Pessima giornata ieri, martedì 26 maggio 2009, sul fronte dei diritti alle persone lgbt.
In California la Corte Suprema ha confermato la famigerata Proposition 8, il referendum votato a novembre scorso che introduceva nella costituzione statale un emendamento che riconosceva come valido solo il matrimonio tra un uomo e una donna. La decisione della Corte era sulla legittimità del referendum. In un modo ancora da comprendere a pieno la decisione ha però riguardato anche il futuro dei 18mila matrimoni già celebrati in soli 6 mesi nel corso del 2008: questi sono validi a tutti gli effetti.
Due possibilità future: la contraddizione giuridica introdotta da questa decisione darà argomenti per eventuali ulteriori ricorsi. D'altra parte quello che negli ultimi anni si è registrato in California è un trend interessante, e cioè che il tempo gioca a favore del pieno riconoscimento dei diritti. Ad ogni occasione in cui sono stati votati dei referendum la forbice tra le percentuali di persone contrarie e di quelle a favore dell'estensione dei diritti si è ridotta sempre più. La proposition 8 è quella che ha vinto col minor scarto (52%) e la statistica ha dimostrato che sono proprio le nuove generazioni a votare largamente per le estensioni di diritti. Basterà un nuovo referendum, tra due o quattro anni.
In Italia, sembra che dal sito del ministero delle pari opportunità sono spariti i riferimenti all'omofobia, alle persone lgbt quali oggetto di discriminazioni, alla commissione creata appositamente. Sembra perché è un'ora che tento di collegarmi al sito ministeriale ma risulta essere inaccessibile. Forse che la semplice segnalazione che linko abbia prodotto una rincorsa al ripristino dei contenuti precedenti?
Fermo restando che della scomparsa di tali contenuti c'è veramente poco da restarne sorpresi, una possibilità futura la intravedo comunque: che la prossima pompinara promossa a cariche governative sia friendly al punto tale da restare immune a consigli moralizzanti non richiesti.
In California la Corte Suprema ha confermato la famigerata Proposition 8, il referendum votato a novembre scorso che introduceva nella costituzione statale un emendamento che riconosceva come valido solo il matrimonio tra un uomo e una donna. La decisione della Corte era sulla legittimità del referendum. In un modo ancora da comprendere a pieno la decisione ha però riguardato anche il futuro dei 18mila matrimoni già celebrati in soli 6 mesi nel corso del 2008: questi sono validi a tutti gli effetti.
Due possibilità future: la contraddizione giuridica introdotta da questa decisione darà argomenti per eventuali ulteriori ricorsi. D'altra parte quello che negli ultimi anni si è registrato in California è un trend interessante, e cioè che il tempo gioca a favore del pieno riconoscimento dei diritti. Ad ogni occasione in cui sono stati votati dei referendum la forbice tra le percentuali di persone contrarie e di quelle a favore dell'estensione dei diritti si è ridotta sempre più. La proposition 8 è quella che ha vinto col minor scarto (52%) e la statistica ha dimostrato che sono proprio le nuove generazioni a votare largamente per le estensioni di diritti. Basterà un nuovo referendum, tra due o quattro anni.
In Italia, sembra che dal sito del ministero delle pari opportunità sono spariti i riferimenti all'omofobia, alle persone lgbt quali oggetto di discriminazioni, alla commissione creata appositamente. Sembra perché è un'ora che tento di collegarmi al sito ministeriale ma risulta essere inaccessibile. Forse che la semplice segnalazione che linko abbia prodotto una rincorsa al ripristino dei contenuti precedenti?
Fermo restando che della scomparsa di tali contenuti c'è veramente poco da restarne sorpresi, una possibilità futura la intravedo comunque: che la prossima pompinara promossa a cariche governative sia friendly al punto tale da restare immune a consigli moralizzanti non richiesti.
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