12 gennaio 2011

tornare a casa

Tornando a casa la sera sento il bisogno di immergermi nel silenzio. Quasi che fosse necessario decantare per un po' per depurarmi dalla giornata.
È una cosa che mi succede, oltre che a cadenza quotidiana, anche quando giunge il fine settimana. La mia è prettamente fatica mentale, e l'ho sempre avuta indipendentemente dal lavoro che facessi.
Ho proprio bisogno di staccare e il silenzio è per me uno dei modi migliori. Addirittura a volte me ne sto davanti al notebook, forse neanche sapendo bene cosa stia facendo, scordandomi di preparare la cena. Tanto poi ci pensa il mio stomaco a svegliarmi dal torpore.
Ma è solo dopo un po' di cura silenziosa, quando inizio ad uscire da uno stato di semi catalessi, che mi viene naturale pensare che giunga il momento più propizio per bei pensieri. A volte cerco di scacciarli, altre volte fantastico su realtà lontane.
Quando poi mi accorgo che i benefici effetti del silenzio svaniscono, su tutto prende il sopravvento una sensazione di malinconia.
Voltandomi c'è sempre vuoto intorno.

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