La vittoria del sì al referendum a Mirafiori non mi fa felice. Eppure la rispetto perché è stata la scelta di chi poi vivrà sulla propria pelle quei cambiamenti delle condizioni lavorative.
Partendo dalle aspettative sull'esito del voto condivise da tutte le parti politiche, si parlava di almeno un 60% di sì nelle ipotesi più basse, per arrivare addirittura a immaginare un 80%, quello che mi preoccupa molto è che scientemente nessuna forza politica abbia raccolto la sfida della rappresentanza: tutti a scannarsi, con i soliti sterili distinguo, per conquistarsi posizioni e visibilità per quelli che rappresentano a scrutinio terminato il 54%. Del restante 46% non gli interessa.
O forse sbaglio analisi? Questa scelta non è dovuta ad analisi attente ma bensì a sciatteria. Quella che sorge quando c'è un deserto che sostituisce le capacità di proporre soluzioni di politica economica perché tanto va bene, siamo tutti d'accordo, sull'unica soluzione possibile espressa da un amministratore delegato.
Ma dove vogliamo andare con questi qui? E l'anagrafe non ci aiuta.
Partendo dalle aspettative sull'esito del voto condivise da tutte le parti politiche, si parlava di almeno un 60% di sì nelle ipotesi più basse, per arrivare addirittura a immaginare un 80%, quello che mi preoccupa molto è che scientemente nessuna forza politica abbia raccolto la sfida della rappresentanza: tutti a scannarsi, con i soliti sterili distinguo, per conquistarsi posizioni e visibilità per quelli che rappresentano a scrutinio terminato il 54%. Del restante 46% non gli interessa.
O forse sbaglio analisi? Questa scelta non è dovuta ad analisi attente ma bensì a sciatteria. Quella che sorge quando c'è un deserto che sostituisce le capacità di proporre soluzioni di politica economica perché tanto va bene, siamo tutti d'accordo, sull'unica soluzione possibile espressa da un amministratore delegato.
Ma dove vogliamo andare con questi qui? E l'anagrafe non ci aiuta.
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