09 giugno 2005

votare e far votare

Che i referendum hanno finalmente preso il sopravvento sulle altre notizie di questi ultimi giorni è certo. È altrettanto certo che il raggiungimento del famoso quorum non è sicuro: non si sa ancora salvo aggiornamenti dell'ultima ora da parte del Viminale quanti elettori all'estero ci siano; un po' difficile sapere quindi se basteranno 25, 26, 27 milioni di voti.
Ciascuno nel proprio piccolo può aver fatto qualcosa, può ancora fare qualcosa. A volte il passaparola, il piccolo esempio dato a persone che sappiamo essere disinteressate, funziona. Non conosco milioni di persone, e non le so raggiungere né tanto meno convincere. Ma conosco decine di persone, con le quali poter parlare, potermi confrontare, poter contare sul loro rispetto e essere almeno sicuro di venire ascoltato. Così tra famigliari, amici, colleghi di lavoro e altre persone con cui sono in contatto per i più vari motivi, posso parlare, cercare di esprimermi. Poche volte ma ci sono state, posso convincere. Ecco, è questo quello che intendo con piccoli esempi. Esempi di quotidianità, in cui l'eccezionalità dell'evento è riportata su terreni di civiltà e non di scontri ideologici che vengono sbattuti, quando lo sono, davanti a tutti in Tv.
L'ultima richiesta: andare a votare domenica mattina, il prima possibile. Che ci sia anche un segnale di questo tipo, che il quorum fin dall'inizio sia un po' più vicino.

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