10 giugno 2005

altre opinioni

I ritorni a casa. La sera verso le 19,30 quando arrivo in genere sono stanco. Se trovo qualcosa nella posta difficile la legga subito. Stasera ho trovato il giornalino parrocchiale; lo stavo per cestinare direttamente, ma mi è venuto in mente che forse qualcosa di interessante la potevo trovare. E infatti, quale occasione per il Referendum visto da un’altra prospettiva. Ecco cosa ho trovato scritto da parte di chi, badare bene, è da ritenersi tra i più aperti e progressisti sacerdoti di Livorno. In effetti a ben leggere qualche punto è veramente da sottolineare, anche in positivo. E ci sono anche delle belle contraddizioni. Riporto fedelmente, anche la formattazione del testo. A chi vorrà lascio i commenti.

Carissimi, è difficile parlare della partecipazione ai Referendum abrogativi della Legge che stabilisce le “Norme per la procreazione medicalmente assistita”? Sì, perché, da quel che si sente, sembra che il cristiano debba costruirsi una personalità a mosaico, in Chiesa dichiarare atteggiamenti richiesti dalla fede e nella Società, nel mondo… vivere atteggiamenti ad essi contraddittori. Invece non si tratta di sdoppiamento di personalità; ma di laicità, della triplice laicità della Chiesa. Il cristiano come laico, cioè come membro della chiesa, ha il compito di credere, vivere ed annunziare il Vangelo, tutto il Vangelo, senza edulcorazioni… E il cristiano come cittadino è un laico, cioè uno che non impone nella Società alcuna convinzione col potere, ma solo ricerca con tutti i mezzi il bene comune e la difesa dei più deboli. La terza dimensione della laicità è quella di operare nella Società, per costruire il bene comune, con i mezzi della Società.
Dunque non mi interessa chi vincerà ai 4 Referendum: sono impegnato a illuminare le coscienze, ad evangelizzare la vita e la sua trasmissione…
Dunque mi interessa che ci sia una Legge che regola nella Società le varie pratiche di assistenza alla trasmissione della vita affinché rispettino i valori umani e la dignità della persona umana fin dai suoi primi momenti di vita.
Mi interessa partecipare ai Referendum con uno dei modi previsti dalla Costituzione: dire SI, dire NO o astenersi, dal momento che un gruppo di cittadini ha chiesto l’abrogazione di questa legge, come da diritto costituzionale, per mezzo di un Referendum. Io mi asterrò perché desidero che questa Legge possa essere migliorata dal Parlamento, anche tenendo conto delle discussioni serene, non degli slogans propagandistici, che sono state fatte durante questi ultimi mesi. Però mi piacerebbe andare al Seggio a dichiarare la mia astensione, per rispetto di chi ha chiesto il Referendum, come momento di dialogo e perché non voglio essere considerato come uno che non risponde perché non gli interessa. Mi interessa. Però la legge elettorale non prevede questa dichiarazione. Anzi potrebbe essere interpretata come propaganda al Seggio, proibita dalla stessa legge. Ed anche l’osservanza della Legge elettorale mi interessa. Il dialogo poi c’è stato nei due incontri comunitari ed il dialogo deve continuare. Anche questo mi interessa.

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