intrapresa sia quella. E se per altre occasioni nella vita questo si può tradurre con un semplice 'no, non ci sto', per i propri genitori questo non avviene e dai l'aiuto richiesto. Perché lo trovi naturale. L'età mia e la loro è quella giusta. Quella in cui trasformi il rapporto e saranno loro a ringraziarti in modo differente e te, che non sei abituato, che ti senti sì contento ma anche quasi commosso e in imbarazzo. E' l'età giusta perché cambino i miei ringraziamenti per loro. Non più per i sostegni puntuali avuti ma per gli insegnamenti ricevuti. Quei grazie espressi con sorrisi e sguardi differenti dal solito. I loro più dolci, i miei più aperti e gioiosi per mascherare quel sospiro che desidererei non scorgessero mai.
Ed è stato proprio lì che in pochi attimi ho iniziato a far mente locale sui miei e su di me. Non è stata la prima volta in realtà, ma per il blog lo è.
Più che un impedimento dovuto ai pesi da sollevare in tre le poche difficoltà erano legate all'ingombro, eppure i brevi movimenti sono stati per loro difficoltosi. In quei pochi attimi in pratica uno inizia suo malgrado a percepire che smetterà di svolgere un ruolo di utilità per trasformarlo gradualmente in un ruolo di indispensabilità, sperando di non arrivarci mai ma portandosi dentro tutti i timori che la strada intrapresa sia quella. E se per altre occasioni nella vita questo si può tradurre con un semplice 'no, non ci sto', per i propri genitori questo non avviene e dai l'aiuto richiesto. Perché lo trovi naturale. L'età mia e la loro è quella giusta. Quella in cui trasformi il rapporto e saranno loro a ringraziarti in modo differente e te, che non sei abituato, che ti senti sì contento ma anche quasi commosso e in imbarazzo. E' l'età giusta perché cambino i miei ringraziamenti per loro. Non più per i sostegni puntuali avuti ma per gli insegnamenti ricevuti. Quei grazie espressi con sorrisi e sguardi differenti dal solito. I loro più dolci, i miei più aperti e gioiosi per mascherare quel sospiro che desidererei non scorgessero mai.
3 commenti:
che cosa bellissima che hai scritto :'-)
Concordo anche io con la pupa in blu, veramente un gran bel post.
Ciao
Come ti capisco, mio caro...
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