16 marzo 2008

andar per quartieri

Andare a zonzo per Roma non è affatto male. Il bello è che lo sai già prima di partire ma, nonostante questo, ne rimani lo stesso meravigliato.
Ho iniziato in realtà con una mezza delusione: non solo nessun comitato di ricevimento festante e osannante, ma manco il cicerone d'ordinanza c'era. M'è toccato mandare un sms dove chiedevo, se del caso, di palesarsi. Mica l'ha letto, però è arrivato dopo un pochino.
Prima tappa: da Gramsci. Adoro queste cose. Testaccio e Aventino. Sali e scendi. E chi lo sapeva che il buco della serratura dell'Ordine di Malta dà diretto sul cupolone. Andiamo va', questo da Bucatino promette bene. Che prendete? Bucatini all'amatriciana (l'inutilità si palesa sempre a parole). Verrà altre due volte a chiederlo, ma poi meriteremo un amaro per il premio pazienza. Segnalo, mica tanto a margine, che quei bucatini sono la fine del mondo, e pure la panna cotta ai frutti di bosco.
Un po' di San Giovanni, un po' di Casilina -che però è scorrevole!-, un po' di Mandrione con acquedotto alessandrino e tanto spirit of Pasolini. Il Circolo degli Artisti (ah!). S. Lorenzo. La Sapienza. Laicità a go gò? No, accanto a fisica c'è la cappella. Ma andarsene un po' più in là? Io stavo quasi sempre qua dentro. A matematica? Porello. Vado a cercare casa mia, la trovo sulla cartina e scopro che le hanno assegnato il numero diciassette, sigh.
Usciamo dalla botta culturale e riceviamo telefonate. Io ne ricevo una che palesa una nuova voce. Purtroppo non ci si può vedere. Siamo distanti e poi lei è stanca. Non c'è problema, son contento lo stesso di sentirti. Poi però verrò a scoprire l'arcano. Dico io: si può optare per un tale di nome Chris invece che per me? Avrà anche concesso l'autografo ma io avrei donato un muffin, anche se il cicerone si sarebbe incazzato.
Tra circonvallazioni tiburtine e chissà quanti altri nomi mi son fatto una cultura su come spolverare delicatamente gli specchietti di auto di qualunque foggia. Ma non rischi mai che ti prendano dentro? No, io sono prudente. Ah! (e la spericolatezza va in cielo).
Via Acaia non è che sia incasinatissima, è solo che è sempre così trafficata mi dicono. Anche di notte? Sì certo, anzi. Però starsene all'angolo della strada ad aspettare la Divina vale la pena. E poi il gelato era veramente buono. Ice-cream in your soul, the best way to leave from Rome.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

:/

E poi la Casilina libera a che ora scusa?

Giorgia ha detto...

> E chi lo sapeva che il buco della serratura dell'Ordine di Malta dà diretto sul cupolone.

Eh. Hai presente la scuola sull'altro lato della strada rispetto al giardino degli aranci, sull'Aventino? Ecco, io ho fatto le elementari lì (e pure l'asilo, a dire il vero).

Pax ha detto...

Riassunto in due parole: puro cazzeggio. Che goduria deve esser stata 'sta giterella.

Numero 6 ha detto...

Tieni conto che svicolare il traffico è una delle manovre più complicate, specialmente in due.
Comunque come "zavorrino" non sei stato male
:-)

SacherFire ha detto...

Andrew: la Casilina l'abbiamo percorsa per il primo tratto che erano all'incirca le 15,30.
Giorgia: ah!!! Però!!! :-)
Pax: sì, sono stato molto bene pur non facendo nulla di particolare :-)
Numero6: zavorrino mi ricorda la definizione di zavorrina che un pratese a caso ;-) dette alla mia TUF sister. Solo che a lei le si addice, a me è un po' una forzatura, forse. O no? ;-)